FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 15 (giovedì 27 gennaio)

I migliori quindici film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
I film che vanno in onda oggi in occasione del Giorno della memoria e trattano il tema della Shoah sono già stati segnalati in un post precedente (Giorno della memoria: tutti i film in tv). Vengono quindi omessi in questa classifica.
La scritta FREE indica i canali non a pagamento.

1. THE PRESTIGE, Premium Cinema, h. 21,00.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=o4gHCmTQDVI&w=640&h=390]
2. Le streghe, MGM Channel, h. 0,55.
3. Eden, Premium Cinema, h. 1,10.
4. Doppia personalità
, Fantasy Channel, h. 22,00.
5. Cannibal Love – Mangiata viva
, Rai Movie, h. 22,30. FREE
6. Showgirls
, Retequattro, h. 23,25. FREE
7. Il resto della notte
, Premium Cinema Emotion, h. 22,50.
8. Il riccio
, Sky Cinema 1, h. 22,50.
9. Mio fratello è figlio unico
, Premium Cinema Emotion, h. 21,00.
10. Il sarto di Panama
, La7, h. 21,10. FREE
11. Syriana
, Premium Cinema Energy, h. 21,00.
12. The Newton Boys
, Sky Cinema Mania, h. 21,00.
13. Senza apparente motivo
, Sky Cinema 1, h. 21,00.
14. Il commissario di ferro
, Sky Cinema Italia, h. 0,30.
15. Terminator 2 – Il giorno del giudizio, Steel, h. 21,00.

