FILM STASERA IN TV: la Top 10 (domenica 5 settembre)

La mia classifica dei film della sera e della notte in tv. Nel post precedente i titoli dal ventisettesimo all’undicesimo posto, adesso i primi dieci. La scelta è assolutamente personale. Si omettono magari titoli famosi per lasciare il posto ad altri bizzarri, eccentrici, meno conosciuti. Avvertenza: si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.00. Chi volesse avere la programmazione completa delle varie reti consulti MyMovies Guida in tv e Sky.

10) Bellamy, Sky Cinema 1, h. h. 22,50. L’ultimo Chabrol, anno 2009, con Gérard Depardieu ispettore parigino che torna nella natia Provenza, a Nîmes, e si ritrova immerso in un giallo di provincia e in un reticolo di complicati legami familiari. Omaggio dichiarato di Claude Chabrol a due Georges, Brassens e Simenon, Bellamy è un giallo crepuscolare ma con quella crudeltà e quel disincanto tipicamente chabroliani. Poco visto. Da vedere. (altre informazioni sul film)
9) Lo strano vizio della signora Wardh, Sky Cinema Italia, h. 22,50. Thriller di Sergio Martino del 1969 con una Edwige Fenech, attrice-feticcio del regista, perseguitata da un maniaco in una Londra parecchio finta. Ci sono nomi noti dei nostri B-movies come George Hilton e il grande Ivan Rassimov, indimenticabile faccia da cattivo scolpita nella pietra. Quentin Tarantino lo ama molto, tanto da aver inserito un tema musicale di Lo strano vizio della signora Wardh (di Nora Orlandi!, quella dei 4+4 dei Sanremo-mito) in Kill Bill Vol. 2. (altre informazioni sul film)
.8) Il giorno della civetta, Sky Cinema Italia, h. 21,00. Uno dei migliori mafia-movie di sempre, diretto da Damiano Damiani nel 1968 da un romanzo di Leonardo Sciascia. Il capitano Bellodi arriva in Sicilia dal Nord, ancora convinto che contro la mafia si possa fare qualcosa. E alla prima occasione, la misteriosa scomparsa di un impresario edile, si dà parecchio da fare con le indagini. Clima omertoso, una donna minacciata e ricattata, testimoni sfuggenti. Finirà con la sconfitta dell’uomo venuto dal Nord. Con un fantastico Franco Nero e una Claudia Cardinale bellissima. Damiani dirige con quel suo modo di fare cinema efficace, spiccio, concreto. Gran film. (altre informazioni sul film)
7) Suspiria, Rai Movie, h. 23,40. Uno dei vertici di Dario Argento, e film che segnò la sua svolta dal thriller all’horror. In un sinistro collegio tedesco ne succedono di ogni, fanciulle scomparse, uccise, torturate. Si scoprirà che le streghe non solo son tornate, ma sono molto vicine. Visto nella versione restaurata appare splendente di colori caramellati e pastellati (rosa candy, salmone) eppure inquietanti. Cast memorabile, non tanto per la protagonista Jessica Harper, che veniva dal Fantasma del palcoscenico di Brian De Palma, quanto per Stefania Casini, Miguel Bosé ragazzino, la langhiana Joan Bennett, Alida Valli e Daria Nicolodi (mamma di Asia Argento e qui anche sceneggiatrice oltre che interprete). Un classico. Ricordo che Rai Movie è visibile, per chi non lo ricevesse sul digitale terrestre, in streaming su rai.tv. (altre informazioni sul film)
6) Requiem for a Dream, Studio Universal, h. 0,15. Diciamo innanzitutto che è un film del 1990 di Darren Aronofsky, quello che con The Wrestler si è preso due anni fa il Leone d’oro a Venezia e che ha presentato pochi giorni fa in concorso al Lido il suo nuovo Black Swan. Da noi Requiem non lo conosce nessuno, ma negli Usa ha lasciato un segno forte, tanto che il trailer originale di Black Swan incomincia proprio con il claim “dal regista di Requiem for a Dream e The Wrestler“. Tre storie derelitte di dipendenza e droga: una casalinga lobotomizzata dalla tv, suo figlio tossico e la ragazza di lui altrettanto tossica che per trovare i soldi dovrà prostituirsi. Vite interrotte, raccontate da Aronofsky con una mdp impazzita e convulsa, in immagini tossiche come i protagonisti. Requiem cerca di rappresentare il delirio mimandolo. Indigeribile forse, ma notevole. (altre informazioni sul film)
