FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 15 (domenica 30 gennaio 2011)

I migliori film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i canali non a pagamento.

1. OCCHI SENZA VOLTO, Sky Cinema Classics, h. 23,15.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=nRS0pzHfBjI&w=480&h=390]
2. The Wrestler, Sky Cinema Hits, h. 23,20.
3. Il gladiatore, Premium Cinema Energy, h. 23,05.
4. Two Lovers
, Sky Cinema Mania, h. 0,50.
5. Clean, Cult, h. 0,45.
6. Mission: Impossible
, Iris, h. 21,05. FREE
7. L’uomo che verrà, Premium Cinema, h. 21,00.
8. Mussolini ultimo atto, La7, h. 1,05. FREE
9. Il pianista
, Studio Universal, h. 21,00.
10. Schegge di follia
, Rai4, h. 22,50. FREE
11. Frank Gehry. Creatore di sogni
, Studio Universal, h. 23,50.
12. Alice in Wonderland, Sky Cinema 1, h. 22,55.
13. Snatch – Lo strappo
, Sky Cinema Mania, h. 23,00.
14. Keoma
, Rai Movie, h. 23,15. FREE
15 ex aequo. The Beach
, Cult, h. 21,00.
15 ex aequo. Lasciami entrare, Rai Movie, h. 0,50. FREE

Commento:
1. Occhi senza volto. Horror d’alto lignaggio del 1960. Regista Georges Franju, cofondatore della mitica Cinémathèque parigina nel ’36 insieme a Langlois, innovatore del cinema francese, anche se per motivi generazionali non fece parte della Nouvelle Vague, cui comunque fu vicino. Leggenda vuole che François Truffaut abbia seguito il montaggio di Occhi senza volto mentre nella stanza accanto si occupava dell’editing del suo film d’esordio, I 400 colpi. Insomma, Occhi senza volto ha tutte le stigmate del mito. Un chirurgo plastico (Pierre Brasseur) uccide, con l’aiuto della sua devota assistente (Alida Valli), alcune ragazze per ricavarne i tessuti con cui ricostruire il volto della figlia rimasta sfigurata in un incidente. Magnifico bianco e nero. Illustri ascendenze surrealiste. Considerato in Francia e Stati Uniti un capolavoro.
2. The Wrestler. Leone d’oro a Venezia 2008 e gran successo in tutto il mondo. Soprattutto, resurrezione di Mickey Rourke, recuperato da Darren Aronofsky per l’indimenticabile protagonista, un ex campione di wrestler oltre il viale del tramonto che per sopravvivere si esibisce nei circuiti più periferici e scalcinati. Il gusto forte, barocco-pop, quasi heavy metal di Aronofsky trova la sua perfetta espressione in questo The Wrestler (intanto il suo ultimo film, Black Swan, ha razziato in America nominations a ogni premio possibile e sta incassando oltre ogni previsione: ormai siamo ai 9o milioni di dollari).
3. Il gladiatore. Visto, stravisto. Ma perché non rivederlo un’altra volta? Non ho mai amato Ridley Scott quando (cioè spesso) se la tira da maestro del cinema. Ma quando, come qui, si dà onestamente al film di genere, devo dire che è tra i migliori artigiani in circolazione. Il gladiatore è forse il suo capolavoro, perché è spettacolo puro, senza se e senza me. Soprattutto perché riporta genialmente in vita il peplum, genere glorioso che, dopo aver dato molto al cinema, sembrava sparito per sempre, causa presunta incompatibilità con il sentire contemporaneo. Invece la coppia Ridley Scott-Russell Crowe lo resuscita e ne dimostra l’intatto potere di incantamento.
4. Two Lovers. Quel gran regista di James Gray alle prese anche in questo film con le sue ossessioni: la Brooklyn degli immigrati est europei, il potere dei legami di sangue, l’ineluttabilità dei destini individuali. Leonard (Joaquin Phoenix) è uno scapolo che i suoi – memorabile la Isabella Rossellini yiddische mame – vorrebbero accasare con una ragazza benestante. Lui però perde la testa per la vicina, la ragazza interrotta Gwyneth Paltrow. A Cannes Two Lovers 2008 non fu apprezzato, peccato, è bellissimo. Solo un po’ lungo, una sforbiciata avrebbe alleggerito e aiutato.
