FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 15 (giovedì 13 gennaio 2011)

I migliori quindici film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i film trasmessi da canali non a pagamento.

1. VALZER CON BASHIR, Sky Cinema Hits, h. 0,40.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=WFgzTMdeebU&fs=1&hl=it_IT]
2. Big Fish, Retequattro, h. 23,25. FREE
3. I cancelli del cielo
, La7, h. 23,25. FREE
4. Affliction
, Premium Cinema, h. 1,00.
5. Borsalino
, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
6. Uno sparo nel buio, La7, h. 21,10. FREE
7. Milano rovente
, Sky Cinema Italia, h. 23,10.
8. Il giorno dello sciacallo, Studio Universal, h. 21,00.
9. Robocop
, Rai4, h. 23,30. FREE
10. Manhattan, Sky Cinema Mania h. 21,00.
11. Il fiume del grande caimano, Rai Movie, h. 0,35. FREE
12. Nel paese delle creature selvagge, Premium Cinema, h. 21,00.
13. Arco di trionfo, Hallmark, h. 21,00.
14. Bambole russe, Cult, h. 23,00.
15. Wonder Boys, Premium Cinema Emotion, h. 1,05.

Commento:
1. Valzer con Bashir. Uno dei migliori film degli ultimi anni. Il cinema d’animazione – e qui sta l’innovazione stilistica e linguistica – utilizzato per raccontare una storia (vera) di guerra, sangue, rimozioni, incubi e deliri, di angosce che non danno tregua ed eternamente ritornano. Bashir è Bashir Gemayel, rampollo di una delle più potenti famigli cristiano-maronite del Libano, elevato ancora giovane a presidente del suo paese e ucciso da un attentato palestinese il 14 settembre 1982. Parte da qui, dalla sua morte, una crisi politica che avrà conseguenze terribili: Israele invaderà il sud del Libano arrivando fino a Beirut e circondando i campi palestinesi di Sabra e Chatila, ove una falange libanese-maronita penetrerà a compiere l’orrendo massacro che sappiamo. Si imputò la strage direttamente all’esercito israeliano, ma la storia e le inchieste hanno mostrato che Tsahal non entrò nei campi ma – questo sì – non intervenne per impedire la pulizia etnica. I fatti sono rievocati in Valzer con Bashir attraverso gli incubi di un allora soldato israeliano arrivato fino a Beirut, incubi che gli ricompaiono nella mente incarnati in neri cani feroci dalle fauci spalancate. Il regista Ari Folman lo incontra in un bar e parlandogli si rende conto di aver lui stesso completamente dimenticato e cancellato dalla memoria la propria esperienza di soldato in quel conflitto. Comincia così la sua ricerca di quel passato, una discesa nel proprio inconscio che gli consentirà di ritrovare i fatti e di sottrarli alla rimozione. Ari Folman (non per niente sceneggiatore di una serie tv che ha il suo motore drammaturgico nella psicanalisi e che ha poi ispirato l’americana In Treatment) firma la regia di un capolavoro non solo del cinema israeliano. Di straordinario c’è molto, a partire dall’uso dell’animazione, stavolta all’altezza delle migliori graphic novel (scusate, ma alla tecnologia Pixar e a tutte le sue produzioni io preferisco questo piccolo film).
2. Big Fish. Un padre affabulatore e le sue storie fantastiche, pencolanti tra realtà e surrealtà. Un figlio che ha sempre sofferto quel genitori troppo ingombrante e se n’è andato di casa. Tornerà quando il padre si ammalerà, e riattraverserà quella vita e quei racconti per riconciliarsi (forse) con lui. Il capolavoro di Tim Burton, il suo film più sentito e necessario.
3. I cancelli del cielo. La storia è nota. Dopo il successo enorme di Il cacciatore Michael Cimino risce a farsi dare nel 1980 un budget colossale dalla United Artists per il film della sua vita, un’epopea western dura e crudele (rancheros carogna, immigrati schiavizzati, scontri e faide). Sarebbe diventato uno dei grandi disastri della storia del cinema. Fallimento della United Artists, film archiviato e rimosso. Dopo qualche anno naturalmente verrà recuperato e osannato come capolavoro assoluto. Forse oggi, a distanza di tanto tempo, si può dare su I cancelli del cielo un giudizio più sereno, non condizionato da pregiudizi favorevoli o sfavorevoli.
4. Affliction. Del 1997, è uno dei migliori film di sempre di quel regista appartato che è Paul Schrader. Un padre alcolizzato e violento, un figlio che cresce nel terrore e diventerà uno sceriffo roso dai dubbi e dai tormenti: ombre della mente che diventeranno insostenibili quando si troverà alle prese con un sospetto caso di omicidio. Intorno, paesaggi di neve e ghiaccio. Non è mai consolatorio il cinema di Schrader, la colpa e l’espiazione sono spesso i motori psicologici dei suoi personaggi. Succede anche qui. Ne esce un film austero, implacabile, bello e dolente. Grandi Nick Nolte e James Coburn (Oscar come best supporting actor).
5. Borsalino. Uno dei più grandi successi di sempre del cinema francese. Anno: 1970. Regia: Jacques Deray, che dirige la magnifica coppia maschile Jean-Paul Belmondo-Alain Delon, entrambi allora all’apice della propria carriera. La storia è quella di un’alleanza tra due gangster nella equivoca e torbida Marsiglia del 1930 per dare la scalata al potere criminale in città. Gessati, cravatte enormi, Borsalino in testa. Belle macchine, bellissime donne. Da vedere e rivedere. Il personaggio di Alain Delon si chiama Roch Siffredi, ed è da lui che la nostra massima pornostar ha preso il nome.
