FREE! I migliori film stasera sulle tv gratuite (lunedì 7 marzo 2011)

Il meglio dei film trasmessi dalle tv no-pay questa sera tra le 21.00 e la 1.00. In un altro post, trovate invece la Top Ten dei film trasmessi da tutte le reti, a pagamento e non a pagamento. La scelta è personale. Per avere la visione completa dei film in onda consultare Film.tv.it.

1. XXY, Rai Movie, h. 0,45.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=wIfpKmiflLM&w=480&h=390]
2. The Queen – La regina, RaiTre, h. 21,05.
3. Eutanasia di un amore
, Iris, h. 1,03.
4. Ore 10 calma piatta, Rai Movie, h. 0,55.
5. La banda del Gobbo
, Iris, h. 23,20.
6. Revolver, Rai4, h. 0,20.
7. Stasera a casa di Alice
, Iris, h. 21,10.
Commento
1. XXY, Rai Movie, h. 0,45. Il film, piuttosto controverso, che la regista argentina Lucia Puenzo ha girato qualche anno fa su un tema sensibile come il transessualismo genetico (non quello indotto da chirurgia plastica e/o trattamenti ormonali e quant’altro). Alex, appena nata con una incerta definizione di caratteri sessuali maschili e femminili, è stata portata via da Buenos Aires e fatta crescere in un piccolo villaggio sul mare perché l’impatto col mondo fosse per lei ammorbidito. Ma la realtà non si può fermare. Così Alex deve fare i conti a un certo punto con quel fisico diverso, ermafrodita, dovuto (secondo il film) alla presenza di un cromosoma sessuale X in più. Il film è pudico e rispettoso, e affronta una materia difficile con mano lieve. Se ha suscitato aspre controversie è per altro motivo. La presenza della tripletta cromosomica XXY darebbe origine, secondo i testi scientifici, alla sindrome di Klinefelter, una forma di intersessualità diversa dall’ermafroditismo così come lo racconta e lo mostra la regista argentina. Il film dunque non sarebbe scientificamente attendibile, come si può leggere anche a questo link. XXY è da vedere, purché non lo si prenda alla lettera. (In un altro post, un approfondimento sul film e il tema dell’ermafroditismo)
2. The Queen – La regina, RaiTre, h. 21,05. Non sono un grande estimatore del cinema inglese e The Queen non mi ha fatto cambiare idea, nonostante la sbalorditiva performance di Helen Mirren che le ha fatto giustamente guadagnare l’Oscar. Il docudrama sulla grande crisi che investi Buckingham Palace e fece traballare la monarchia dopo la morte di Diana certo dà parecchi punti alle fiction di casa nostra e resta un luminoso esempio di libertà d’opinione della democrazia inglese. In quale altro paese si potrebbe fare un film sulle massime cariche dello stato come questo, rispettoso sì ma non in ginocchio? Film parecchio interessante per come ricostruisce il privato della regina e della sua corte senza però indulgere al voyeurismo e alla tentazione demitizzante. Regia infallibile di Stephen Frears. È l’inglesità fatta di battute di caccia, tazze di tè, cappellini e orride tappezzerie che a me proprio non va giù. Sorry. (È anche il motivo per cui non mi ha entusiasmato nemmeno Il discorso del re).
3. Eutanasia di un amore, Iris, h. 1,03. Solo per cultori del cinema italiano anni Settanta, un film di un kitsch inarrivabile e oggi difficile da sostenere. Eutanasia di un amore, girato nel 1978 da Enrico Maria Salerno parecchio tempo dopo il trionfo (che poi è rimasto l’unico nella sua carriera di regista) di Anonimo veneziano. Pretenziosissimo, impegnatissimo, serioso e sentenzioso, è tratto da un romanzo molto arty di Giorgio Saviane. Sena (ma che nome è?) lascia Paolo dopo che lui l’ha costretta ad abortire a causa del suo rifiuto ideologico della paternità (tutto questo è terribilmente, assolutamente anni Settanta). Si ritrovano, cercheranno di riamarsi, ma non sarà possibile e si lasceranno definitivamente. Eutanasia di un amore, apunto. Di quei film che non valgono per i propri meriti, ma perché sanno restituire l’aria del loro tempo, e questo lo fa mirabilmente. Con Ornella Muti, bellissima, Tony Musante e una giovane Monica Guerritore.
