FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 10 (lunedì 6 dicembre)

I migliori dieci film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i film trasmessi da canali non a pagamento.

IMPERDIBILI (dal 1° al 10°posto)
1. Senso
, Sky Cinema Italia, h. 22,50.
2. Divina creatura
, Rai Movie, h. 22,55. FREE
3. Tarzan l’uomo scimmia
, Studio Universal, h. 21,10.
4. Killer Élite
, Sky Cinema Classics, h. 23,05.
5. L’ultimo imperatore
, Sky Cinema Italia, h. 0,55.
6. La doppia ora, Joi, h. 21,00.
7. Una vita al massimo, Premium Cinema, h. 0,40.
8. Il gatto dagli occhi di giada
, Iris, h. 0,50. FREE
9. Quando Alice ruppe lo specchio
, Iris, h. 23,05. FREE
10. La fabbrica di cioccolato
, Premium Cinema h. 21,00.
EXTRA: Figli della grande città, Rai Tre, h. 1,10. FREE

Commento:
1. Senso, il mio Visconti preferito insieme a Rocco e i suoi fratelli (guilty pleasure: La caduta degli dei), racconto dell’amour fou – matto e disperatissimo – nella Venezia ancora di Francesco Giuseppe della contessa Serpieri per un ufficiale austriaco troppo bello e troppo giovane. Mentre i patrioti brigano per portare la città sotto sovranità italiana, lei tradisce la sua classe, la sua identità, la sua appartenenza culturale per amore di un odiato straniero occupante. Melodramma di passioni e Risorgimento (confrontare con Noi credevamo di Mario Martone) di insuperato furore, non per niente alla sceneggiatura collaborò Tennesseee Williams. Alida Valli è meravigliosa, al punto più alto della sua carriera – in un altro personaggio risorgimentale dopo quello di Piccolo mondo antico – e non fa rimpiangere Ingrid Bergman, che era stata la prima opzione di Visconti. Farley Granger, marmoreo e inespressivo, lui sì che fa rimpiangere Marlon Brando, cui il ruolo inizialmente doveva andare.
2. Divina creatura è un purtroppo dimenticato film di Giuseppe Patroni Griffi del 1975, cioè del suo periodo aureo, quello incominciato con Metti, una sera a cena e proseguito con Addio fratello crudele e Identikit. Patroni Griffi rappresenta come pochi (solo la Cavani in questo gli sta a pari) certo cinema italiano arty di quegli anni, intellettualistico e insieme percorso da fremiti erotici di rara morbosità, che divulgava (volgarizzava?) Visconti, Pasolini e il primo Bertolucci. Divina creatura è una manieristica messinscena di una storiaccia presa da un romanzo d’appendice, su una signora borghese della Belle Epoque che si prostituisce per masochismo in un bordello di lusso. Poco più che un pretesto per un’escursione patronigriffiana tra corpi femminili e maschili e sovraccariche interior decorations. Con Laura Antonelli allora superstar del nostro cinema e con Mastroianni e perfino Terence Stamp! Rivalutare Patroni Griffi, assolutamente.
3. Tarzan l’uomo scimmia. Signori, questo è il primo, il vero, l’originale Tarzan della storia del cinema. Quello girato nel 1932, agli albori del sonoro, da W.S. Van Dyke con il campione di nuoto Johnny Weismuller. L’incunabolo di uno dei miti più persistenti dello schermo, che continua ancora oggi a incantarci. L’urlo di Tarzan, il Me Tarzan you Jane: tutto nasce qui.

