La mia classifica dei film della sera e della notte in tv. Nel post precedente i titoli dal ventisettesimo all’undicesimo posto, adesso i primi dieci. La scelta è assolutamente personale. Si omettono magari titoli famosi per lasciare il posto ad altri bizzarri, eccentrici, meno conosciuti. Avvertenza: si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.00. Chi volesse avere la programmazione completa delle varie reti consulti MyMovies Guida in tv e Sky.
10) Killer vs killers, Sky Cinema Italia, h. 0,30. Il secondo dei due film di Fernando Di Leo trasmessi stasera in sequenza da Sky Cinema Italia. Di Leo è stato il più sofisticato e colto dei nostri registi di poliziotteschi. Ma sarebbe meglio dire noir. Tarantino ha detto di lui cose meravigliose e ormai lo si considera il nostro Jean-Pierre Melville. Quello che lo rendeva diverso dagli altri registi di genere del periodo era la cura formale, il gusto dell’inquadratura, la sapienza dei movimenti di macchina. Questo è il suo ultimo film, del 1975. Una produzione da pochi soldi, travagliata, che lui non riuscì a terminare come voleva. Con uno dei suoi attori-feticcio, Henry Silva, e Dalila Di Lazzaro. Non è certo uno dei suoi capolavori, ma ha il fascino malinconico e crepuscolare del last movie. (altre informazioni sul film)
9) Il boss, Sky Cinema Italia, h. 22,40. Se Killer vs killers è tra i film meno noti di Di Leo, questo invece è uno dei vertici, un suo classico del 1973. Henry Silva è un boss che tenta la scalata al potere mafioso. Una rappresentazione dura, spietata della grande criminalità, senza i compiacimenti e le mitologizzazioni alla Padrino (o della successiva Piovra televisiva). Da vedere. (altre informazioni sul film)
.8) Wall-E, Sky Cinema Family, h. 21,00. Uno dei film Pixar che hanno sconvolto e ridisegnato in modo definitivo il panorama del cinema d’animazione. La storia del robot-spazzino Wall-E che si innamora di Eve venuta dal cielo è così densa, multistrato e citazionista da essere anche (soprattutto) per grandi oltre che per piccini. Oggi è assai cool parlare dei film Pixar come di capolavori assoluti, è appena successo anche con Toy Story 3. Personalmente non sono un loro entusiasta ammiratore, li trovo perlopiù cupissimi e un filo sopravvalutati. (altre informazioni sul film)
7) Diverso da chi?, Sky Cinema Family, h. 22,45. Tentativo italiano abbastanza riuscito di fare una commedia sul gaysmo all’altezza di quelle internazionali. Senza cioè quei vetusti cliché italici e andando finalmente oltre l’eterno dramma-dilemma “lo dico o non lo dico a mamma e papà che sono gay?”, che per esempio si ritrova ancora in Mine vaganti di Ozpetek. Qui il protagonista, un buon Luca Argentero, è uno di quegli omosessuali pacificati ed omologati del giorno d’oggi che vivono col compagno nell’approvazione generale, compresa quella delle rispettive famiglie. Una coppiettina perbene e carinissima, perfino noiosa. Lui si butta in politica senza nascondere la gaytudine anzi facendone un punto di forza, imparando da esempi stranieri tipo il sindaco di Parigi Delanoë e anticipando il boom di Nichi Vendola. Tutto funziona finchè un’amica-nemica politica, la bacchettona Claudia Gerini, non si innamorerà di lui. E lui di lei. Commedia degli equivoci ben scritta dal bravo Fabio Bonifaci (lo stesso di Amore, bugie e calcetto e Si può fare) che a un certo punto se ne frega del politically correct e ribalta tutto facendo innamorare il gay di una donna. Non solo, sarà costretto a nascondere il suo amore eterosessuale a tutti, perfino alla famiglia e agli elettori, in un rovesciamento radicale e paradossale che non sarebbe dispiaciuto a Lubitsch. Che Bonifaci tenga d’occhio l’esprit viennese e la Mitteleuropa, quella che inviò a Hollywood non solo Lubitsch ma anche Wilder e von Stroheim, lo si capisce anche dalla scelta di Trieste come location della storia. Solo che il film cade nella parte finale dove, non sapendo più che pesci pigliare, cerca di accontentare tutti. Peccato. Il regista Umberto Carteni se la cava dignitosamente, la Gerini eccede un po’. Il migliore è Filppo Nigro, il fidanzato tradito di Argentero. Però avercene di commedie così da noi. Sky lo dà in prime time sul suo canale Family, anche se con la raccomandazione Bambini accompagnati, e pure questo è un segno dei tempi. (altre informazioni sul film).