5. Clean. Visto il successo che sta ottenendo ovunque il suo Carlos (che speriamo arrivi a breve in Italia, non se ne può più di stare ai margini del grande circuito cinematografico), conviene rivalutare il francese Olivier Assayas e ridare un’occhiata alla sua filmografia. Questo Clean è del 2004, al tempo del sodalizio professionale e privato tra Assayas e l’attrice hongkonghese Maggie Cheung. Che naturalmente è la protagonista, una musicista rock tossica e vedova di rocker altrettanto tossico che vuole, come si diceva nelle peggiori cronache, uscire dal tunnel onde poter riavere il figlio portatole via dai suoceri. Maggie Cheung premiata a Canes come migliore attrice, anche se non bastò a far decollare il film al box-office. Ma Assayas non è un autore qualsiasi, Clean merita una visione e una revisione critica. Nick Nolte è il suocero. Attenzione, c’è una cult-actress come Béatrice Dalle.
6. Mission: Impossible. Lo amo molto, l’ho visto e rivisto più volte, è la perfetta spy-story del dopo guerra fredda e del dopo Muro, meravigliosa soprattutto nella sua parte ambientata in una Praga sinistra e per niente magica teatro di tutte le ombre post-sovietiche. Uno dei migliori Brian De Palma, con perfino un Tom Cruise sopportabile e la memorabile sequenza del furto con lui che si cala dall’alto, citazione di Topkapi di Jules Dassin.
7. L’uomo che verrà. Grande sorpresa del cinema italiano dell’anno scorso, un film dell’indipendente Giorgio Diritti (presentato anche al Festival di Roma) che ha colpito spettatori e addetti ai lavori per la sua diversità, e che ha avuto anche un un buonissimo esito al box-office. Maturo allievo di Olmi, Diritti  aveva già conquistato un ristretto ma compatto manipolo di estimatori con il suo precedente Il vento fa il suo giro, crudele e per niente indulgente e politically correct racconto su un villaggio di cultura occitano d’alta quota in una valle del Piemonte. Per L’uomo che verrà alza il tiro e le ambizioni, e racconta – siamo sempre in un villaggio di montagna ma stavolta dell’Appennino bolognese – la strage nazista di Marzabotto nel suo prepararsi e nel suo farsi, vista attraverso gli occhi di una piccola comunità contadina. La prima parte, tutta in dialetto emiliano delle alture, è quasi un trattato antropologico sulla vita quotidiana, con una ricostruzione filologica delle abitudini e dei riti, ed è la migliore, la più olmiana e anche la più coraggiosa stilisticamente e linguisticamente. Quando poi nella seconda parte Diritti scende sul terreno della ricostruzione della strage nazista, il film sale di intensità emotiva ma cala in innovazioone e sperimentazione, diventando più prevedibile e percorrendo solchi storiografici fin troppo collaudati e politicamente corretti. Lo sguardo dal basso sulla Grande Storia riesce a metà, non la riscrive davvero, non mette in discussione certezze, totem e tabù e finisce inesorabilmente, pur se nobilmente, nell’agiografico. Diritti accenna ai dissensi dei contadini anche verso certe frange partigiane, ma non va oltre qualche prudentissima inquadratura e qualche frase sommessa. Ma il film, pur non risolvendo i suoi squilibri interni, resta un risultato alto e un’opera a parte – fuori dalla medietà – del nostro cinema.
8. Mussolini ultimo atto. Mi è sempre piaciuto Carlo Lizzani, professionista sempre molto attento allo spettacolo, narratore energico che non bada troppo al formalismo, malattia genetica del cinema italiano. Regista americano, si potrebbe dire. Amo anche i suoi film politici, massimamente il suo capolavoro Il processo di Verona, di cui questo Mussolini ultimo atto, di parecchi anni successivo, riprende il clima repubblichino di disfacimento. Mussolini seguito negli ultimi giorni fino alla fuga, la cattura a Dongo e la discussa fucilazione. Lizzani sposa sulla fine di Mussolini la tesi più ortodossa e consolidata, riuscendo però a restituire piuttosto bene l’ambiguo clima di dissoluzione di quei momenti. E  per i vinti c’è una pietas che in altri film manca. Rod Steiger è un crepuscolare Mussolini. Ma la migliore è Lisa Gastoni come Claretta. Un mio cult (Lisa Gastoni e il film).
