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La scritta FREE indica i canali non a pagamento.
1. Onora il padre e la madre, Iris, h. 22,45. FREE
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2. Face/Off, Premium Cinema Energy, h. 22,40.
3. La signora del venerdì, Sky Cinema Classics, h. 0,40.
4. Quei bravi ragazzi, Studio Universal, h. 0,50.
5. Festen, Cult, h. 1,10.
6. L’appartamento spagnolo, Cult, h. 23,00.
7. Ubriaco d’amore, Iris, h. 21,00. FREE
8. Spider-Man 2, AXN, h. 21,00.
9. Complicità e sospetti, Premium Cinema Emotion, h. 21,00.
10 ex aequo. The Road, Sky Cinema 1, h. 23,05.
10 ex aequo. The Opposite of Sex – L’esatto contrario del sesso, Sky Cinema Comedy, h. 22,55.
Commento:
1. Onora il padre e la madre, Iris, h. 22,45. Una delle più toste crime-story degli ultimi anni, insieme all’australiano Animal Kingdom, con cui ha molti punti di contatto. Diretto dall’utraottantenne Sidney Lumet, ancora in grado di padroneggiare alla grande un film, è una fosca storia di intrighi familiari, di degenerazioni filiali, di inganni fraterni. Il fratello cattivo e perverso (un luciferino Philip Seymour Hoffman) convince il fratello amorfo e passivo (Ethan Hawke) a fare un colpo nella gioielleria del padre. Andrà tutto molto male e incominceranno rogne di ogni tipo. Passo dopo passo, i due fratelli si ritroveranno nella tragedia. Qualcuno ha tirato in ballo Shakespeare e Sofocle, non impropriamente. Magnifico.
2. Face/Off, Premium Cinema Energy, h. 22,40. Il risultato più alto dei film girati a Hollywood da John Woo. Uno scatenato action-horror abbondantemente intriso di psicanalisi dove Male e Bene, incarnati da due personaggi emblematici, si scambiano le parti. Un agente dell’Fbi (John Travolta) dà la caccia a un terrorista psicopatico (un ghignante Nicolas Cage) dotato di bomba batteriologica. Il primo, per meglio riuscire nell’impresa, con un intervento chirurgico assume il volto del secondo, ma anche il terrorista si camufferà a sua volta con la faccia dell’agente dell’Fbi. Quel che segue è una sarabanda di continui rovesciamenti e colpi di scena in cui sarà sempre più difficile per noi capire chi dà la caccia a chi, chi vuole distruggere l’umanità e chi vuole salvarla. Un film che si segue con il cuore in gola e non lascia un attimo di tregua. Magnifico. Con i ralenti e quell’estetizzazione della violenza che sono il marchio John Woo. Con il volo di colombe, scena feticcio e scaramantica che nei suoi film non manca mai.
3. La signora del venerdì, Sky Cinema Classics, h. 0,40. Capolavoro dell’anno 1940, per la regia di Howard Hawks. Che torna alla screwball comedy dopo Susanna! e ci dà un altro pezzo di storia del cinema. Cary Grant è il cinico direttore di giornale pronto a tutto per uno scoop, la bruna e vispa Rosalind Russell è la sua migliore giornalista, che però ha deciso di cambiare vita mollando quello sporco lavoro di cronista di nera per sposarsi. Ma c’è un fattaccio di cronaca da coprire. Il direttore saboterà il matrimonio della sua reporter per poterla avere a disposizione e mandare sulle piste del caso del momento. Storia già sentita? Sì, è la stessa di Prima pagina di Billy Wilder, che di questo film è il remake qualche decennio dopo. Solo che in La signora del venerdì la coppia direttore-reporter è uomo-donna, in Wilder uomo-uomo (Walter Matthau e Jack Lemmon), e non è differenza da poco.
4. Quei bravi ragazzi, Studio Universal, h. 0,50. Uno Scorsese d’annata (1990), quando ancora si occupava soprattutto di colpe e perdizioni e delitti (con qualche redenzione) nei peggiori quartieri di New York. Cioè, di un pezzo della sua vita. A tutt’oggi, lo Scorsese migliore, il più fragrante e sincero. Quei bravi ragazzi segue la carriera criminale di Henry (Ray Liotta, che non avrebbe mantenuto le promesse di questo film) e della banda di quartiere di cui fa parte, dai piccoli traffici dell’inizio fino al salto nel mercato sporco dell’eroina. Un’escalation di violenza, avidità e dissoluzione morale che Scorsese registra come sa fare lui, con implacablità ma non senza pietas. Domina la scena, al solito, Robert DeNiro. Ma ci sono anche Paul Sorvino e Joe Pesci.
