FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 10 (mercoledì 10 nov.)

I migliori dieci film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Chi volesse vedere la programmazione completa delle varie reti consulti Film.tv.it. Si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare all’ultimo momento (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua permanenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i film trasmessi da canali non a pagamento.

“Improvvisamente l’estate scorsa” e “Io ti salverò”: la psicanalisi va a Hollywood. “Attrici”, di e con Valeria Bruni Tedeschi (e il fidanzato Louis Garrel). Un film diretto da Clare Peploe, la poco conosciuta moglie-regista di Bertolucci. Doris Day da rivalutare.

10) Blue Sky, Premium Energy, h. 22,45. Girato nel 1990 da Tony Richardson un anno prima che il regista inglese morisse (pare di Aids), Blue Sky rimase in quarantena per tre anni, poi uscì con buon successo nel 1994 procurando oltretutto l’Oscar a Jessica Lange come miglior attrice protagonista (uno da non protagonista l’aveva già vinto per Tootsie). In una base militare anni ’60, mentre si fanno esperimenti atomici sotterranei, la moglie annoiata di un ufficiale-ingegnere nucleare lo tradisce ma non riesce a rovinare l’amore cieco che lui ha per lei. Bovarismi Sixties. Scene di infedeltà da un matrimonio, mentre incombe la rivoluzione sessuale e libertina. Tony Richardson è il regista di Tom Jones e Il caro estinto, oltre che primo marito di Vanessa Redgrave e padre delle sue due figlie Natasha e Joely. (informazioni sul film)
9) Il letto racconta, Studio Universal, h. 23,25. Recuperare Doris Day. Se visti senza pregiudizi, magari abbandonati sul divano, i suoi film divertono e sembrano meno scemi di quanto la critica altezzosa li abbia sempre dipinti. Il letto racconta poi, ne converrete, è un titolo fantastico, e il film si lascia guardare. Oltre a lei c’è un lui, ovvio, ed è il vicino Rock Hudson, che divide in duplex la linea telefonica con Doris. Vi rendete conto che negli anni Sessanta c’erano linee telefoniche in condivisione, che quando uno la occupava l’altro non poteva usare il telefono? Bene, su questo preistorico dettaglio tecnico si dipana la vicenda del film. I due forzati della coabitazione telefonica si detestano, si fanno dispetti reciproci (soprattutti lei), si innamorano. Stupido e gradevole come un bicchiere di gazosa (un’altra cosa dei tempi del duplex). (informazioni sul film)
FREE .8) Crimen perfecto – Finchè morte non li separi, Rai Movie, h. 22,35. Dopo che Alex De La Iglesia con il suo Balada triste de trompeta si è portato via all’ultima Mostra di Venezia ben due premi (non il maggiore però, andato a Sofia Coppola), mi sento in dovere di segnalare questo precedente film del regista spagnolo, Crimen perfecto. Anche se io l’ho destato. Anzi, io detesto De La Iglesia, con il suo gusto per il lercio e il laido travestito da estetica camp-movidesca sgargiante e fracassona. C’è sempre molto sesso nel suo cinema, mercificato e insozzato da turpi storie e turpi desideri. Qui una bruttona decide di avere anche lei la sua parte di felicità e di sesso e il suo posto nel mondo, dunque accalappia un bellone un po’ tonto, lo manipola, lo ricatta dopo che l’ha visto commettere un omicidio, lo costringe a stare con lei. Il cesso trionferà anche come donna in carriera. Disgustoso, e non sono un moralista. Ma il compiacimento di De La Iglesia nel mettere in scena il peggio, confermato anche in Balada triste de trompeta, è da voltastomaco. Guardate e poi sappiatemi dire. (Chi non capta Rai Movie, può seguirne i programmi in streaming su rai.it) (informazioni sul film)