Commento:
1. The Prestige. Uno dei più bei film degli ultimi anni e il più bello di Christopher Nolan (che pure ha diretto Memento, The Dark Knight e Inception). A raccontarlo, come tutti i i film del regista inglese, sembra un delirio. Comunque proviamoci: siamo nella Londra vittoriana, tra vapori, ciminiere, macchinerie e clangori metallici. In questo mondo ottocentesco colmo di cieca fiducia nell’avvenire e nei prodigi della scienza, agiscono due illusionisti che ridanno spazio a quel senso dell’irrazionale e del meraviglioso di cui la gente ha bisogno nonostante il (o proprio a causa del) freddo trionfo della tecnica. Il film è il duello tra i due, interpretati da Hugh Jackman e da un torvo, al solito, Christian Bale. Prima amici, poi separati da molto di più che una rivalità professionale (c’è anche di mezzo una donna, Scarlett Johansson). Tra trucchi che forse non sono tali, mirabolanti esperimenti, segreti trafugati, botole, vasche magiche, ricerca ossessiva dell’illusione perfetta. E l’effetto più speciale di tutti, il trasporto umano: come passare in una frazione di secondo da un punto all’altro del teatro in cui si dà lo show. Colpi di scena a ripetizione, in un’escalation che lascia senza fiato, e rovesciamenti di fronte e depistaggi continui che sono ormai il segno distintivo del regista inglese (vedi anche The Dark Knight) e incasinano anche un po’ troppo il plot. Un film, come Inception, con slittamenti continui dal reale all’oltre-reale. Nolan ormai è un maestro.
2. Le streghe. Da quel giacimento di tesori cinematografici che sono i film a episodi italiani degli anni Sessanta esce anche questo Le streghe. Dirigono, e scusate se è poco, Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Mauro Bolognini, Franco Rossi e Vittorio De Sica. Un produzione voluta da Dino De Laurentiis per celebrare e monumentalizzare Silvana Mangano (la più bella attrice italiana di sempre insieme a Lucia Bosè), allora sua moglie, presente in tutti e cinque gli espisodi. Del 1967, restituisce tutto il senso del cinema italiano di quegli anni fantastici. Il più acclamato resta l’episodio diretto da Pasolini, La terra vista dalla luna, con un Totò con i riccioli, Ninetto Davoli con i riccetti e una Mangano matta dai capelli verdi. Ma anche il pezzo viscontiano è memorabile, girato tra gli ambienti altoborghesi di Cortina. Attenzione, nell’episodio di De Sica c’è Clint Eastwood. Già questo basta a rendere indispensabile la visione di Le streghe.
3. Eden. Film (anno 2001) poco amato e semidimenticato dell’israeliano Amos Gitai. Un pugno di persone, spinte da motivi diversi ma convergenti, si ritrova in Palestina tra 1945 e 1946, mentre l’idea sionista prende corpo e si stanno mettendo le basi dello stato d’Israele. Destini che si intrecciano (una coppia di ebrei americani emigrati con l’intenzione di contribuire alla nascente patria israeliana, una ragazza che lotta contro l’occupazione britannica, un libraio, un aspirante capitalista che vede in quel passaggio caotico una chance di business). Israele allo stato aurorale, raccontato attraverso vite esemplari anche se apparentemente qualsiasi. Utile per sfatare certi luoghi comuni, per capire ad esempio che esistevano sionisti comunisti, che il sogno dello stato israeliano era condiviso dalle forze progressiste del mondo, che al contrario era ostacolato dagli inglesi. Non a caso tratto da un romanzo di un guru dell’intellettualità ebraico-liberal americana come Arthur Miller (che si è anche riservato un ruolo d’attore nel film). Questo incontro tra Amos Gitai e Miller, per molti versi così lontani, è il vero motivo di attrazione di Eden.
4. Doppia personalità. Uno degli omaggi di Brian DePalma ad Alfred Hitchcock, affollato di citazioni del maestro. Protagonista uno psicopatico dalla multipla personalità. Siamo dalle parti di Psycho e di molto altro. Stroncato dalla solita critica paludata, io lo trovo un DePalma dei più godibili (godibile se si ama il thriller con venature horror, se no meglio lasciar perdere).
5. Cannibal Love – Mangiata viva. Nonostante il trucido titolo italiano, un horror d’autore. Lo firma la francese Claire Denis, grande esploratrice di privati scontri di civiltà e contaminazioni interculturali (Chocolat, Nénette et Boni), un’outsider del cinema francese e europeo che continua a macinare film marginali e mai mainstream, come il recente White Material. Qualche anno fa ha tentato con questo Cannibal Love la carta del cinema di genere mescolando spericolatamente mutazioni genetiche ed erotismo. Quando il sesso diventa antropofagia, e viceversa. Siamo al limite del sopportabile e anche oltre. Attori che già di loro sono supercult: Vincent Gallo (io non lo reggo, ma insomma) e Béatrice Dalle. Denis stavolta rischia troppo e deraglia, ma resta un’autrice. Avercene.
6. Showgirls. 1995: si riforma la coppia che aveva dato vita al leggendario Basic Instinct, Joe Eszterhas alla sceneggiatura e Paul Verhoeven alla regia. Nessuno dei due ha mai avuto tra i suoi talenti quello della leggerezza. Figuriamoci stavolta, alle prese con rivalità cripto-lesbiche tra ragazze della lap dance in quel di Las Vegas, maschi voyeur e allupati, e un retroscena giallo che intorbida ulteriormente il quadro. Non solo non si ripete il successo di B.I. ma Showgirls è un tonfo colossale, un insuccesso così assoluto da diventare grandioso e mitico. Difatti non ci vorrà molto tempo perché si il film si trasformi in cult, anzi nel padre di tutti i guilty pleasures cinematografici. Così orrendo che è un piacere guardarselo. E però resta un fatto indubitabile: Paul Verhoeven è un autore poderoso, lo è sempre, anche quando come in questo film sbanda paurosamente.