4. Killer Élite, ovvero uno degli ultimi Sam Peckinpah, anno 1975, quando il suo cinema si era ormai essenzializzato in una lunga scia di violenze e sangue. In apparenza è una crime-story su un’agenzia di sicari e mercenari specializzati in delitti politici su commissione. Ma Peckinpah decostruisce il racconto e lo rifocalizza intorno alle scene più estreme, a sottolineare che il cinema – e la vita – altro non è che violenza, sopraffazione, aggressione e autodifesa. Molto anni Settanta, perché solo in quegli anni un autore poteva permettersi un tasso così alto di disincanto. Con James Caan e Robert Duvall, due duri assai rappresentativi dell’epoca.
5. L’ultimo imperatore. Piovvero nove Oscar su Bertolucci per questo suo The Last Emperor, enorme successo ovunque e il più grande della sua carriera dopo Ultimo tango a Parigi. Estenuato melodramma sulla decadenza dell’impero cinese mentre ormai stanno arrivando i nazionalisti e, appena visibili dietro di loro, i comunisti di Mao. Il tutto visto attraverso infanzia, giovinezza e maturità dell’ultimo malcapitato imperatore, Aisin Gioro Pu Yi, uomo abbastanza inetto travolto da eventi e persone più grandi di lui. Quel che attira Bertolucci è in tutta evidenza il sapore decadente e vagamente malato della vicenda. Confezione scintillante, il bertoluccismo al suo massimo tra sete rosse e dorate, città proibite, dragoni fimmeggianti e quant’altro. Un po’ di eros di orientale perversione e raffinatezza. Sontuoso ma, come spesso accade al regista parmigiano, drammaturgicamente molle, registicamente poco energico. Quel che diverte e convince di più è questo suo rifare consapevolmente i kolossal della Hollywood di una volta, come 55 giorni a Pechino, ma con lo sguardo e il gusto di un autore europeo.
6. La doppia ora. Presentato a Venezia 2009, è uno dei film titoli più sottovalutati della decade. Chissà perché molti signori della critica hanno trattato con sufficienza questo film di Giuseppe Capotondi che ha una solidità di scrittura e una confezione una volta tanto assolutamente internazionali. Forse perché è un film di genere all’apparenza poco autoriale. Eppure La doppia ora (quella che compare sugli orologi digitali quando la cifra dei minuti è uguale a quella dell’ora, e che secondo il protagonista del film segna un momento in cui tutto può accadere) è un thriller avvincente come pochi, ben costruito, in cui alla fine ogni tassello va al posto suo senza lasciare buchi nella trama. Un ex poliziotto ora custode di una villa fuori città (strepitoso Filippo Timi) incontra in uno speed-date abbastanza agghiacciante una ragazza che viene dell’est (Ksenia Rappoport), femme de chambre in un hotel. Ovvio che si innamora. Succederanno molte cose, compresa una rapina in villa in cui Guido viene colpito. E dal passato, come sempre, tornano a far visita fantasmi inquietanti. Continui capovolgimenti fino alla rivelazione finale. Ottimo noir, io ne vado pazzo. Ksenia Rappoport premiata a Venezia come miglior attrice, ma non è bastato per trasformare La doppia ora in un successo al box office. Peccato. Forse la trama, complessa anche se per niente confusa, richiede un’attenzione che il pubblico distratto di oggi non ha. Capotondi è uno che ha una carriera internazionale come regista di spot e videoclip, e il mestiere si vede.
7. Una vita al massimo. Coppia in fuga dopo un omicidio e il furto di una valigia piena di cocaina. Li vogliono tutti, la polizia e i narcotraficantes cui hanno sottratto la coca. Sceneggiatura di Tarantino di cui si favoleggia come di un capolavoro. Si favoleggia, perché pare che il film, diretto da Tony Scott, abbia appiattito lo script di Quentin e abbia ricondotto a una tradizionale linearità di racconto quello che in origine era un puzzle di schegge narrative. Con Chistian Slater e Patricia Arquette. La coppia giovane in fuga è un topos del cinema di quegli anni, vedi Kalifornia di Dominic Sena e Natural Born Killers di Oiver Stone.
8. Il gatto dagli occhi di giada. Italian gialli, o spaghetti thriller, firmato da Antonio Bido del 1975, che già nel titolo omaggia (o fu solo una furbata dei produttori?) la ‘trilogia animale’ di Dario Argento, L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio. Bido però, pur rimanendo all’interno del canone argentiano (ragazze in pericolo, lame che squarciano corpi, grandi spazi vuoti da incubo ecc.) realizza un prodotto personale, considerato oggi uno dei migliori di quella stagione del nostro cinema.
9. Quando Alice ruppe lo specchio. Un serial killer scopre che qualcuno lo sta imitando e uccide come lui donne sole e facoltose. Variazione sull’eterno tema del doppio e della specularità svolto da un Lucio Fulci forse un po’ troppo intellettualisticamente arzigogolato e ormai nella fase matura del suo percorso nell’orrore. Siamo nel 1988, e i capolavori del regista romano sono già alle spalle. Ma ovviamente anche questo Quando Alice ruppe lo specchio è considerato indispensabile dai Fulci-addicted.
10. La fabbrica di cioccolato. Confesso, non sono un grande fan di Tim Burton, che negli ultimi anni mi pare abbia incartato il suo spaventoso talento in un fare cinema sempre più autoreferenziale e autistico, in cui il turgore delle immagini prevale sul racconto, spesso ridotto a puro pretesto per gli scatenamenti visionari del regista. Un’involuzione che mi sembra simile a quella che colse anche Fellini (diciamo a partire dagli anni Settanta) e che sta ingrippando un altro talento della smodatezza visiva come Terry Gilliam. Comunque, anche se io l’ho trovato indigesto, La fabbrica di cioccolato resta una fantasmagoria di fascino indubbio con un perturbante Johhny Depp, una fiaba crudele (non per niente è tratto da Roald Dahl) che dà modo a Burton di produrre allucinazioni e barocchismi di ogni tipo.
EXTRA
Alla 1,10, appena oltre il limite della 1 di notte che questa pagina si è data per le segnalazioni, a Fuori Orario – la ipercinefila e benemerita trasmissione notturna curata su Rai Tre da Enrico Ghezzi – va in onda il rarissimo Figli della grande città di Evghenij Bauer. Un film del 1915 del maggior regista del cinema russo pre-rivoluzione bolescevica. Segue un altro film di Bauer, Vita per la vita.