7) Non toccate la donna bianca, Sky Cinema Italia, h. 0,30. Si può raccontare l’eterna storia del generale Custer, della sua tracotanza, della sua sconfitta a Little Big Horn ambientandola in pieno centro a Parigi? Negli anni Settanta, i più folli e estremi delle nostre vite, si poteva, si faceva. Lo fece Marco Ferreri, che prese un manipolo di grandi attori (Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Ugo Tognazzi, Serge Reggiani, Philippe Noiret, perfino Paolo Villaggio), li infilò nei costumi ottocenteschi di Custer e degli altri personaggi e li fece muovere nell’area sventrata delle Halles, allora (1973) appena abbattute per far posto al nascente simbolo del potere di Pompidou, il Beaubourg (ebbene sì, il Beaubourg non è lì dai tempi della Tour Eiffel, qualcuno si ricorda ancora Parigi senza Beaubourg e prima del Beaubourg). Non lo vedo da allora, Non toccate la donna bianca, non so se avrò il coraggio di rivedermelo. Ferreri  è un autore oggi abbastanza indigeribile. Girato ai tempi del grande amore Mastroianni-Deneuve. (informazioni sul film)
6) Il cattivo tenente – Ultima fermata a New Orleans, Sky Cinema 1, h. 1,10. Strano, inclassificabile Werner Herzog in trasferta americana, che nell’anno 2009 firma questo apparente remake dell’omonimo noir di Abel Ferrara con Harvey Keitel. Ma, titolo a parte, in comune c’è solo la figura del poliziotto degenere e carogna, una specie di versione bonsai dell’Infernale Quinlan wellesiano. Nicolas Cage è al limite del sopportabile, Eva Mendes lo stesso. Il film è pericolosamente laido e compiaciuto. Come se Herzog a Hollywood, pur se una Hollywood indie e low-budget, avesse perso l’anima e ogni freno morale. Inquietante, però una visione la merita. (informazioni sul film)
5) Io ti salverò, Sky Cinema Classics, h. 21,10. Uno dei miei Hitchcok preferiti. Fantastica l’idea di divulgare la psicanalisi freudiana e di usarla come espediente narrativo e macchina produttrice di colpi di scena e svolte drammatiche. Anzi, è tutta la psicanalisi in versione hollywoodiana a essere adorabile (vedi anche, più avanti, Improvvisamente l’estate scorsa). Un uso che non tradisce il pensiero di Freud. A modo suo anche il grande Sigmung era un detective che, mettendo sul lettino il paziente e interrogandolo, cercava di ricostruire la sua storia sepolta nell’inconscio attraverso indizi, lapsus, sogni, segnali, sintomi. Ogni giallo che si rispetti è una detection molto simile. Io ti salverò questo lo mostra perfettamente. Gregory Peck è un uomo turbato da qualcosa di misterioso accaduto molto tempo prima, ha incubi continui (illustrati da Salvador Dalì!), Ingrid Bergman, freudiana di ferro, si innamora di lui e vuole guarirlo. La psicoterapia e l’indagine, che qui coincidono, arriveranno alla verità, ma dopo aver sfiorato precipizi di ogni sorta. Che dire? Capolavoro, e basta. (informazioni sul film)


