FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 10 (domenica 12 dicembre)

I migliori dieci film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazioni solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i film trasmessi da canali non a pagamento.

IMPERDIBILI (dal 1° al 10°posto)
1. In the Cut
, Iris, h. 21,05. FREE
2. Il fiore delle Mille e una notte
, Sky Cinema Italia, h. 0,25.
3. Il Cavaliere Oscuro, Joi, h. 22,45.
4. Il giorno dello sciacallo
, Iris, h. 23,10. FREE
5. Triplo gioco (Romeo is bleeding)
, MGM Channel, h. 23,10.
6. Il crimine di padre Amaro
, Cult, h. 22,40.
7. Liebestraum, Cult, h. 21,00.
8. Monty Python – Il senso della vita, Studio Universal, h. 1,20.
9. Il fiume rosso, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
10. Incontri d’amore, Cult, h. 21,00.

Commento:
1. In the Cut è il passo falso nella carriera di Jane Campion, il film che l’ha fatta precipitare tra gli autori all’inferno. Un thriller erotico che fu maltrattato in quanto goffo, imbarazzante, sconveniente, sguaiato, indegno della regista che aveva firmato Lezioni di piano. Che fraintendimento clamoroso. In the Cut è il film più coerente ed estremo della Campion, quello in cui la sua visione corporale dell’amore, e della vita tutta, si esprime pienamente. Una professoressa (Meg Ryan, uscita distrutta dal film) con l’alibi di uno studio sui serial killer si mette a frequentare i bassifondi. Conoscerà passione, peccato e colpa. La degradazione. Qualcosa che s’era già visto nell’altrettanto torbido In cerca di Mr. Goodbar che aveva fatto vincere nei primi anni Settanta a Diane Keaton l’Oscar. In the Cut ha scene di un tale erotismo da lasciare esterrefatte le signore bon cui era tanto piaciuto The Piano. Mark Ruffalo fu una rivelazione.
2. Il fiore delle Mille e una notte. Conclusione della pasoliniana Trilogia della vita dopo Decameron e I racconti di Canterbury. Un viaggio in un’Arabia Felix assolutamente fuori dalla storia e da ogni realtà, puro sogno, pura proiezione dei fantasmi erotici di Pasolini. Figurativamente abbagliante, di una bellezza come non si vedrà mai più al cinema. Qui il manierismo del regista-scrittore raggiunge vertici inimmaginabili di raffinatezza, ogni inquadratura trasuda citazioni e riferimenti, e un gusto sovrumano. A impressionare, semmai, In Il fiore delle Mille e una notte, è – oltre all’erotismo e allo spettacoli dei corpi e della carne, oggi insostenibili e quasi inguardabili – la scarsa sensibilità di Pasolini verso la cultura islamica, nonostante i mesi trascorsi nelle splendide location yemenite. Cultura raccontata ma poco capita e pochissimo penetrata. Pasolini resta un occidentale con un approccio esterno ed estetizzante.
3. Il Cavaliere Oscuro – The Dark Knight, ovvero il secondo capitolo, dopo Batman begins, dell’uomo-pipistrello rivisto da Christopher Nolan, che è riuscito nella miracolosa impresa di ridar vita a una saga ormai declinante. Il Batman di The Dark Knight (Christian Bale, e ci voleva del coraggio a scegliere per un personaggio del genere un attore così bravo ma così poco mainstream) è assai più ambiguo del precedente, combatte il male ricorrendo se necessario al male, si sporca, si corrompe. Difficile amarlo. Un eroe solitario e autoreferenziale fino all’autismo che stavolta è contro tutti e ha tutti contro. Trama complicatissima, dove il Nolan reduce da The Prestige (e prima di Inception) forse esagera nei suoi amati capovolgimenti di fronte, così contorta che si rischia di perdersi, ed è forse questo il limite di un film grande, spettacolare al massimo grado eppure sottile, che lavora sui dettagli e le psicologie. Heath Ledger, scomparso prima che il film uscisse, è un Joker allarmante e ipersadico che riesce a eclissare perfino quello di Jack Nicholson nel film di Tim Burton.
4. Il giorno dello sciacallo. Ricostruzione dell’attentato organizzato dall’OAS contro Charles De Gaulle per vendicarsi dell’indipendenza da lui concessa all’Algeria. La preparazione minuziosa del colpo, il killer solitario e silenzioso che si prepara al fatale momento, l’atmosfera sospesa delle strade, degli spazi urbani: Fred Zinnemann fa della storia scritta da Frederick Forsyth un film (anno 1973) quasi astratto, ascetico, tra Bresson e il Melville di Frank Costello faccia d’angelo. Lo Sciacallo, il killer, è Edward Fox. Un film che io amo molto.
5. Triplo gioco (Romeo is bleeding). Un copione leggendario, di cui tutti parlavano benissimo a Hollywood ma che continuava a girare da uno studio all’altro senza che nessuno lo mettesse in cantiere. Finché nel 1993 Preter Medak lo realizzò con Gary Oldman, Juliette Lewis e Lena Olin. Un noir grottesco in cui un poliziotto corrotto venduto alla mafia è costretto dai suoi padroni a uccidere una russa che sta diventando una minaccia, con il rischio di mandare in crisi definitivamente la sua doppia vita fino a quel momento accuratamente preservata con la moglie e l’amante teenager. Titolo originale bellissimo, da una canzone di Tom Waits. Il film fu un flop clamoroso (avere per interpreti Gary Oldman e Juliette Lewis non è proprio il massimo), ma col tempo è diventato un culto. Da vedere.
6. Il crimine di padre Amaro, Melodramma messicano del 2002 con un pretino (Gael Garcia Bernal) che si innamora di una giovane parrocchiana, mentre assiste impotente ai crimini e alla corruzione del clero locale. Chiaro il messaggio che il film ci invia: cosa volete che sia il peccato della carne a fronte di altre e ben peggiori colpe? Al di là di questo fastidiosa predica poilitically correct il film ha quel giusto torbido che lo trasforma in un interessante mélo. Grande successo negli Stati Uniti e candidatura all’Oscar, nessun successo in Italia.
7. Liebestraum. Film minore e rimosso di quel buonissimo regista che è Mike Figgis (Affari sporchi, Via da Las Vegas). Qui un giovane architetto torna nella sua hometown per conoscere la madre naturale che l’aveva dato in adozione e che adesso è malata terminale (attenzione, è Kim Novak). Si ritroverà invischiato in un vecchio mistero. Un piccolo film di atmosfere sospese, di sottili minacce. Niente male.
8. Monty Python – Il senso della vita. Quando i Monty Python reinventarono la comicità al cinema. Questo è il loro film più compiuto, il loro manifesto. Ricostruzione surreal-demenziale degli stadi della vita umana, con quel miscuglio di follia e profondità che era dei MP: un pugno di talenti, da Gilliam a Cleese passando per Terry Jones. Del 1983. Da rivedere per capire quel resta di loro e quello che invece il tempo ha fatto svanire.
9. Il fiume rosso. Back to classics. Vertice assoluto del western americano. Howard Hawks mette in scena prima l’affetto tra due uomini di diverse generazioni, un maturo allevatore e un ragazzo che potrebbe essere suo figlio, e poi il conflitto – tra complesso di Edipo e complesso di Crono – tra di loro. Il tutto tra maestosi paesaggi e mandrie di migliaia bufali da portare al mercato di Abilene. John Wayne e Montgomery Clift sono i due maschi alfa antagonisti. Meraviglioso.
10. Incontri d’amore. Film di sentimenti molto francese del 2005 su una coppia più che rodata, anzi decisamente matura, che venendo a contatto con un lui e una lei vicini di casa entrerà in una fase sempre più accelerata di cambiamento e di sommovimento dei sensi. Peccato ci sia l’eternamente bamboleggiante Sabine Azéma. Però c’è Daniel Auteuil e, soprattutto, Sergi Lopez, la faccia e il corpo più proletari del cinema europeo di questa decade. Uno che da solo merita la visione di qualsiasi film.