6) L’assassinio di Sister George, Sky Cinema Classics, h. 0,15. Questo sì che è un cult movie. Un Robert Aldrich del 1968 che con la sua pesantezza, ma anche con quel suo senso oscuro delle passioni e delle pulsioni primarie, gira un film su una vecchia lesbica alcolizzata, il tutto prima di ogni movimento gay, dunque in maniera politicamente scorrettissima. Il che rende L’assassinio di Sister George insieme esecrabile e ghiottissimo. Jane (Beryl Reid) è un’attrice in età, omosessuale e alcolista (e già questo binomio), aggressiva e litigiosa, che ha una relazione di dominio con con un’amante-vittima più giovane di lei, Susannah York. È famosa come Sister George, infermiera protagonista di un seguitissimo serial televisivo. Ma le sregolatezze private dell’attrice inducono la produzione a uccidere il personaggio, interrompere la serie e licenziarla. Decadenza, viale del tramonto, luci della ribalta che si spengono ecc. Si può immaginare come il regista di Che fine ha fatto baby Jane? e Quella sporca dozzina abbia affrontato una materia di tale densità. Beryl Reid è notevole come Sister George, ma certo il massimo in una parte così sarebbe stata Bette Davis. Astenersi anime belle politically correct. (altre informzioni sul film)
5) Guida per riconoscere i tuoi santi, Rai 4, h. 22,40. Film di strada su ragazzi sfaccendati e quasi-delinquenti in un quartiere-ghetto dei Queens. Storia mille volte raccontato, però Dito Montiel, regista qui al suo esordio e anche autore del libro da cui è tratto il film, mostra di saper rappresentare questa materia, in parte autobiografica, con vigore e sincerità, soprattutto con il senso di verità di chi certe cose le conosce bene. Con il successivo Fighting Dito Montiel confermerà solo in parte le promesse di questo Guida per riconoscere i tuoi santi, che resta però un esordio memorabile. Con un titolo tra i più belli della decade (il film è del 2007). (altre informazioni sul film)
4) Lettere da Ivo-Jima, Joi, h. 22,43. Solo un’icona americana come Clint Eastwood poteva permettersi di girare due film gemelli e speculari sulla battaglia di Jwo Jima, che nel Pacifico vide confrontarsi americani e giapponese negli ultimi mesi della seconda guerra mondiale. Se in Flags of our fathers Eastwood ricostruisce la battaglia dal punto di vista stelle-e-strisce, con Lettere da Ivo Jima la descrive con gli occhi dell’altro, del nemico, basandosi sulle lettere che i soldati giapponesi mandarono alle loro famiglie. Negli Usa è considerato uno dei capolavori degli ultimi anni, qui non se l’è filato quasi nessuno. (Joi è uno dei canali Premium di Mediaset). (altre informazioni sul film)
3) La notte dei morti viventi, Sky Cinema Mania, h. 22,35. Quante volte l’abbiamo sentito citare? Quante volte l’hanno copiato? Bene, questo è il primo, vero, unico, originale La notte dei morti viventi, il film-matrix di ogni zombi-movie. Quello che, a parte gli antecedenti tipo Ho camminato con uno zombi di Jacques Tourneur (1942), reinventa e rifonda il genere così come lo conosciamo ancora oggi. George Romero lo gira nel 1968, anno fatale, in un bellissimo bianco e nero che accresce il tasso di incubo e suggestione. Dati i tempi, film horror con però un sottofondo politico. Un classico di tale successo che ha inchiodato il povero Romero al genere zombesco forever and ever (Romero ha girato ben sei zombie-movies, l’ultimo l’anno scorso). Forse il morto vivente che non vuole togliersi di mezzo è proprio questo leggendario film. (altre informazioni sul film)
2) San Michele aveva un gallo, Rai Tre, h. 0,45. In coincidenza con l’arrivo a Venezia del film risorgimentale di Mario Martone Noi credevamo, Fuori Orario questa notte manda in onda tre film sull’Italia del Risorgimento e immediatamente successiva. Il primo è San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani, seguono 1860 di Alessandro Blasetti e Un garibaldino al convento di Vittorio De Sica.
Nel loro film i Taviani raccontano di un anarchico, Giulio Brogi, che nell’Umbria del 1870, in un’Italia già unita e post risorgimentale, tenta una rivolta. Fallisce, naturalmente, e sconterà il resto della sua vita in galera. San Michele aveva un gallo è la filastrocca che il protagonista Giulio Brogi ripete ossessivamente durante la prigionia per non impazzire. Film del 1972, quando i Taviani ancora non avevano vinto a Cannes con Padre padrone e facevano un cinema austero, aristocratico, inaccessibile, un cinema sideralmente lontano dalla sensibilità di oggi. Sarà molto interessante rivedere San Michele. (altre informazioni sul film)
1) Rosemary’s Baby, Studio Universal, h. 0,25. È incredibile come il cinema di Roman Polanski continui a influenzare quello di oggi. Se Black Swan di Aronofsky che ha appena aperto Venezia saccheggia le ossesssioni di Repulsion, l’horror più celebrato di quest’anno, ovvero Splice, rende omaggio (soprattutto nella scena finale) a Rosemary’s Baby. Sappiamo già tutto di questo film del 1968: che Polanski l’ha girato dopo la morte della moglie Sharon Stone per opera del demoniaco Charles Manson. Che la location è quel Dakota Building di Manhattan davanti a cui sarebbe stato poi ucciso John Lennon. La genialità di Rosemary’s baby è che mette in scena il demonio credendoci davvero e facendocelo credere. Come potrebbe essere altrimenti per Polanski, che ha vissuto nel ghetto di Cracovia ed è scampato miracolosamente all’Olocausto, e ha poi visto la moglie morire in quel modo? Polanski sa che il Male esiste, e ce lo mostra. (altre informazioni sul film)
Pingback: FILM STASERA IN TV: classifica dal 27° all’11° posto (sabato 4 settembre) | NUOVO CINEMA LOCATELLI