4) Attrici, Cult, h. 22,50. Forse non è il film capolavoro della serata tv, ma di sicuro è il più chic e il più cool, e che Dio mi perdoni i due aggettivi (soprattutto il secondo). Sentite un po’: lo dirige e lo interpreta Valeria Bruni Tedeschi, che oltre a essere la sorella della première dame Carlà è in proprio un affermato nome del cinema francese più intellettuale ed elegante. In più, il protagonista maschile è Louis Garrel, l’attor giovane più figo e racé dello schermo made in France (e forse europeo). Proprio sul set di Attrici Valeria e Louis sono caduti in amore e da allora formano una coppia d’acciaio, nonostante lei abbia 46 anni e lui 27 (che fanno 19 di differenza). Eppure il vero motivo di culto di questo film è un altro, la presenza di Marysa Borini, mamma di Valeria e Carla dunque prima suocera di Francia, donna dal turbinoso passato (ha avuto le figlie da due uomini diversi). Che in Attrici fa proprio la madre della protagonista, figura materna alquanto ingombrante ma irresistibile. Certo, poi c’è anche il film, che è così squisitamente Nouvelle Nouvelle Vague. La storia (con parecchi echi autobiografici) ci racconta di un’attrice di teatro in crisi e un po’ depressa, impastoiata in problemi di lavoro e di privato, storia un po’ lunga, forse non molto avvincente, però girata con gran classe. La satira di certo teatro d’avanguardia è acuta. E tanto basta. (altre informazioni sul film)
3) Il trionfo dell’amore, Premium Emotion, h. 0,35. La sorpresa della serata tv, un film piccolo e raro, da non perdere per chi ha Mediaset Premium. La gran commedia settecentesca di Marivaux rimessa in scena e filmata da Clare Peploe, che altri non è se non la moglie di Bernardo Bertolucci e regista in proprio, di film peraltro belli e sottili e poco melodrammatici, introspettivi, molto diversi da quelli del marito. Il suo film che preferisco è Alta stagione, ambientato su un’isola greca, ma anche questo Marivaux è eccentrico e notevole. Del 2001. Con Mira Sorvino e Ben Kingsley. (informazioni sul film)
FREE 2) I dieci comandamenti, Retequattro, h. 21,10. Questo sì che è cinema-cinema, Vedere e rivedere e vedere ancora per credere. La Bibbia secondo Hollywood, in un kolossal di Cecil B. De Mille che fissa per sempre il canone del peplum sacro. Molto viene linguisticamente e stilisticamente da lì, compreso Ben-Hur e perfino The Message, il film con Anthony Quinn sulla rivelazione coranica. La Bibbia che diventa canovaccio di una storia tra l’avventuroso e il melodrammatico. Mosè salvato dalle acque e poi a corte dal faraone, con la principessa innamorata di lui. Ma quando arriva il richiamo di Dio condurrà il popolo ebraico prigioniero in Egitto verso la Terra Promessa. Lo vidi da piccolo e ricordo ancora l’emozione di quel Mar Rosso che si spalancava agli ordini di Mosè (un Charlton Heston statuario e iconico, e che importa che non fosse un grande attore), e quelle fiamme arrivate dal cielo sul Monte Sinai a scolpire nelle pietra i dieci comandamenti. La principessa innamorata, poi perfida e vendicativa per la delusione d’amore, è Anne Baxter, che con le sue smorfie e i ghigni arriva dritta da Eva contro Eva. Film leggenda. (informazioni sul film)
1) Improvvisamente l’estate scorsa, Sky Cinema Classics, h. 0,50. Mi vien da ridere, o da piangere che fa lo stesso, quando leggo le critiche a queto film di certe anime belle della vieille critique (e anche della nouvelle, se è per questo): “effettistico, melodrammatico, verboso” ecc. ecc. Scherziamo? Qui siamo ai vertici di un certo cinema, che è quello della ridondanza, dell’eccesso, dell’urlo, dell’eros. Insomma del melodramma, che non va stroncato di default, è solo uno dei linguaggi che il cinema ha trovato per raccontare le passioni e forse il più efficace. Tratto da un lavoro teatrale del genio Tennessee Williams, sceneggiato per il cinema da Gore Vidal, diretto da Joseph L. Mankiewicz, Improvvisamente l’estate scorsa è del 1959, quando la rivoluzione libertina di massa non era arrivata e il sesso era ancora apparentato alla colpa, alla perdizione e al sacrificio, anche al sacro (lo è anche adesso, solo che non si può più dirlo). La ricca signora Violet Venable, che è una Katharine Hepburn strepitosa quale madre castrante, vive nel culto del figlio Sebastian, morto in circostanze misteriose in Spagna. Chiama nella sua casa-mausoleo un neurochirugo, Montgomery Clift, perché sottoponga a lobotomia la nipote Catherine (Elizabeth Taylor) che lei ritiene pazza. La verità verrà a galla a poco a poco, ed è un’orribile verità. Violet vuole cancellare dalla memoria di Catherine quello che sa di Sebastian e della sua fine. Perché Catherine era con lui, e ha visto. Il segreto è l’omosessualità di Sebastian, ucciso da una banda di ragazzi nella Spagna mediterranea, in una sorta di rito punitivo e cannibalico ancestrale. La scena finale, l’ascesa di Sebastian al suo Golgota inseguito dai suoi carnefici, è tra le cose più sconvolgenti che ci abbia dato il cinema. Certo, in questi tempi di gaytudine sdrammatizzata e depotenziata di ogni pathos, Improvviamente l’estate scorsa sembra pura archeologia. Ma come le autentiche creazioni e i miti, è un film che trascende il tempo e continua a parlarci. Basta saperlo ascoltare e guardare. (informazioni sul film)

Altre segnalazioni di film della serata tv in un successivo post.

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