FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 15 (mercoledì 23 marzo 2011)

I migliori film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per vedere la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.0o. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare (prima di vedere un film è meglio controllare, sempre su Film.tv.it, la sua presenza in palinsesto). Buona visione.
La scritta FREE indica i canali non a pagamento.

1. Louise Michel, Sky Cinema Passion, h. 22,50.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=Ne4KGi7xvEI&w=640&h=390]
2. Gran Torino
, Retequattro, h. 21,10. FREE
3. La samaritana
, Iris, h. 23,10. FREE
4. Green Zone
, Premium Cinema, h. 21,00.
5. La sconosciuta, Iris, h. 21,05. FREE
6. Tutto su mia madre
, Premium Cinema, h. 1,05.
7. Nine, Premium Cinema, h. 23,00.
8. Ritrovarsi
, Studio Universal, h. 23,50.
9. L’ennemi intime (Il nemico interno)
, Rai4, h. 21,10. FREE
10. Corri uomo corri
, Sky Cinema Classics, h. 22,50.
11. Film d’amore e d’anarchia, Iris, h. 1,05. FREE
12. Mio figlio Nerone, Rai Movie, h. 21,00. FREE
13. La fortuna di Cookie, la7d, h. 21,10. FREE
14. Fiore di cactus, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
15. Accadde una notte, Sky Cinema Classics, h. 0,50.
Commento:
1. Louise Michel, Sky Cinema Passion, h. 22,50. Le (cattive) maniere della black comedy applicate a una materia da antico cinema civile-impegnato. Alcune operaie si ritrovano senza lavoro da un giorno all’altro per via della chiusura senza preavviso della loro fabbrica: decideranno di vendicarsi uccidendo l’ex datore di lavoro responsabile del misfatto. Allo scopo la più decisa e assatanata del gruppo ingaggia un killer che si rivelerà alquanto scalcinato e incapace, e con lui partirà alla ricerca del colpevole. La faccenda avrà sviluppi imprevedibili e grotteschi. Rivisitazione della lotta di classe in chiave di commedia acida da parte del duo registico francese Benoît Delépine e Gustave de Kervern, parenti stretti di Jeunet ma molto più incattiviti e abrasivi di lui. La classe operaia disposto ad andare all’inferno per omicidio e a sporcarsi di sangue pur di avere la sua vendetta. Marx ne sarebbe inorridito, ma Louise Michel fotografa bene la nuova working class ormai in balia – come tutto il corpo sociale – degli istinti, e indistinguibile da quella che il papà del socialcomunismo chiamava (non benevolmente) lumpenproletariat. Un film che per nostra fortuna non sa neanche dove stia di casa il politically correct, sguaiato ma anche lucido e implacabile (e divertente). Del 2008, e sempre attualissimo.
2. Gran Torino , Retequattro, h. 21,10. Forse Clint Eastwood ha girato film più grandi di questo (Mystic River, Gli spietati), però nessuno come Gran Torino lo rappresenta meglio, tanto che ci appare come un’autobiografia, appena schermata da elementi di fiction, del Clint maturo: una sorta di sua dichiarazione molto personale sul mondo, di manifesto dei valori in cui crede. Che sono poi la virilità non come sopruso e sopraffazione ma come sostegno forte ai deboli, la fede nell’America, l’onestà e l’etica del lavoro. Il roccioso protagonista, ex operaio della Ford di Detroit, affezionato alla sua Gran Torino, macchina mito degli anni Sessanta, sopravvive, ultimo dei vecchi americani, in un quartiere ormai dominato da immigrati asiatici e latini. Orgoglioso della sua solitudine, non vuole lasciare quella casa che è la sua vita, nonostante le pressioni dell’odioso figlio. Detesta i nuovi abitanti del quartiere, che non capisce, ma si affezionerà a un ragazzino asiatico che prenderà sotto le sue ali e inizierà alla vita maschile adulta. Naturalmente il protagonista si renderà conto che quei vicini così diversi sono brava gente, e imparerà a conviverci. Il film è magnifico per come Eastwood lo fa vibrare di autenticità. Lo si ama e ci si commuove. A Clint Eastwood avrebbero dovuto dare l’Oscar come miglior attore, se a questo mondo e a Hollywood ci fosse giustizia.