5. Festen, Cult, h. 1,10. Uno dei migliori risultati del cinema danese della scuola Dogma fondata da Von Trier (camera a mano, niente bellurie, massimo rigore, probità visiva, realismo estremo). Film che rivelò alla fine degli anni Novanta il talento di Thomas Vinterberg, che si portò via il premio per la miglior regia a Cannes e sfondò negli Art House di mezzo mondo. Riunione di famiglia borghese per il sessantesimo compleanno del padre-padrone. Ma, mentre la festa procede, si aprono gli armadi più segreti e rinserrati e ne escono scheletri repellenti. Il Papà non è poi così irreprensibile come ha sempre fatto credere e un figlio urlerà l’orribile verità davanti a tutti. La tensione non cala mai, i dialoghi sono perfetti, gli attori ti fanno dimenticare che stanno recitando tanto son veri. Purtroppo Vinterberg non si è più ripetuto a questi livelli.
6. L’appartamento spagnolo, Cult, h. 23,00. Uno dei miei (forse irragionevoli) cult. Vi si narra di un ragazzo francese che si infila nel programma Erasmus e finisce a Barcellona in un incasinatissimo appartamento tra coetanei di ogni parte d’Europa (c’è anche l’italiano, ma ha un ruolo marginale). La solita vita da studenti sregolata ma non troppo, tra amori, bagordi, goliardate, ciucche e sballi, nulla di particolarmente nuovo rispetto ai tempi della Bohème e di Addio giovinezza. Un racconto di formazione abbastanza classico. Solo che Cédric Klapisch, il regista, è bravissimo nell’intercettare l’air du temps (siamo nel 2002), l’ansia di cosmopolitismo e di fuga dei ventenni della generazione zero, il loro – magari illusorio – sentirsi alla giannanannini ragazzi dell’europa e non di una qualche provincia. A tratti irresistibile, anche grazie a Romain Duris, qui al suo primo film, pescato dal regista fuori da una scuola, e destinato a diventare una star della cinematografia francese e non solo (io sono un suo fan). Duris in L’appartamento spagnolo è un dongiovanni indolente e restio che ricorda un po’ Mastroianni, cui nessuna sa resistere. Il film fu un successo clamoroso, che fondò e rifondò il doppio mito dell’Erasmus e di Barcellona come città giovane e trasgressiva dove tutto è permesso. Io detesto entrambi i miti, eppure adoro l’Appartamento spagnolo.
7. Ubriaco d’amore, Iris, h. 21,00. Film del 2002 di Paul Thomas Anderson, che arriva per il regista dopo l’enorme successo di Magnolia. Tutti si aspettavano un film di quella potenza, molti rimasero delusi da questo che era, è, semplicemente un film d’amore. Alla Anderson, certo, ma pur sempre una piccola storia di sentimenti. Barry, un Adam Sandler qui sottratto alle commedie grevi e scollacciate (ma non cretine: vedi il notevole Zohan), deve vedersela in famiglia con sette sorelle che lo malatrattano. Cerca una via di fuga, forse la trova in una dolce ragazza, che è poi Emily Watson. Le cose poi si ingarbugliano, c’è di mezzo un ricatto per via di una hot-line cui incautamente telefona il nostro. Tutto raccontato con quel senso di surrealtà e follia di Anderson, con uno sguardo laterale che fa brillare di luce nuova anche l’ovvio. Per molti un culto assoluto. Da vedere.
8. Spider-Man 2, AXN, h. 21,00. Questo Uomo Ragno è uno dei migliori supereroi mai visti al cinema. Il manierista Sam Raimi azzecca tutto, a partire dalla scelta, sulla carta catastrofica e invece vincente, di un non-bello come Tobey Maguire, che con la sua aria da nerd riesce a chiaroscurare e nevrotizzare il suo Uomo Ragno, a dargli uno spessore oltre la bidimensionalità dei comics. Grande il lavoro fatto sulla scenografia, che ricrea un mondo senza tempo in cui confluiscono tecnologie postmoderne, architetture futuristico-langhiane alla Metropolis, reperti e immagini anni Cinquanta (quegli abiti stazzonati, quegli interni, quelle carte da parati). E questa seconda parte mantiene tutte le promesse dell’episodio primo e fondativo, con Spider-Man diviso tra guai privati e senso del dovere che lo obbliga a trasformarsi in eroe per combattere il male. Che stavolta è l’Octopus interpretato da Alfred Molina. Ritorna Kirsten Dunst, la quale continua ad avere rapporti turbolenti con Tobey Maguire/Spider-Man.
