La mia classifica dei film della sera e della notte in tv. Nel post precedente i titoli dal ventesimo all’undicesimo posto, adesso i primi dieci. La scelta è assolutamente personale. Si omettono magari titoli famosi per lasciare il posto ad altri bizzarri, eccentrici, meno conosciuti. Avvertenza: si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.00. Chi volesse avere la programmazione completa delle varie reti consulti MyMovies Guida in tv e Sky.
10) Halloween, la notte delle streghe, Sky Cinema h. 0,35. Il primo, vero, l’unico, quello diretto da John Carpenter nel 1985. Horror/slasher seminale come pochi, che ha prodotto decine e decine di copie. Superclassico. (altre informazioni sul film)
9) Malcolm X, Sky Cinema Mania, h. 21,00. Fluviale biopic (tre ore e mezza) firmato da Spike Lee sul leader dei Black Panthers, morto per mano di un attentatore come Martin Luther King, cui lo accomunava la neritudine e l’impegno per gli afroamericani, da cui lo separava abissalmente la radicalità rivoluzionaria. Spike Lee tenta un kolossal su un ribelle antisistema con i soldi del sistema Hollywood, ma l’operazione fallisce. Il film (del 1992) non è un successo al box office, nonostante la presenza della star Denzel Washington. Però, come sempre, Spike Lee è interessante anche nei suoi errori. Malcolm X si convertì all’Islam, difatti una scena è stata girata nei luoghi santi della Mecca con il permesso delle autorità islamiche: fatto eccezionale, oggi impensabile. Altre location in Egitto e Sudan (si potrebbe mai girare un film americano nel Sudan di questi tempi?). (altre informazioni sul tema)
.8) Love Story, Sky Cinema Classics, h. 21,00. Ci sono film che non sono soltanto un film e vanno oltre i propri limiti e la propria mediocrità. Che intercettano lo spirito di un tempo e lo sanno restituire, pur senza volerlo e pur volendo fare dell’altro. Film che sono un pezzo di storia. Love Story (1970) è fra questi. Guardarlo almeno una volta, commuoversi e ripetere senza vergogna il mantra: amare significa non dire mai mi spiace. (Anche qui, fregarsene delle critiche bacucche) (altre informazioni sul film)
7) La resa dei conti, Sky Cinema Italia, h. 1,10. Grande spaghetti-western di Sergio Sllima, che più tardi avrebbe realizzato il Sandokan televisivo. C’è molto terzomondismo anche qui, del resto siamo nel 1967, la contestazione già imperversa e la solidarietà con i dannati della terra pure. Il film è politico e didascalico, contrapponendo un bounty killer americano, Lee Van Cleef, a un peone messicano accusato ingiustamente di stupro: un Tomas Milian che del suo Cuchillo fa un personaggio memorabile. Successo enorme: La resa dei conti viene esportato in tutto il mondo. Amato da allora da generazioni di ragazzi. Il western italiano preferito da Quentin Tarantino (così assicura Marco Giusti nel suo dizionario filmico Stracult). (altre informazioni sul film)
6) L’amore molesto, Cult, h. 0,35. Mentre Mario Martone sbarca a Venezia con il suo film risorgimentale (revisionista?) Noi credevamo, si può ripassare in tv questo suo L’amore molesto del 1992. Film molto celebrato allora, tratto dal libro della misteriosa Elena Ferrante, su una figlia che, tornata a Napoli per la morte della madre, ne scoprirà a poco a poco la vita segreta e l’abisso in cui era precipitata. Malato, in una Napoli città-gorgo, pericolosa come lo sguardo della Medusa. Film che è una discesa agli inferi. A tutt’oggi il meglio di Martone. (altre informazioni sul film)
5) Occhi senza volto, Sky Cinema Clssics, h. 1,00. Horror d’autore del 1959. Regista Georges Franju, innovatore del cinema francese anche se non fece parte della Nouvelle Vague, cui comunque fu vicino. Si dice che François Truffaut abbia seguito il montaggio di Occhi senza volto mentre nella stanza accanto si occupava dell’editing del suo film d’esordio, I 400 colpi. Insomma, Occhi senza volto ha tutte le stigmate del mito. Un chirurgo plastico (Pierre Brasseur) uccide, con l’aiuto della sua devota assistente (Alida Valli), alcune ragazze per ricavarne i tessuti con cui ricostruire il volto della figlia rimasta sfigurata. Magnifico bianco e nero. Considerato in Francia e Stati Uniti un capolavoro. (altre informazioni sul film)