CONSIGLIATI (dall’11° al 20° posto)
11. Tepepa
, La7, h. 1,10.
12. Nemico publico – Public Enemies, Premium Cinema, h. 22,48.
13. Dieci inverni
, Premium Cinema, h. 0,40.
14. L’arte del sogno, Rai Movie, h. 21,00. FREE
15. Tempi moderni, Sky Cinema Clssics, h. 0,45.
16. Body of Evidence – Il corpo del reato, MGM Channel, h. 1,00.
17. Un pesce di nome Wanda, Studio Universal, h. 21,00.
18. Jade, Sky Cinema Max, h. 22,40.
19. Austin Powers in Goldmember, Steel, h. 23,30.
20. Ricatto d’amore
, Sky Cinema Family, h. 21,00.
Commento: Uno dei macaroni-western rivoluzionar-proletari con Tomas Milian, Tepepa. L’ambizioso anche se non molto riuscito Public Enemies di Michael Mann, ennesima riproposizione delle vicende del bandito Dillinger, con Johnny Depp e Marion Cotillard. Un film stavolta non solo scritto ma anche diretto da quel visionario di Michel Gondry, L’arte del sogno. Un noir con dark lady del grande William Friedkin, Jade. Il classico surreal-demenziale Un pesce di nome Wanda e il goliardico-demenzial-citazionista Austin Powers in Goldmember, parodia greve ma spassosa dei Bond-movies anni Sessanta. Per saperne di più di ogni film, cliccare il link.

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