6. Uno sparo nel buio. Il secondo capitolo della saga della Pantera rosa, e per molti estimatori il migliore di tutti. Torna a farci ridere l’imbranato, incantevole Ispettore Clouseau di Peter Sellers che, sotto la direzione di Blake Edwards, si trasforma in personaggio quasi da cartoon, in una figurina bidimensionale. Peter Sellers aveva il dono raro e meraviglioso di regalarci la perfezione della superficialità, la negazione di ogni malinconica profondità, di ogni tormento interiore.
7. Milano rovente. Poliziottesco dell’ottimo Umberto Lenzi del 1972, quindi del primissimo periodo di questo genere che fu tra i più popolari del nostro cinema anni Settanta (esportato peraltro in 0gni angolo del mondo). Tutto procede secondo il canone del filone: una criminalità arrembante, una giustizia che non ce la a contenere l’assalto. Il villain è Antonio Sabàto, uno degli attori-feticcio di quel periodo.
8. Il giorno dello sciacallo. Ricostruzione dell’attentato organizzato dall’OAS contro Charles De Gaulle per vendicarsi dell’indipendenza da lui concessa all’Algeria. La preparazione minuziosa del colpo, il killer solitario e silenzioso che si prepara al fatale momento, l’atmosfera sospesa delle strade, degli spazi urbani: Fred Zinnemann fa della storia scritta da Frederick Forsyth un film (anno 1973) quasi astratto, ascetico, tra Bresson e il Melville di Frank Costello faccia d’angelo, e che ricorda anche le atmosfere sospese del suo precedente Mezzogiorno di fuoco. Lo Sciacallo, il killer, è Edward Fox. Un film che io amo molto.
9. Robocop. Per combattere la città devastata e infestata dalla criminalità si mette a punto un superpoliziotto metà uomo metà macchina, Robocop. Magnifico film hollywoodiano anni Ottanta, ma sempre molto personale, dell’olandese Paul Verhoeven, che qui porta al massimo grado la sua ossessione heavy-metal e métal hurlant, declinata con quella sua durezza, anche grevità, nordico-fiamminga. Robocop comunica un senso di allarme vero, di disagio che nessun Terminator all-american potrà mai dare.
1o. Manhattan. Chi ogni tanto dà un’occhiata a questo blog sa che non sono un ammiratore di Woody Allen e del suo cinema. Resto dell’idea che sia parecchio sopravvalutato e che i suoi titoli migliori siano quelli degli anni Settanta, quando ancora non si era fissato, anzi sclerotizzato, nei suoi manierismi e nelle sue ossessioni. Il suo film che mi piace di più è Io e Annie, però anche Manhattan è guardabile: la panchina con vista sul ponte di Brooklyn, lui e Diane Keaton, lui e la ninfetta (Mariel Hemingway), lui e la ex moglie pencolante verso il lesbismo (Maryl Streep). C’è già tutto il Woody Allen dei successivi trent’anni (Manhattan è del 1979).
11. Il fiume del grande caimano. Un B-movie italico diretto da Sergio Martino sull’ennesimo animale-mostro che, sloggiato dalla sua quiete naturale dall’avidità umana (in questo caso: speculazione), attacca e fa strage. Il prototipo è Lo squalo di Spielberg, qui invece c’è un caimano, animale totem di una tribù centroamericana che si ribella contro un villaggio turistico e i suoi occupanti. Poveristico, ma efficace. Perfetto esempio di quel che è stato il nostro cinema-bis, nel bene (la creatività, l’arte di arrangiarsi) e nel male (la riproduzione di modelli filmici altrui).
12. Nel paese delle creature selvagge. Ma questo film di animazione, di mostri e di bambini, firmato Spike Jonze è un capolavoro o una bufala? Spettatori equamente divisi, critici pure. Spike Jonze si rivelò con Being John Malkovich e siamo ancora in attesa che passi dal campo dell’eterna promessa a quello dei maestri veri. Sceneggiatura di Dave Eggers, nientemeno.
13. Arco di trionfo. Amore, tradimento e passioni politiche, tutto al massimo dell’incandescenza melodrammatica, nella Parigi del 1938, mentre già incombono la guerra e la minaccia tedesca sulla Francia. Un antinazista che cerca di fuggire dai suoi persecutori, una donna disperata e sola: si incontrano e si amano. Ma tutto si complicherà maledettamente. Lei è Ingrid Bergman, lui Charles Boyer. Dirige Lewis Milestone.
14. Bambole russe. Sequel del fortunatissimo L’appartamento spagnolo, il film di Cédric Klapisch che celebrava il doppio mito giovanile dell’Erasmus e di Barcellona. Bambole russe riprende il personaggio di Romain Duris qualche anno dopo, ormai nella sua fase post-studentesca, alle prese con il lavoro di sceneggiatore. Divertente, ma non ha la stessa fragranza dell’originale, anche se l’escursione russa è molto ben riuscita. Duris al solito conquista tutte e si lascia conquistare da tutte.
15. Wonder Boys. Un professore-scrittore in crisi creativa e personale, alle prese con un romanzo che non riesce a finire e un’amante incinta. Un allievo geniale e non precisamente conformista con cui stabilirà una tacita alleanza. Una commedia più agra che dolce con dialoghi benissimo scritti e ottimi interpreti: a partire da un Michael Douglas che qui riesce perfino a non essere antipatico.