9. Il pianista. Polanski, l’ex bambino del ghetto di Cracovia sfuggito miracolosamente ai nazisti, si confronta qui per la prima volta nella sua storia di regista con l’Olocausto. Lascia perdere il grande affresco e si concentra sulle vicissitudini di un ragazzo ebreo di Varsavia di professione pianista che trova insperata protezione da parte di un ufficiale tedesco che apprezza la sua musica. C’è qualcosa che va oltre la convenzione, pur nobile, del genere: stavolta i confini tra Bene e Male sono netti ma valicabili, il militare tedesco qui non è un mostro ma un umano. Lo sguardo di Polanski è fermo e pacato, sapienziale, di piena maturità. Notevole, ma forse non quel capolavoro che ci si aspettava (il potere salvifico della musica classica gronda inesorabilmente retorica). Palma d’oro a Cannes, Oscar a Adrien Brody.
10. Schegge di follia. Brutto titolo italiano (l’originale è Heathers) di un notevolissimo film del 1989, a tutt’oggi tra i meglio del filone adolescenzial-scolastico. Heathers è spietato, brutale, non fa sconti nel mettere in luce le sopraffazioni e le crudeltà che possono esserci in una apparente normalità di classe. Veronica (l’allora incantevole Winona Ryder) è una ragazza vittima di bullismo di tre terrificanti compagne tutte di nome Heather, da cui il titolo. Storia che prenderà una bruttissima piega con una catena di suicidi molto sospetti. Da accostare ad altri classici della crudeltà scolastico-teenageriale come Mean Girls di Mark Waters (scritto da Tina Fey!) e Fuga dalla scuola media di Todd Solondz (capolavoro!).
11. Frank Gehry. Creatore di sogni. Sydney Pollack intervista Frank Gehry e ricostruisce la sua storia di architetto-star che ha cambiato per sempre l’immagine urbana e il modo stesso di pensarla. Pollack (questo è il suo ultimo film prima della scomparsa) e Gehry erano amici di vecchia data. Interessante, perché è anche un confronto tra stili, quello solidamente artigianale e tradizionale di Pollack regista e quello visionario, oltre-realista, decostruzionista di Gehry.
12. Alice in Wonderland 3D. È approdato in tv (anche in 3D, per chi ce l’ha) uno dei film di maggiore incasso del 2010. Un Tim Burton che ha diviso anche i suoi appassionati, tra chi lo ritiene l’ennesimo Capolavoro del Maestro e chi una concessione fin troppo cinica alla logica mercantile delle majors. La messinscena è come sempre rutilante e debordante, con sequenze stracolme di segni e oggetti, che non danno tregua all’occhio dello spettatore. Siamo oltre il barocco, e Tim Burton ci consegna la perfetta incarnazione del suo cinema attuale: riduzione del plot a puro pretesto per il gioco dell’immaginazione, inquadrature visivamente sature fino al limite del sopportabile, manierismo e autocitazionismo. Lo spettacolo è grandioso, ma gelido come il Casanova felliniano, senz’anima e anche con un che di malato che disturba. Si dirà: ma è Lewis Carroll, è Alice, se non si sfrena la fantasia qui dov’è che lo si deve fare? Solo che Burton è sì un gran visionario, ma la levità di Lewis Carroll, quella proprio non ce l’ha.
13. Snatch – Lo strappo. Uno dei primi titoli di Guy Rutchie, poi diventato famoso più come marito di Madonna che per meriti filmici, eppure ottimo regista in proprio (il matrimonio con madame Ciccone non gli ha fatto bene: il film che girarono insieme, Swept Away, remake del wertmulleriano Travolti da un destino, fu un flop ed è diventato col tempo uno sgangherato culto camp, e invece, non appena ottenuto il divorzio, Ritchie è tornato a galla facendo uscire l’ottimo Sherlock Holmes, enorme successo commerciale, il più grande della sua carriera). Snatch, dell’anno 2000, è una di quelle storie, molto amate dal primo Guy Ritchie, di piccoli balordi alle prese con colpi più grandi di loro. Dialoghi quasi rap, gran ritmo, gente schizzata, iperboli fumettistiche. Ci sono Benicio Del Toro e un Brad Pitt simpatico e bravo come zingaro british.
14. Keoma. Cultistico e molto tardo maccheroni-western (anno 1978) del duo Enzo G. Castellari-Franco Nero, che già aveva dato del buono nel poliziottesco (Il cittadino si ribella). Franco Nero, allora una star internazionale del nostro cinema-bis, esportabile in ogni angolo del mondo, dal Nord Africa all’Indonesia passando per la Russia, è qui il solito reduce dalla Guera di Secessione che tornando al paesello lo trova dominato da un pugno di carogne. Seguono vendetta e pulizia. Molto amato dagli ex ragazzi, oggi cresciuti, delle fanzine.