3. La samaritana, Iris, h. 23,10. Uno dei massimi risultati del coreano Kim Ki-Duk, qualche anno fa al centro dell’attenzione cinefila e critica e oggi scivolato un po’ nell’ombra, come acutamente scrive, sul numero di novembre del mensile Nocturno, l’esperto di cinema asiatico Pierre Hombrebueno. Questa è una storia di ragazze che si prostituiscono con spirito quasi religioso, un film che mescola carne e spirito, letteralmente. Suggestioni buddiste e cristiane (fondamentali sempre in Kim Ki-Duk) per una storia di puttane sante divise tra ascesi mistiche e golgota terreni. Tra Ozu, Bresson, Bergman e Paul Schrader.
4. Green Zone, Premium Cinema, h. 21,00. Un altro Iraq-movie (questo è dell’anno scorso) e un altro insuccesso di pubblico. L’unico film sulla guerra di Baghdad e dintorni che finora sia andato abbastanza bene è The Hurt Locker di Kathryn Bigelow, e anche quello, nonostante gli Oscar guadagnati, non ha certo fatto esplodere il box office. Il pubblico non ne vuole sapere, forse quella guerra remota, in un paese estraneo, è troppo impopolare o forse, al contrario, l’anti-interventismo e perfino l’autodenigrazione di gran parte dei film americani sull’Iraq hanno alla fine irritato e stancato. Fatto sta che non hanno sfondato con questo Green Zone (il riferimento è alla zona protetta di Baghdad dove ci sono le istituzioni e i vari headquarters) nemmeno il regista Paul Greengrass e un divo come Matt Damon. Eppure dal loro collaudato sodalizio erano già nati grandi successi come il secondo e il terzo Bourne. Damon è un ufficiale che nella Baghdad del 2003 è incaricato di indagare sulle più che mai misteriose armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Si renderà conto però strada facendo che c’è dell’altro in ballo, che varie forze stanno giocando sulla sua testa e sulla sua pelle una sporca partita. Benissimo girato, avvincente (Greengrass è regista che sa il fatto suo, specie nelle scene d’azione), ma ambiguo e confuso. Come in tutti i recenti film bellici americani, c’è un eccesso di autocritica e di revisionismo, non si capisce più chi siano i buoni e i cattivi, con la conseguenza che lo spettatore non sa per chi tifare e dice no grazie.
5. La sconosciuta, Iris, h. 21,05. Non sono un fan di Tornatore, trovo piuttosto fastidiosi i suoi melodrammi epici e la sua grandeur spesso applicata al banale. Eppure amo questo film, e da quando l’ho visto non sono più riuscito a togliermelo dalla testa. La sconosciuta è una ragazza che viene dall’Est e lavora come colf in una famiglia medioborghese di Trieste. Ma il suo passato la perseguita, a poco a poco scopriremo l’orribile verità. Tornatore non rinuncia a se stesso. Certo, finge di essere minimalista, ma poi filma anche una semplice discesa per le scale di una signora anziana come fosse la carica di Balaklava, e affronta i tornanti psicologici della storia con turgore melodrammatico e la solita magniloquenza. Eppure funziona. Il mistero di questa donna (strepitosa Ksenia Rappoport nel rendere l’ambiguità del personaggio) riesce a riempire lo schermo, a fare spettacolo, inchiodare lo spettatore. Tutto è troppo, compresa la musica morriconiana, ma che importa? Noi ci appassioniamo alla vicenda della sconosciuta, e tanto basta.