La classifica prosegue con:
16. Giovani, carini e disoccupati
, Fantasy Channel, h. 23,50.
17. American Buffalo, Sky Cinema Mania, h. 0,25.
18. Nenè, Cult, h. 1,10.
19. Largo Winch, Sky Cinema Max, h. 21,00.
20. La vedova nera, Sky Cinema Italia, h. 23,10.
21. Arianna, Sky Cinema Classics, h. 23,10.
22. Senza un filo di classe, MGM Channel, h. 22,45.
23. Legion, Sky Cinema 1, h. 21,00.
24. Taps – Squilli di rivolta
, Cielo, h. 21,00.
25. Donnie Brasco
, Premium Cinema, h. 22,50.
26. Platoon, Studio Universal, h. 0,00.
27. Il trucido e lo sbirro, Sky Cinema Italia, h. 0,55.
28. Hachiko, il tuo migliore amico, Sky Cinema 1, h. 0,25.
29. Non c’è due senza quattro, Retequattro, h. 21,10. FREE
Commento su alcuni titoli: Ritratto primi anni Novanta di una generazione tra entusiasmi e paure: dirige Ben Stiller (Giovani, carini e disoccupati); un film sottostimato e da rivalutare tratto da un play di David Mamet, con un formidabile Dustin Hoffman (American Buffalo); un Salvatore Samperi molto anni Settanta sui turbamenti di un ragazzino (Nenè); una produzione franco-belga ricavata da una graphic-novel tra action, crime-story e avventura (Largo Winch). Per saperne di più di ogni film, cliccare il relativo link.

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