15 ex aequo. The Beach. Il sogno di una comunità utopica in un paradiso naturale thailandese diventa un incubo concentrazionario: un discusso ma notevole film di Danny Boyle con Leonardo DiCaprio e una imperiosa, sinistra Tilda Swinton. Sottovalutato. Tosto. Disturbante. Un film che spazza via ogni illusione neorousseauiana, come fece a suo tempo Il signore delle mosche.
15 ex aequo. Lasciami entrare. Svezia 2008, Oskar è un ragazzino solitario, Eli un’inquietante teenager dai lineamenti che stridono nel Nord gelido e bianco di neve. Si scoprirà che lei è una vampira. Lasciami entrare è simile a Twilight, ma con le introspezioni e le sottigliezze di un paese che ha dato al cinema Bergman. Citazioni di Argento e Fulci. Grande successo internazionale, premi ovunque.

La classifica prosegue con:
16. Operazione Valchiria, Premium Cinema, h. 23,05.
Megaproduzione con Tom Cruise che ricostruisce il fallito attentato a Hitler organizzato dallo junker Claus von Stauffenberg. Parziale insuccesso (120 milioni l’incasso totale del film nel mondo che, tenendo conto delle ambizioni di partenza e della presenza di Cruise, è poco). Lavorazione funestata da incidenti e polemiche. Operazione Valchiria è a suo modo un film maudit. Da vedere, anche perché il regista è Bryan Singer, quello dei Soliti sospetti, autore di sensibilità rara.
17. Point Break – Punto di rottura, La7, h. 21,30. FREE
Formidabile action del 1991, firmato Kathryn Bigelow (The Hurt Locker), su una banda di rapinatori-surfisti capitanata dal muscolare Patrick Swayze. Un miscuglio di crime story e mistica surfer che sulla carta sembrava indigeribile ma che produsse un risultato memorabile, grazie anche alla tecnica e al ritmo – sbalorditivi – della Bigelow. Indimenticabile la rapina in banca con le maschere dei presidenti degli Stati Uniti: da confrontare con quella, alttrettanto mascherata, del recente The Town di Ben Affleck.

18.
The Boxer, Premium Cinema, h. 1,10.
Daniel Day-Lewis torna a lavorare nel 1997 con il regista irlandese Jim Sheridan con cui aveva già girato Il mio piede sinistro, il film che lo aveva portato all’Oscar, e Nel nome del padre. Il sodalizio funziona molto bene anche stavolta, con la storia di un militante dell’Ira che, uscito di galera dopo 14 anni con una vita tutta da reinventare, si mette a tirare di boxe. Ritrova la ex, adesso sposata con il suo migliore amico, e riscoppia la passione. Ma non sarà così semplice, i problemi privati si mescoleranno a quelli politici. Ottimo, solo con un sospetto di manierismo neorealista qua e là.
19. Alieni in soffitta, Sky Cinema Family, h. 21,00.
Film ragazzinesco americano dell’anno scorso che in patria è stato un enorme, inaspettato successo. Gli alieni invadono la terra e controllano le coscienze, ma nulla possono contro quella (innocente?) dei ragazzi, che così restano i soli a poterli combattere. La battaglia di resistenza si svolge tutta in una casa di campagna, e avvince come una guerra spaziale, anche se gli scontri sono tra giardino, soffitta, bagno e cucina. Un piccolo ma tutt’altro che stupido film per teenager, pieno di invenzioni e idee.
20. Colpo in canna, Sky Cinema Italia, h. 0,40.
21. Tre mogli, Sky Cinema Italia, h. 22,50.
22. Giorni di dubbio
, MGM Channel, h. 21,00.
23. L’uomo dalle due ombre
, Iris, h. 23,00. FREE
24. L’amante
, Sky Cinema Mania, h. 21,00.
25. Sotto corte marziale
, Cult, h. 23,00.
26. The Era of Vampire
, Iris, h. 0,45. FREE
27. Gioco d’amore
, Premium Cinema Emotion, h. 22,55.
28. X-Files – Voglio crederci
, Cielo, h. 0,30.
29. La custode di mia sorella
, Mya, h. 0,25.
30. Io, grande cacciatore
, Sky Cinema Classics, h. 0,40.
31. Duello nel Texas
, 7 Gold, h. 23,15. FREE
32. Spy Kids – Missione 3-D Game Over
, Sky Cinema Family, h. 0,15.
33. Tortilla Soup
, MGM Channel, h. 22,30.
34. Constantine, Premium Cinema Energy, h. 21,00.




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