4) La doppia ora, Sky Cinema 1, h. 22,45. Presentato a Venezia l’anno scorso, è uno dei film italiani più sottovalutati della decade. Chissà perché molti signori della critica hanno trattato con sufficienza questo film di Giuseppe Capotondi che ha una solidità di scrittura e una confezione una volta tanto assolutamente internazionali. Forse perché è un film di genere all’apparenza poco autoriale. Eppure La doppia ora (quella che compare sugli orologi digitali quando la cifra dei minuti è uguale a quella dell’ora, e che secondo il protagonista del film segna un momento in cui tutto può accadere) è un thriller avvincente come pochi, ben costruito, in cui alla fine ogni tassello va al posto suo senza lasciare buchi nella trama. Un ex poliziotto ora custode di una villa fuori città (strepitoso Filippo Timi) incontra in uno speed-date abbastanza agghiacciante una ragazza che viene dell’est (Ksenia Rappoport), femme de chambre in un hotel. Ovvio che si innamora. Succederanno molte cose, compresa una rapina in villa in cui Guido viene colpito. E dal passato, come sempre, tornano a far visita fantasmi inquietanti. Continui capovolgimenti fino alla rivelazione finale. Ottimo film, io ne vado pazzo. Ksenia Rappoport premiata a Venezia come miglior attrice, ma non è bastato per trasformare La doppia ora in un successo al box office. Peccato. Forse la trama, complessa anche se per niente confusa, richiede un’attenzione che il pubblico distratto di oggi non ha. Da vedere, come giallo da fine estate è perfetto. Capotondi è uno che ha una carriera internazionale come regista di spot e vdeoclip, e il mestiere si vede. (altre informazioni sul film)
3) Riccardo III, La 7, h.22,50. Versione 1995 della tragedia shakespariana in chiave simil-nazi, con Ian McKellen spietato capo fascio-hitleriano. La mania di contemporaneizzare e revisionare Shakespeare – che non ne ha bisogno e che comunque sopravvive a tutti i trattamenti – di solito produce disastri, invece qui funziona. Anche perché stavolte l’operazione ha un suo perché. Qualcosa della follia e dell’abominio totalitari in effetti sono già presenti in Riccardo III. Grande cast, con Annette Bening e un Robert Downey jr nel suo periodo più tossico e maledetto. Regia di Richard Loncraine. (altre informazioni sul film)
2 ex aequo) Requiem for a Dream, Studio Universal, h. 1,05. Diciamo innanzitutto che è un film del 1990 di Darren Aronofsky, quello che con The Wrestler si è preso due anni fa il Leone d’oro a Venezia e che è tornato quest’anno al Lido in concorso con il suo nuovo Black Swan. Da noi Requiem non lo conosce nessuno, ma negli Usa ha lasciato un segno forte, tanto che il trailer originale di Black Swan incomincia proprio con il claim “dal regista di Requiem for a Dream e The Wrestler“. Tre storie derelitte di dipendenza e droga: una casalinga lobotomizzata dalla tv, suo figlio tossico e la ragazza di lui altrettanto tossica che per trovare i soldi dovrà prostituirsi. Vite interrotte, raccontate da Aronofsky con una mdp impazzita e convulsa, in immagini tossiche come i protagonisti. Requiem cerca di rappresentare il delirio mimandolo. Indigeribile forse, ma notevole. Prova di grande talento. (altre informazioni sul film)
2 ex aequo) Il diavolo è femmina, Studio Universal, h. 21,00. Stavolta al secondo posto un ex aequo. E mi diverte mettere accanto a un cinema così contemporaneo com’è quello di Requiem for a dream il classico Il diavolo è femmina, titolo italiano dell’originale e più famoso Sylvia Scarlett. Anno 1935, dirige George Cukor, interpreti Katharine Hepburn e Cary Grant. Sophisticated comedy come poche altre, anzi il paradigma del genere. Anche gran commedia degli equivoci sul travestimento e i ruoli sessuali. Sylvia Scarlett, una giovanissima Hepburn, è una ladra che per sfuggire ai suoi inseguitori si traveste da ragazzo (è l’iconica Katharine Hepburn in abiti maschili che abbiamo visto migliaia di volte). Incontrerà Cary Grant e si innamorerà di lui, con tutti i misunderstanding del caso. L’ambiguità sessuale nella Golden Era di Hollywood, trattata con la grazia e la leggerezza di cui erano capaci gli sceneggiatori di allora. (altre informazioni sul film)
1) Le iene – Cani da rapina, Rai 4, h. 22,50. Signori, il primo Tarantino. Una spietata crime-story in forma di kammerspiel, con dialoghi magnifici (Tarantino è innanzitutto un sublime sceneggiatore, poi un regista). Film povero e di pochi mezzi, ma il genio si vede già tutto. Tesissimo, appassionante. Quentin è anche attore (forse per risparmiare?). Del 1992, Le iene è l’incunabolo non solo del cinema del suo autore ma di parecchio cinema futuro. Imperdibile, anche se pare che l’edizione televisiva sia parecchio sforbiciata causa censura. (altre informazioni sul film).
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