CONSIGLIATI (dall’11° al 20° posto):

11. Kill Bill vol. 1, Sky Cinema Mania, h. 22,40.
12. Dorian Gray
, Sky Cinema 1, h. 21,00.
13. Affari sporchi
, Retequattro, h. 23,20. FREE
14. Appaloosa
, Sky Cinema Hits, h. 21,15.
15. Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo
, Sky Cinema 1, h. 23,00.
16. Psycho
(di Gus Van Sant), Premium Cinema Energy, h. 0,35.
17. Via da Las Vegas
, Premium Cinema Emotion, h. 23,00.
18. The Truman Show, Studio Universal, h. 23,30.
19. Coco avant Chanel – L’amore prima del mito
, Mya, h. 23,25.
20.
Birdy – Le ali della libertà, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
Commento: Dopo aver stazionato per molte volte tra gli Imperdibili 10, stavolta Kill Bill vol. 1 di Quentin Tarantino e la sua Sposa vendicatrice scivolano all’undicesimo posto, ma solo per lasciare spazio in alto a titoli un po’ meno televisti. Per Dorian Gray stasera è la prima televisiva assoluta: questa è la versione cinematografica più recente del romanzo di Oscar Wilde, con ottimo protagonista Colin Firth (occhio, Firth è il maggior favorito per i prossimi Oscar per la sua performance in The King’s Speech). Affari sporchi è una bellissima, torbida crime story di Mike Figgis con uno dei migliori Richard Gere di sempre nella parte di un poliziotto corrotto e molto carogna (tipo Il cattivo tenente e The departed), Appaloosa è il più nobile tentativo degli ultimi anni di resuscitare il western classico (e c’è il grande Viggo Mortensen). Ancora: un altro Mike Figgis, Via da Las Vegas, che miracolosamente portò all’Oscar Nicolas Cage (e se avessero saputo cosa avrebbe combinato in seguito non glielo avrebbero dato) e il più recente e folle Terry Gilliam, Parnassus, che è stato l’ultimo set di Heath Ledger. Il devoto e filologico remake dell’hitchcockiano Psycho per opera di Gus Van Sant: massacrato dai critici, ma degno di una visione, perché Van Sant è Van Sant, uno mai banale. E poi, il sopravvalutato anche se a suo tempo molto apprezzato The Truman Show e uno dei tanti film recenti su Coco Chanel, Coco avant Chanel (interessante, nonostante l’antipatica Audrey Tautou). Birdy è un vecchio film di Alan Parker (1984) su turbe e fantasmi di un reduce dal Vietnam. Per saperne di più di ogni titolo, cliccare sul link.

INTERESSANTI (dal 21° al 30° posto):
21. Viola di mare
, Sky Cinema Italia, h. 21,00.
22. Una calibro 20 per lo specialista, MGM Channel, h. 22,25.
23. Survival of the Dead
, Sky Cinema Max, h. 0,05.
24. Un re per quattro regine
, MGM Channel, h. 21,00.
25. Ritorno a Cold Mountain
, Sky Cinema Hits, h. 23,15.
26. Strategia di una rapina
, MGM Channel, h. 0,20.
27. Viuuulentemente mia
, Cult, h. 22,35.
28. Baby’s Room
, Rai Movie, h. 0,50. FREE
29. Ecco noi per esempio
, Rai Movie, h. 21,05. FREE
30. Il papà di Giovanna
, Iris, h. 21,00. FREE
Commento: Anche in questa parte dela classifica ci sono parecchi titoli meritevoli di una visione, anzi tutti hanno un qualche motivo di interesse. Io darei un’occhiata a Viola di mare, controverso lesbian-movie di Donatella Maiorca ambientato nella Sicilia del secondo Ottocento, abbastanza maltrattato dua anni fa alla sua uscita e che merita invece un po’ più di rispetto. E poi Un re per quattro regine, commedia anni Cinquanta con la vecchia canaglia Clark Gable.  Baby’s Room è l’episodio della serie horror spagnola Film per non dormire diretto da Alex De La Iglesia, il regista che all’ultima Mostra di Venezia si è portato a casa due premi con il suo Balada triste de trompeta. Per saperne di più di ogni film, cliccare sul link.

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