7. Il resto della notte. Francesco Munzi nel suo film d’esordio Samir aveva convinto tutti, con una storia lucida sull’immigrazione che non taceva nulla né delle ambiguità di chi accoglie né di chi si fa accogliere. In questo successivo Resto della notte (2008) mette di nuovo in scena, se non la contrapposizione, il confronto difficile tra italiani e stranieri, raccontando di una coppia di rumeni che vuole tentare un colpo in una villa borghese. Tema rischioso e, secondo gran parte della critica, non risolto adeguatamente da Munzi, che non sarebbe riuscito a andare oltre gli stereotipi. Ma Il resto della notte, così diviso tra oscure pulsioni di rifiuto dell’estraneo e buone intenzioni di apertura e tolleranza, è interessante proprio per i suoi squilibri che riflettono bene il sentire collettivo. Tra i pochi film che abbiano affrontato un tema cruciale come la paura dell’immigrato.
8. Il riccio. Il film tratto da L’eleganza del riccio, best-seller della francese Muriel Barbery che è rimasto nelle nostre classifiche dei libri più venduti per oltre un anno. La sciatta e scontrosa portinaia, che in realtà poi svelerà una finezza intellettuali e risvolti esistenziali insospettati, è una perfetta Josiane Balasko. Molte fan del libro lo hanno trovato insoddisfacente, ma è il destino che capita spesso ai film ricavati da romanzi molto amati.
9. Mio fratello è figlio unico. Daniele Luchetti mette in cinema la storia non convenzionale e non politically correct di due fratelli, uno fascio e uno rosso, tratta dal libro Il fasciocomuncista dell’irregolare Antonio Pennacchi (vincitore dello Strega 2010 con Canale Mussolini). La vicenda si snoda tra anni Sessanta e Settanta e rispecchia in parte la biografia di Pennacchi, che però si è dissociato dal film non riconoscendosi in particolare nella sua seconda parte. Il film in effetti smussa alquanto la storia originaria e la rende compatibile con i gusti medi di un pubblico che ama poco essere provocato. Però resta un tentativo interessante questa descrizione da dentro di un mondo quasi geneticamente di destra come quello dell’Agro Pontino. Riccardo Scamarcio e Elio Germano sono i due fratelli-rivali.
1o. Il sarto di Panama. Spy story alla vecchia maniera tratta da John Le Carré e diretta dal solido John Boorman di Excalibur e Anni Quaranta. Intrighi a Panama, dopo che il Canale è stato riconsegnato dagli Stati Uniti al governo locale. Geoffrey Rush e Pierce Brosnan gli interpreti. Occhio, c’è anche un cameo di Harold Pinter! Più che guardabile: Boorman è una garanzia.
11. Syriana. Spy-story degli anni Duemila molto anti-Bush e molto liberal, con un George Clooney agente della Cia che si muove sullo scacchiere mediorientale, tra attentati, pozzi petroliferi avidamente appetiti da superpotenze vecchie e nuove, alleati (dell’America) infidi. Lo sporco mestiere di spia al crepuscolo dell’impero americano, di uno che che deve tessere trame senza guardare in faccia a nessuno, che non riesce più a separare il bene dal male, che ormai confonde amici e nemici. Tratto da un libero di memorie di un ex agente dei servizi Usa. Un po’ paranoide, come tutti i film anti-Cia, però anche uno dei migliori risultati di Clooney.
12. The Newton Boys. Chi ama Richard Linklater, il regista di Prima dell’alba e Prima del tramonto, non si perda questo suo misconosciuto gangster-movie del 1998. Ricostruzione della carriera criminale di una banda di fratelli nell’America dei ruggenti Twenties. Con Ethan Hawke, l’attore-feticcio di Linklater, e un Matthew McConaughey ancora sopportabile.
13. Senza apparente motivo. Film uscito un anno fa e passato inosservato. Peccato, perché riesce a mescolare storie private e drammi pubblici come poche volte si è visto nel cinema recente (mi viene in mente Incendies – La donna che canta). Jane, una ragazza con un figlio piccolo (è Michelle Williams, attrice in grandissima ascesa, neocandidata all’Oscar per Blue Valentine) e in crisi con il marito, incomincia una storia con il broker londinese Jasper (Ewan McGregor). C’è un attentato a Londra, lei perde consorte e bambino, di cui però non si ritrova il corpo. Jasper incomincia a indagare, emergerà man mano la verità.
14. Il commissario di ferro. Anche stasera un poliziottesco, e ancora una volta in questa classifica un poliziottesco con Maurizio Merli, biondo, macho, ex Garibaldi televisivo diventato icona del cinema di genere all’italiana. Qui come al solito è un commissario dai modi rudi e spicci, mandato per punizione (aveva menato troppo) in un piccolo commissariato di quartiere, che troverà l’occasione per dimostrare tutto il suo valore contro la criminalità montante. Del 1978, quando ormai il genere era alla fine.  Dirige Stelvio Massi.
15. Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Sono un fan della saga di Terminator. Il primo film della serie è un totem del cinema action-fantastico. Ma anche questo secondo, sempre diretto da James ‘Avatar’ Cameron, non è niente male, anche se la perfetta malvagità inziale del cyborg senz’anima qui viene meno. Infatti Terminator si sdoppia, con il buono che se la deve vedere con il cattivo. Schwarzenegger memorabile come uomo-macchina d’acciaio, con Cameron che ne usa genialmente l’inespressività per farne un’icona. 

La classifica prosegue con:
16. Brick – Dose mortale
, Studio Universal, h. 21,00.
17. Pronto a uccidere
, Sky Cinema Italia, h. 22,55.
18. Urla del silenzio
, Cult, h. 23,00.
19. Pioggia
, Sky Cinema Classics, h. 0,50.
20. The Fantasticks
, MGM Channel, h. 23,05.
21.
Una calibro 20 per lo specialista, Sky Cinema Classics, h. 22,50.
22. Amistad
, Sky Cinema Mania, h. 23,05.
23. Ritorno dal nulla
, Rai4, h. 23,30. FREE
24. Bomber
, Retequattro, h. 21,10. FREE
25. Sette anime
, Sky Cinema Hits, h. 23,25..

Questa voce è stata pubblicata in cinema, film, film stasera in tv, stasera in tv, tv e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.