6. Tutto su mia madre, Premium Cinema, h. 1,05. Il maggior successo di sempre di Pedro Almodóvar, 100 milioni di dollari incassati worldwide, Oscar come migliore film straniero (anche se non riuscì a portarsi via la Palma d’oro a Cannes, che andò ai fratelli Dardenne per il bellissimo Rosetta). Tutto su mia madre sdogana definitivamente il Maestro della Mancha da autore di nicchia, per quanto amplissima, ad autore mainstream quasi per famiglie. Nel film ci sono tutti gli elementi tipici del suo cinema, quelli che lo rendono riconoscibile e unico: le contorte storie familiari, le disgrazie, i lutti, le trasgressioni sessuali con abbondanza di travestiti e transgender (compreso un padre che cambia sesso), però depotenziati e aggraziati (non a caso il personaggio chiave si chiama Agrado) a uso del pubblico medio. Questo è il pregio e anche il limite di un film furbissimo e perfetto, un mélo costruito senza il minimo sbandamento, una macchina narrativa irresistibile. Fin troppo.
7. Nine, Premium Cinema, h. 23,00. Il musical diretto da Rob Marshall (Chicago) e tratto da 8 e mezzo di Fellini è stato il grande flop dell’anno scorso. Ma un visione e una revisione, almeno in tv, le merita. Difetto: Daniel Day Lewis è antipatico, anzi odioso, e nemmeno per un secondo ti viene voglia di stare dalla sua parte, e poi i dolori, le depressioni, le vigliaccherie e le doppiezze del protagonista, regista-star anni Sessanta, un simil-Fellini, oggi ci appaiono insopportabili e soprattutto improbabili. Però parecchi numeri musicali (uno per ogni donna del protagonista) sono fantastici, in testa quelli di Fergie e di Kate Hudson. Penelope Cruz riesce a non far rimpiangere Sandra Milo in Otto e mezzo, ed era una missione quasi impossibile. L’Italia del boom e della dolce vita così come ce la mostra il film, forse non è mai esistita davvero, ma che importa, Nine è sui miti e le leggende create dal cinema, non sul reale. Un film molto meno brutto di come lo si è dipinto.
8. Ritrovarsi, Studio Universal, h. 23,50. Stiamo sempre a rimpiangere la sophisticated comedy di una volta, quella che tutti vogliono rifare, e mai nessuno che ci riesca (ultimo esempio The Tourist). Bene, eccone un esempio luminosissimo. Titolo originale: The Palm Beach Story. Regista: quel Preston Sturges che come nessuno sapeva coniugare la commedia aguzza con, ebbene sì, l’impegno sociale (I dimenticati). In questo film del 1942 la protagonista (Claudette Colbert) lascia il fidanzato, ingegnere disoccupato bello ma povero, per non gravare più sulle finanze di lui e decide di trasferirsi a Palm Beach e incominciare una nuova vita. Troverà uno stuolo di pretendenti anche danarosi disposti a molto per averla. Lui è Joel McCrea, uno che nella sua carriera diventerà uomo di molti western, e qui perfetto nella sua attonita immobilità espressiva. Confronto (guerra?) dei sessi, superiorità maschile e/o superiorità femminile, il mondo dei poveri contrapposto a quello del lusso. I temi bollenti cucinati da questa commedia sono tanti, e tutti risolti al meglio da Sturges. Film assolutamente da vedere e, volendo, anche da studiare.
9. L’ennemi intime (Il nemico interno), Rai4, h. 21,10. Film francese del 2007 mai visto in Italia, e di una certa fama in Francia, dove si è conquistato tre nomination ai Césars. Coprodotto con il Marocco, tratta uno dei punti sensibili, una delle ferite che ancora dolgono nella coscienza collettiva di Francia, la guerra d’Algeria. Stavolta il protagonista è un bravo ragazzo, e un buon soldato, cataputato laggiù nella sporca guerra, la cui visione idealistica del mondo verrà messa a dura prova da quanto sta accadendo intorno a lui. Durante una missione per sedare la rivolta in Kabilia il tenene Terren verràa contatpo con armi di sterminio come il napalm, la tortura, il massacro di civili da parte dei francesi ma, attenzione, anche del FLN algerino. Anche se piuttosto politically correct, il film però rifugge dal facile manicheismo francesi perfidi/algerini angelici e innocenti ribelli: qualche torto se lo prendono anche questi ultimi.
