Burlesque, regia di Steve Antin. Con Cher, Christina Aguilera, Alan Cumming, Kristen Bell, Stanley Tucci. Usa 2010.
Esce in America il 25 novembre. Uscita prevista in Italia il 18 febbraio 2011.
Burlesque s’annuncia come il culto camp dei prossimi mesi. Già il titolo basterebbe. Ma si è andati oltre. Per questa storia di una ragazza di provincia che arriva in città con molte ambizioni e diventa una star del burlesque rivitalizzando un locale agonizzante, la produzione non ha lesinato sulle gay queen.
Per interpretare l’aspirante star ha chiamato Christina Aguilera e per la tenutaria del locale, ex ballerina in pensione, hanno riesumato addirittura l’imbalsamata Cher, forse il corpo umano che più ha subito interventi estetici. Età ufficialmente dichiarata: 64 anni. Il tam tam promozionale intanto è incominciato, in vista dell’uscita nei cinema americani il 25 novembre, Thanksgiving (noi dovremo aspettare in febbraio, anche se i trailer già vengono proiettati nei cinema). Intanto il film si è già creato una certa fama sulfurea legandosi al fatto di sangue che ha sconvolto Hollywood l’altro giorno, la morte della p.r. Ronni Chasen, uccisa da cinque colpi proprio poco dopo aver lasciato la festa per l’anteprima di Burlesque. Così, un film che sembrava
confinato tra le stravaganze della
stagione cinematografica, si è ritrovato su tutte le prime pagine per un fatto di cronaca nerissima, una pubblicità che potrebbe anche rivelarsi un boomerang. Saranno gli incassi dare la risposta. Quel che è certo è che Burlesque non è un capolavoro che sfiderà i secoli, non credo nemmeno che aggiungerà qualcosa alla carriera cinematografica di Cher, cha da questo punto di vista ha un grande avvenire dietro le spalle. Il film in effetti merita e vale solo per la sua presenza camp. C’è la curiosità di vederla, di scrutare la sua faccia levigata da botox e lifting, il corpo semisintetico al silicone, di vedere se nell’avatar che lei stessa ha scientemente costruito di sé nei decenni sia rimasto qualcosa di umano, e qualcosa dell’attrice vera che per un certo tempo Cher riuscì a essere. Poi l’icona Cher ha prevalso su tutto, sulla Cher cantante e attrice, annullandole. Peccato, perché ci fu un periodo, negli
anni Ottanta, in cui interpretò un pugno di ottimi film, sempre diretta da registi dell A-list hollywoodiana. Forse ce lo siamo dimenticati, ma Cher vinse l’Oscar nel 1988 come migliore attrice per Stregata dalla luna di Norman Jewison, dov’era la cognata che faceva perdere la testa al fornaretto Nicolas Cage. Visto quello che ha combinato dopo come attrice, cioè molto poco, vien da dire Oscar sprecato. Però quella buona interpretazione non fu un caso,
veniva dopo altre buone prove. Il suo periodo aureo di attrice comincia nel 1982 con Jimmy Dean, Jimmy Dean diretto da Robert Altman. Nel 1983 la chiama Mike Nichols per farle interpretare in Silkwood, accanto a una Meryl Streep operaia ribelle, il personaggio di una lesbica working class, ruolo che le procura la nomination all’Oscar come best supporting actress. La sua credibilità aumenta. Nel 1985 è la sofferente ma coraggiosa madre di Dietro la maschera di Peter Bogdanovich. Nel 1987 arriva il grande successo commerciale di Le streghe di Eastwick di George Miller, dov’è accanto a Jack Nicholson, Susan Sarandon e Michelle Pfeiffer. Il 1987 è il suo anno d’oro: gira anche Suspect con un altro regista A-list, Peter Yates, e Stregata dalla luna, che le porterà l’Oscar. Poi inizia, misteriosamente, la discesa. Qualcuno parla di maledizione dell’Oscar che colpisce le attrici che non l’hanno meritato del tutto. Fatto sta che Sirene del 1990 non è un successo, va un po’ meglio con Un tè con Mussolini di Zeffirelli, ma siamo già nel 1999. Poco altro, fino a questo Burlesque. In ogni caso, si resta ammirati dalla forma fisica sempre smagliante, dalla fedeltà di Cher alla propria immagine, praticamente intatta dagli anni Sessanta. D’altra parte un’icona è tale perché immutabile, fissata per sempre. Per questo Cher non è mai diventata un’attrice vera, perché all’espressività e ai trasformismi continui richiesti dal mestiere d’attore ha preferito la fissità dell’icona e la sua impermeabilità al passare del tempo.

Cher alla prima di "Burlesque" con il figlio Chaz. Cresciuto come donna con il nome di Chastity, Chaz ha scelto di diventare uomo poco tempo fa. Mamma Cher in questo percorso lo ha sempre appoggiato.
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CHER (PHOTO)STORY
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