9. Complicità e sospetti, Premium Cinema Emotion, h. 21,00. L’ultimo e strano, inclassificabile film di Anthony Minghella, girato dal regista di Il paziente inglese nel 2007. Un architetto giovane e figo con studio in zona high-class di Londra (King’s Cross) viene derubato da un ragazzino. Lo blocca, viene a sapere che si tratta di un musulmano-bosniaco rifugiato in Inghilterra e attraverso di lui conoscerà un’altra Londra, quello degli immigrati clandestini, e dell’Islam. Storia molto contemporanea, anche se raccontata alla Minghella, cioè con un eccesso di formalismo che può dare fastidio, ma la sincerità è fuori discussione. Con Jude Law, Robin Wright e Juliette Binoche (come madre bosniaca!).
10 ex aequo. The Road, Sky Cinema 1, h. 23,05. Un padre e un figlio percorrono un’America post-catastrofe, distrutta non si sa da chi e da che cosa, e cercano di sopravvivere tra insidie di ogni tipo, bande di predoni, cannibali feroci. Prometteva molto, questo film di John Hillcoat presentato a Venezia 2009 in prima mondiale e tratto dal libro che ha collocato lo schivo e scabro Cormac McCarthy tra gli autori da bestseller (grazie anche a Oprah Winfrey che con un’intervista allo scrittore lanciò The Road como solo lei riesce a fare). Un testo di partenza celebratissimo, interpreti di rango (Viggo Mortensen è il padre, Charlize Theron la madre rievocata in flashback): un film che sembrava destinato al successo, almeno nel circuito art house, e a ottenere nomination a tutti i premi. Invece niente, The Road è rimasto una promessa mancata, poco visto e subito dimenticato. Peccato, perché la storia è potente, Viggo è sempre Viggo, cioè oggi uno dei migliori attori sulla piazza. Ma forse a impedire il successo è stata la durezza della vicenda, già difficile da sostenere nella pagina scritta, ancora di più nel linguaggio inevitabilmente più diretto e realista del cinema.
10 ex aequo. The Opposite of Sex – L’esatto contrario del sesso, Sky Cinema Comedy, h. 22,55. Commedia del 1998 molto cinica e molto gay che sembrò lanciare alla grande la sua protagonista Christina Ricci e il suo regista Don Roos. Entrambi poi non avrebbero mantenuto le promesse di allora, però quel loro film anche a distanza di anni resta un buon esempio di cinema abrasivo e witty (e anche parecchio dark). Una sedicenne rimasta orfana dell’orrendo patrigno corre a raggiungere il fratallastro gay, appena rimasto a sua volta vedovo del compagno morto di Aids e già in amore con un nuovo ragazzo, Matt. La perfida sorellina-sorellastra gli ruba l’innamorato, se ne scappa con lui e diecimila dollari rubati. Oltretutto è incinta, anche se lei bara parecchio su chi è il padre. Commedia di inganni e controinganni di una certa spietatezza e velonosità, dunque ottima come antidoto a tanto cinema alla melassa.
SEGNALAZIONI
11. Ho sparato a Andy Warhol, MGM Channel, h. 21,00.
12. Salvate il soldato Ryan, Sky Cinema 1, h. 1,00.
13. Quel treno per Yuma, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
14. The Boxer, Cult, h. 21,00.
15. Zohan, Cielo, h. 0,30. FREE
16. Lo strano vizio della signora Wardh, Rai Movie, h. 0,40. FREE
17. He Got Game, Sky Cinema Passion, h. 23,05.
18. Poltergeist – Demoniache presenze, 7 Gold, h. 23,15. FREE
19. Johnny Stecchino, Canale 5, h. 21,10. FREE
20. Babe, maialino coraggioso, Studio Universal, h. 21,05.
21. L’ora della verità, Rai Movie, h. 21,00. FREE
22. Universal Soldiers, Sky Cinema Max, h. 21,00.
23. The Italian Job, Sky Cinema Hits, h. 21,10.
24. Robin Hood principe dei ladri, Sky Cinema Family, h. 22,35.
25. Una calibro 20 per lo specialista, Sky Cinema Classics, h. 22,40.
26. Mystic Pizza, Studio Universal, h. 22,50.
27. Riders, Rai4, h. 23,05. FREE
28. L’uomo nero, Joi, h. 23,25.
29. Tutti gli uomini del re, Premium Cinema Emotion, h. 0,45.