Black Swan, il film sul balletto di Darren Aronofosky con Natalie Portman, è il caso cinematografdico del momento negli Stati Uniti. Incassi altissimi, per un film indie, nomination a tutti i premi possibili. Report di Egle Santolini sulla Black Swan-mania:
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Incassi record e controversie critiche: negli Usa, il film di Aronofsky sul balletto è il caso dell’anno
Capolavoro o schifezza? Pasticciaccio misogino o celebrazione del genio artistico femminile? Soprattutto un eccelso «guilty pleasure», cioè il piacere di cui ci si vergogna un po’ e che delizia proprio per questo. Black Swan , il film di Darren Aronofsky ambientato nel mondo del balletto newyorkese, un milione e 400 mila dollari acchiappati a razzo nel primo week-end, oggi a quota quasi sei anche se la distribuzione è stata limitata a poche città, è il vero caso della stagione cinematografica americana, «così brutto da essere bello», controverso, schizoide, che lo ami o lo detesti.
Perfino, come ha scritto Dennis Lim su Slate , un caso curioso di camp destinato agli etero e non ai gay, cioè un camp al quadrato, per l’epoca in cui il camp di Almodóvar o Lady Gaga è già stato bell’e digerito: che di quella categoria estetica supera i limiti, già in verità piuttosto sconfinati, aggiungendovi tocchi horror e grevità assortite, stigmate sanguinanti, conati di vomito bulimici, dita dei piedi frantumate dagli esercizi alla sbarra, automutilazioni e perfino mani schiacciate nelle porte, oltre a una scena di amore lesbico fra Natalie Portman e Mila Kunis. Dai tempi di Scarpette rosse non piroettava sugli schermi una ballerina tanto masochista: invitata dal suo coreografo-carnefice (Vincent Cassel, «virile perfino nel naso», ha sottolineato David Denby sul New Yorker ) a tirar fuori il proprio lato perverso per diventare il Cigno Nero nel Lago di Ciakovskij, perseguitata da Doppelgänger, rivali e specchi, e soprattutto da una madre (Barbara Hershey) che più cattiva non si può. Aggiungete che la collega più anziana spodestata dalla protagonista è impersonata da Winona Ryder, cioè l’attrice dalla carriera ormai fanée che dieci anni fa aveva le parti che ora vanno alla Portman, e capirete come, lì, la confusione tra arte e finzione conti eccome.
E infatti è il film che ha cambiato la vita di Natalie Portman, la sua stella: forse le darà un Oscar, senz’altro le ha dato un futuro marito e presto un bambino. Il molto invidiato è Benjamin Millepied, stella del New York City Ballet, nato a Lione, coreografo di gran moda e apprezzamento critico e autore del celebrato Amoveo su musiche di Philip Glass. Ma anche così furbo da posare per la campagna pubblicitaria della griffe Club Monaco e così sexy da far ricordare agli appassionati di plié e di cronaca rosa i tempi in cui Baryshnikov stava con Jessica Lange o quelli in cui Jerome Robbins invitava a cena Montgomery Clift. Natalie e Benjamin si sono conosciuti sul set, come da melenso copione. Per un po’ hanno tenuto la cosa segreta, anche se lui aveva cominciato a dichiarare, sgranando gli occhioni blu lavanda, che «guardarla danzare era stato amazing», stupefacente. Quando arrivarono alla Mostra di Venezia per presentare il film, si capì che qualcosa era in corso. Pochi giorni fa l’annuncio ufficiale della prossima maternità e delle nozze, non si sa in quale ordine di apparizione.
Di Black Swan , Millepied ha coreografato le scene di ballo, ritagliandosi inoltre il piccolo ruolo del partner di danza di Natalie e della sua rivale-alter ego Mila Kunis, che spiccica anche qualche frase: «Sono solo sei righe, ma ho chiamato Aronofsky e gli ho detto: mi piacerebbe farlo io. Lui mi ha risposto: non devi neanche proporti, avevamo capito che sei il più adatto». Saranno una gran coppia per gli Academy Awards, lei in prémaman e lui con lo charme francese. Per conquistare la sua prima statuetta, Natalie ha messo in gioco anni di lezioni di danza, l’ostensione dolorosa di una magrezza da colibrì, soprattutto una laurea in Psicologia a Harvard: «È uno dei rari casi in cui quello che ho imparato a scuola mi è servito per il lavoro. Nina è un tipico esempio di ossessiva compulsiva. L’autolesionismo, i disturbi alimentari: il balletto c’entra molto perché ha un aspetto rituale, le scarpette con le punte, un paio nuovo per ogni performance, vengono infilate con lo scrupolo religioso di un ebreo che indossa i tefillin o di un cattolico che sgrana il rosario».
Mentre Natalie aspetta, New York elabora un culto di nuovo tipo: tutte in tutù, come ai primi tempi di Sex and the City . Come minimo in coprispalle rosa, giustacuori bianchi, scarpine dai lacci di raso. E crescono le già alte quotazioni delle sorelle stiliste Kate e Laura Mulleavy, titolari del marchio Rodarte e consulenti per Amy Westcott, la costumista del film. L’importante, a quanto pare, è restare in ballo.
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