5) Roberto Succo, Cult, h. 22,55. Ispirato alla storia vera del killer multiplo Roberto Succo, un ragazzo di Mestre che incomincia la sua carriera criminale uccidendo il padre e la madre. E che, internato, riesce a fuggire e rifugiarsi in Francia dove commette altri delitti, compresi quelli di due ragazze. Vicenda tra anni Settanta e Ottanta di cui in Italia non si ricorda più nessuno, ma entrata nell’immaginario francese al punto da ispirare un libro, da cui poi è nato questo film, e soprattutto un celebre play del 1988 del maudit Bernard-Marie Koltès, Roberto Zucco (con la Z per non incorrere, suppongo, in guai legali). Cédric Kahn, uno dei migliori registi francesi – autore che sa esprimere nel suo cinema il disagio, l’ombra, il male – gira nel 2001 questo film allarmante per come sa insinuare la paura nella normalità. Con Stefano Cassetti, un ragazzo italiano che non aveva mai fatto cinema e arruolato dal regista dopo averlo visto in un bar. (altre informazioni sul film)
4) Pulp Fiction, Studio Universal, h. 21,00. Un capolavoro, ovvio, che non ha bisogno di molte parole. Un film che ha influenzato il cinema degli ultimi 15 anni come nessun altro. Mi perdoneranno i tarantiniani se lo metto solo al quarto posto. È che l’abbiamo visto e rivisto molte volte, meglio lasciar spazio nelle tre posizioni di vertice di questa classifica a titoli un po’ meno prevedibili, tutto qui. (altre informazioni sul film)
3) Zorba il greco, Iris, h. 23,30. Ho una gran voglia di rivedermelo dopo molti, moltissimi anni, questo Zorba che negli anni Sessanta fece sfracelli, con Anthony Quinn che ballava il sirtaki su indimenticabili musiche di Mikis Theodorakis. Il greco Michael Cacoyannis dirige questa coproduzione internazionale che racconta il solito confronto-scontro Nord-Sud, con un inglese (Alan Bates) che arriva in un’isola greca per riattivare una miniera e incontra il debordante  Zorba (Anthony Quinn), un uomo che nessuna avversità è mai riuscito a piegare. Un inno al vitalismo e all’eros mediterraneo. Gonfio di cliché, certo, ma irresistibile. Con Irene Papas e Lila Kedrova che si prese un Oscar. Dimenticavo la data: 1964, prima di tutte le rivoluzioni. Come diceva Talleyrand citato da Bertolucci nel suo secondo film, “Chi non ha vissuto prima della rivoluzione, non conosce la dolcezza del vivere”. E nemmeno la dolcezza del cinema. (altre informzioni sul film)
2) Lo scafandro e la farfalla, Rai Tre, h. 23,20. Il penultimo film di Julian Schnabel, girato appena prima di Miral, che l’artista-regista newyorkese ha appena presentato in concorso alla Mostra di Venezia e già nei cinema. Se Miral ha avuto recensioni perlopiù negative (però aspettiamo i premi al Lido), questo Lo scafandro e la farfalla ha raccolto a suo tempo (2007/8) un consenso unanime. Racconta la storia vera di un giornalista di Elle France che rimane completamente paralizzato. Riesce a muovere solo la palpebra sinistra ed è con quella che detta le sue memorie, che diventeranno un bestseller e poi questo film. Una storia di coraggio, commovente ma non melensa. Un gran bel film, da non perdere. (altre informazioni sul film)
1) Lost in translation – L’amore tradotto, Rai Movie, h. 21,00. Da rivedere, questo film di Sofia Coppola, proprio adesso che si parla molto di lei per via del suo Somewhere presentato a Venezia e accolto molto bene dai critici, soprattutto stranieri (Somewhere è da venerdì nei cinema italiani). Lost in translation è il lavoro che lanciò alla grande la rampolla di papà Francis, rampolla tutt’altro che indegna, anche se il suo cinema ha poco a che vedere con quello dell’illustre genitore e molto di più con Antonioni e Wor-kar way. Girato al Park Hyatt di Tokyo, uno di quei non-luoghi che affascinano Sofia Coppola, Lost in translation racconta lo strano e breve incontro tra un attore in declino, un meraviglioso Bill Murray, e una ragazza trascurata dal marito e malata di bovarismo, Scarlett Johansson nel ruolo che ha fatto di lei un’attrice da A-list. I due si incontrano, si sfiorano, forse un po’ si amano. Non succede granchè, come in tutti i film di Sofia, ma il mood è fantastico. C’è chi lo odia e chi lo ama, io mi schiero tra i secondi. Anche se tutt’oggi continuo a chiedermi se Lost in translation sia o o no un capolavoro. Ricordo che Rai Movie è visibile, per chi non lo ricevesse sul digitale terrestre, in streaming su rai.tv. (altre informazioni sul film).

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