FILM STASERA IN TV: la top 10 (lunedì 18 ottobre)

Segnalazione e classifica dei film più interessanti della sera e della notte tv, dall’analogico al satellitare al digitale terrestre (free e premium). Il numero dei titoli indicati può variare a seconda della quantità e della qualità dell’offerta televisiva del giorno: stavolta i film sono 25. Nel post precedente i film dal venticinquesimo all’undicesimo posto. In questo, i film dal decimo al primo posto. La scelta è assolutamente personale. Chi volesse vedere la programmazione completa delle varie reti consulti Film.tv.it. Si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o.

10) Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan, ReteQuattro, h. 23,05. Il secondo film della serie Dirty Harry (da noi chissà perché Ispettore Callaghan) che trasformò Clint Eastwood da star degli spaghetti western in nome da A-list hollywoodiana. Allora, primi anni Settanta, si bollò Eastwood di criptofascismo per i modi spicci e al limite della legalità del suo Harry. Che però, piacesse o meno, sapeva intercettare e interpretare il sentimento popolare di quei tempi come pochi. (informazioni sul film)
9) Moby Dick, la balena bianca, Studio Universal, h. 21,10. Uno dei vertici della letteratura america, anzi per alcuni il Grande Romanzo Americano, diventa un film nel 1956 con la regia di John Huston e Gregory Peck nel ruolo del capitano Achab. Allora deluse chi si aspettava il capolavoro assoluto, ma nel tempo il film si è preso la rivincita ed è assurto allo status di classico cui il progetto iniziale chiaramente ambiva. (informazioni sul film)
.8) Fog, Steel, h. 22,45. Perfetto B-movie d’autore, girato (siamo nel 1980) da John Carpenter nel suo periodo aureo, quello che lo vide produrre in rapida sequenza film come Halloween, Distretto 13 e Fuga da New York. E come questo Fog. Una nebbia assassina avvolge una cittadina californiana e veicola fantasmi. Un film dell’orrore che ha fatto scuola. (informazioni sul film)
7) Teresa Venerdì
, Rai Movie, h. 0,30. Commedia sentimentale del 1941 con un Vittorio De Sica regista poco più che esordiente che fa le prove tecniche per diventare quel maestro del cinema che sarà. L’inconfondibile tocco di De Sica (il garbo, la leggerezza, il rispetto per i personaggi) è visibile anche qui. Un piccolo gioiello, con una Magnani pre-Roma città aperta, ancora sciantosa e non ancora attrice tragica, tutta da vedere e sentire. (informazioni sul film)
6) Point Break – Punto di rottura, Sky Cinema Mania, h. 21,o0. Formidabile action del 1991, firmato Kathryn Bigelow (The Hurt Locker), su una banda di rapinatori-surfisti capitanata dal muscolare Patrick Swayze. Un miscuglio di crime story e mistica surfer che sulla carta sembrava indigeribile ma che produsse un risultato memorabile, grazie anche alla tecnica e al ritmo – sbalorditivi – della Bigelow. Indimenticabile la rapina in banca con le maschere dei presidenti degli Stati Uniti: da confrontare con quella, alttrettanto mascherata, del nuovissimo The Town di Ben Affleck. (informazioni sul film)
5) Due per la strada, Sky Cinema Italia, h.0,30. Di quelle commedie sofisticate come non se ne fanno più. Qui c’è Stanley Donen alla regia, e gli interpreti si chiamano Audrey Hepburn e Albert Finney. Dieci anni di matrimonio raccontati in modo non lineare, con flashback e flash-forward. Parecchio innovativo per l’epoca (1967). Ma sono gli interpreti a fare la differenza. Ultimi bagliori della grande Hollywood-spettacolo, segnata dalla grazia e dalla leggerezza, prima dei cambiamenti rivoluzionari di fine anni Sessanta che avrebbero portato a un altro cinema, quello del Laureato, di Easy Rider, dell’Uomo da marciapiede. (informazioni sul film)
