Esattamente 30 anni fa, il 7 novembre 1980, moriva a Ciudad Juarez in Messico per un tumore Steve McQueen. Al di là della retorica costruita su di lui e la sua (presunta) vita spericolata, restano i suoi film. Resta quella sua immagine di macho impassibile, mai arrogante, forse malinconico.
Questi sono i suoi film che preferisco. Un modo di ricordarlo, di rivederlo. Tutto qui.
1) Il caso Thomas Crown. Gran commedia del 1968 di Norman Jewison. Steve è un miliardario ladro per gioco, Faye Dunaway la detective che deve incastrarlo. Sarà amore.
2) Bullitt. Crime-story del 1968 con uno Steve poliziotto. Memorabile l’inseguimento su e giù per le strade di San Francisco. Con Jacqueline Bisset. Regia di Peter Yates.
3) La grande fuga, 1963. Un gruppo di prigionieri inglesi e americani in un campo di prigionia tedesco durante la guerra. Riusciranno a evadere. McQueen salta i reticolati con la moto, ed entra nella leggenda. Dirige John Sturges.
4) L’inferno di cristallo. Catastrofico del 1974. In un grattacielo la sera dell’inaugurazione scoppia un incendio. McQueen eroico capo dei pompieri. Quasi una premonizione delle Twin Towers. Regia di John Guillermin e Irwin Allen.
5) Strano incontro. Uno dei pochi film intimisti di McQueen. Qui è in coppia con Natalie Wood in una difficile storia d’amore. Regia del bravissimo Robert Mulligan. Del 1963. Da recuperare assolutamente.
6) Getaway, il rapinatore solitario. Con Ali MacGraw fa coppia nel film e nella vita. Lui fa un colpo, poi con lei è costretto a scappare verso il Messico. Violento, senza tregua. Diretto dal grande Sam Peckinpah, anno 1972.
7) I magnifici sette. Remake western del 1960 dei Sette samurai di Akira Kurosawa. Un pugno di uomini pronti a tutto rimette ordine in un villaggio senza legge. Steve è uno di loro. Regia di John Sturges.
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