4. Ore 10: calma piatta, Rai Movie, h. 0,55. Me lo ricordo realmente pauroso, questo film australiano firmato Philip Noyce nel lontano 1989. Una coppia in mare aperto veleggia. I due scorgono una scialuppa con un tale che dice di essere il solo sopravvissuto di un equipaggio falcidiato dal botulino (inteso come tossina che uccide, non asfaltatrice di rughe). Lo prendono a bordo: male, molto male. Il tizio si rivelerà difatti uno piscopatico e per i due incomincerà un gioco al massacro e la più dura lotta per la sopravvivenza che si possa immaginare. Billy Zane, il cattivo, nella parte della vita. Lui è Sam Neill, bravo attore e faccia da brav’uomo, lei una Nicole Kidman alla sua prima grande affermazione, nel film che la porterà a Hollywood e a tutto quello che ne seguirà. Un film che ricorda, per cerebrale crudeltà, Funny Games (l’originale europeo, non il remake Usa) di Michael Haneke.
5. La banda del Gobbo, Iris, h. 23,20. Poliziottesco borgataro del 1977 con Umberto Lenzi alla regia e Tomas Milian, già molto trucido, nel ruolo del Gobbo, delinquente romanesco e parolacciaro. Ma attenzione, sbuca come gemello del protagonista, e ovviamente sempre interpretato da Milian, Er Monnezza, che poi darà vita a uno spin-off destinato a entrare nella storia del nostro cinema-bis. Non fu un set tranquillo, Lenzi e Milian avevano visioni diverse del film, e difatti fu la loro ultima collaborazione.
6. Revolver, Rai4, h. 0,20. Il film che Guy Ritchie, allora ancora sposato con Madonna, girò dopo l’insuccesso globale di Swept Away, lo sciagurato remake del wertmulleriano Travolti da un insolito destino con la consorte rockstar come protagonista. Con Revolver, del 2005, torna ai piccoli film di piccoli gangster, truffatori e sballati dei suoi esordi, come Lock & Stock e Snatch. Qui Jason Statham, attuale reuccio dell’action movie, è un malavitoso appena uscito di galera cui dicono che per una infezione del sangue morirà in tre giorni. Due tizi lo avvicinano e gli fanno una proposta: lo proteggeranno da un boss mafioso (siamo a Las Vegas) che lo vuole morto, in cambio dovrà collaborare con loro qualunque cosa gli chiedano. Incomincia una strana girandola tra balordi, mafiosi, pusher, loschi ed eccentrici figuri e varia umanità marginale. Un film qua e là dai toni surreali, non troppo risolto e però interessante.
7. Stasera a casa di Alice, Iris, h. 21,10
. Un Verdone-movie del 1990, dunque già della fase meno comica ed estroversa del regista-attore romano. Come sempre nel cinema di Carlo Verdone, anche qui c’è una storia abbastanza strutturata, scritta con la collaborazioni di sceneggiatori di gran mestiere come Benvenuti e De Bernardi, il che ha sempre differenziato Verdone da altri comici passati al cinema che si sono spesso accontentati di allineare una serie di gag fregandosene del plot. Comunque lui si tiene il ruolo di primattore e mattatore, anche se qui chiama a fare da coprotagonista uno di un certo peso come Sergio Castellitto. Due cognati che hanno l’agenzia di viaggi religiosi Urbi et Orbi (beh, azzeccato il nome) perdono la testa in fasi diverse per la stessa donna, un’attrice fallita e un po’ squinternata che è un’Ornella Muti bella più che mai. 

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