Il cittadino si ribella, Iris, ore 22,54.Opera capitale del 1974 di Enzo G. Castellari, uno dei nostri migliori registi di cinema bis, capace di svariare, e sempre copn ottimi risultati, dal western al bellico all’avventuroso al poliziottesco. Se l’anno prima con La polizia incrimina, la legge assolve aveva fondato e codificato il sub-genere poliziottesco delle istituzioni troppo deboli e passive di fronte all’arrembante criminalità, con questo inaugura in Italia il filone del cittadino costretto a difendersi da solo vista l’inettitudine di chi dovrebbe farlo al posto suo. C’è qualcosa ovviamente dell’americano e coevo Il giustiziere della notte con Charles Bronson (però Castellari ricorda sempre di essere uscito con il suo film nei cinema un po’ prima), ma il clima, gli scenari, gli umori, le pulsioni, i rumori di fondo sono inequivocabilmente di casa nostra, riflettendo parecchio di quegli anni violenti in cui l’Italia stava cambiando pelle. L’Italia della pasoliniana mutazione antropologica in atto. Come in La polizia incrimina, la legge assolve lo scenario è Genova, città-feticcio di Castellari, misteriosa nei suoi vicoli-cunicoli, claustrofobica nella sue strade e piazze strette dalla montagna incombente, come sospesa tra cielo e mare. Franco Nero, attore-totem di quel cinema, di quegli anni, è un ingegnere derubato e umiliato da rapinatori mentre si trova in una banca. Ma la polizia e la magistratura non indagano, non perseguono con il vigore necessario. Così decide di fare da solo. Si metterà sulle tracce della banda, facendosi aiutare da un furfantello da strada. Gran finale in un sinistro magazzino abbandonato, e sarà massacro. Adorato dagli apassionati di poliziottesco, dai ragazzi e ragazzacci delle fanzine e webzine. Con Barbara Bach e Giancarlo Prete.
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