4) Giù al Nord, Cult, h. 23,00. Il film matrice del successo cinematografico italiano dell’anno, Benevenuti al Sud, che lo ricalca con fedeltà assoluta anche se non riesce a duplicarne la finezza. Giù al Nord ha spopolato un paio d’anni fa in patria con incassi da record. Giustamente, perché fa morir dal ridere e riesce a trattare senza pesantezza temi come il pregiudizio e l’intolleranza. Il provenzale Philippe, dopo aver combinato guai nel suo ufficio postale, viene trasferito per punizione su nel freddo Nord dalle parti di Calais. Dal sole del Sud alle brume dei canali e al livido mare di settentrione. Philippe è disperato, ma al Nord scoprirà di trovarsi benissimo, tra colleghi che lo inizieranno ad abitudini e cibi completamente nuovi. La morale è chiara, ma servita dal regista Dany Boon (anche tra gli interpreti) con il sorriso. Io l’ho adorato. Da vedere assolutamente. (informazioni sul film)
3) La lettera non spedita, RaiTre (Fuori Orario), h. 1,15. 1960, nell’Unione Sovietica krusheviana è tempo di disgelo. Cominciano a filtrare film non di propaganda, meno convenzionali e appiattiti, che subito fanno il giro dei grandi festival e si impongono nel mondo. La lettera non spedita è tra questi, alla regia c’è quel Mikhail Kalatozov che due anni prima aveva girato il film manifesto del tempo, Quando volano le cicogne, Palma d’oro 1958 a Cannes. In La lettera siamo su un altipiano siberiano, dove una piccola spedizione è incaricata di cercare diamanti: silenzi, immensi paesaggi e un senso di minaccia incombente, che poi si materializzerà in un incendio nella taiga. Tra gli interpreti il leggendario Innokenti Smoktunovsky, che di lì a poco ci darà il miglior Amleto cinematografico di sempre (sì, molto meglio di Laurence Olivier), nella meravigliosa, barbarica, possente trasposizione della tragedia shakespeariana firmata Grigori Kozintsev. (informazioni sul film)
2) Bastardi senza gloria – Inglorious Basterds, Premium Cinema, h. 23,40. Travolgente Tarantino, un capolavoro che è un omaggio al cinema tutto, quello di genere dei B-movie bellici all’italiani (Quel maledetto treno blindato di Castellari) come dei bergfilm tedeschi degli anni Trenta. Quentin reinventa e piega a sè la Storia della seconda guerra mondiale, inventandosi un finale con Hitler che non c’è mai stato nella realtà. Una brigata di ebrei si infiltra oltre le linee tedesche per sabotare il nemico. Un pugno di bastardi senza gloria, la metà di una sporca dozzina fatta da bravacci che non si fermano davanti a niente. Ma quello che impressione è lo smisurato amore per il cinema di Quentin, qui all’apice del suo furore citazionista. Grandissimo, certo. Ma viene il dubbio che Tarantino si sia ormai infilato in un circolo vizioso autistico fatto di passioni e ossessioni personali e che ogni contatto con la realtà e l’oggi si sia dissolto. Come Fellini che si rinchiudeva nel suo studio di Cinecittà e lì ricreava il suo mondo di cartapesta senza più rapporti con l’esterno. Credo, temo, che Tarantino sia giunto alla stesso grado di solipsismo e autoreferenzialità. Spero che il suo prossimo film mi smentisca. (informazioni sul film)

Meravigliosa Faye Dunaway in "Chinatown" di Roman Polanski

1) Chinatown, Sky Cinema Classics, h. 21,oo. Capolavoro capolavoro capolavoro. Roman Polanski rifà nel 1974 un noir à la manière degli hammettiani-chandleriani Il mistero del falco e Il grande sonno. Stessa ambientazione di quegli archetipi, la Los Angeles anni Trenta-Quaranta. Misteri pubblici e privati, segreti inconfessabili, ignominie, speculazioni, il denaro che tutto corrompe, anime nere, angeli caduti. Indaga il detective Jake Gittes, un Jack Nicholson che non vedremo mai più così intenso e contenuto. Sarà per lui e per noi spettatori un viaggio al termine della notte. John Huston gigante del male. Faye Dunaway mai così ambigua e così straziante. Memorabile la battuta finale: “Che ci vuoi fare, Jake, è Chinatown”. (informazioni sul film)

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