10. Corri uomo corri, Sky Cinema Classics, h. 22,50. Uno dei più belli e più famosi spaghetti-western rivoluzionari, quelli che parlavano di peones e rivoluzione messicana per alludere in realtà alla contestazione studentesca e alla rivolta operai anticapitale di quegli anni (il film è del fatidico, forse fatale 1968). Dirige Sergio Sollima, che gà ci aveva dato un vertice del genere, Faccia a faccia, e ritrova qui come interprete Tomas Milian, per la seconda volta dopo La resa dei conti nella parte dello scatenato sottoproletario Cuchillo, personaggio che sarebbe diventato leggendario e adorato dalle platee popolari di tutto il mondo
11. Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza, Iris, h. 1,05. Il secondo film della trilogia che Lina Wertmüller girò con la magnifica coppia Giancarlo Giannini-Mariangela Melato, qualcosa che, senza esagerazione, è entrato nella storia del cinema. Chilometrico titolo di solito abbreviato nel più snello Film d’amore e d’anarchia. Girato del 1973 (dopo Mimì metallurgico e prima di Travolti da un insolito destino), vede Giannini anarchico stralunato calare a Roma per attentare alla vita del Duce – siamo nell’Italia ormai fascistissima del 1932 – che viene ospitato e nascosto dalla prostituta Salomé (Melato) nel bordello in cui lavora. L’attentato non andrà ovviamente a buon fine, e il film diventa un pretesto per la Wertmüller per dipingere in chiave coloristico-grottesca secondo i suoi soliti modi una casa chiusa di allora, microcosmo in cui si rifletteva l’Italia mussoliniana con le sue vite piccole e i suoi sogni di grandeur coloniali (una delle ragazze del bordello viene chiamata Tripolina perché originaria della Libia). La Wertmüller, che sa essere regista indigeribile come pochi, qui è al suo meglio (o al suo meno peggio, fate un po’ voi).
12. Mio figlio Nerone, Rai Movie, h. 21,00. Alberto Sordi-movie del 1956 diretto da Steno, ovvero papà Vanzina. La fosca figura dell’imperatore che incendiò Roma comicizzata, depotenziata e ridicolizzata dal solito, debordante Sordi, in una sorta di rivisitazione grottesca e romanesca del grande peplum Quo vadis? Ma il film è da antologia del cinema per il cast: Gloria Swanson, sì, l’interprete di Viale del tramonto e di Queen Kelly di von Stroheim, è Agrippina e, non bastasse, compare pure una giovanissima Brigitte Bardot prima di diventare una diva nei panni (scarsi) di Poppea. In più ci sono Vittorio De Sica e Gorgia Moll. Si vocifera di una Swanson pochissimo contenta di trovarsi su un simile set. De’ culto.
13. La fortuna di Cookie, la7d, h. 21,10. Tardo Altman del 1999. Stanca della vita e ansiosa di ricongiungersi all’adorato defunto marito, l’anziana Cookie (Patricia Neal!) si suicida. Ma le due nipoti, che non vogliono l’onta di un suicidio in famiglia, apparecchiano le cose in modo che sembri un omicidio, trovando anche un finto colpevole su cui dirigere i sospetti. Le cose si ingarbuglieanno, fornendo ad Altman l’occasione di disegnare un ritratto sottilmente perfido della vita e delle ipocrisie della provincia americana. Gran gruppo di attrici al lavoro: oltre alla Neal, Glenn Close, Julianne Moore e Liv Tyler.
14. Fiore di cactus, Sky Cinema Classics, h. 21,00. Vetusta commedia del 1969 con Walter Matthau, Ingrid Bergman in un ruolo brillante (brillante la Bergman?) e l’allora giovanissima Goldie Hawn. Un dentista per eludere le richieste di matrimonio dell’amante finge di essere già sposato e chiede alla sua infermiera di fargli da moglie nella recita. Perché vederlo allora? Perché i suoi autori, o meglio gli autori della pièce da cui nasce il film, sono quella premiata coppia francese Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy che ha scritto anche Potiche, la commedia da cui François Ozon ha tratto l’omonimo film con Catherine Deneuve e Gérard Depardieu che è fra le cose migliori che il cinema ci abbia dato negli ultimi mesi. Vedere Fiore di cactus e poi rivedere Potiche, per capire cosa ci sia in comune tra l’universo medioborghese del teatro boulevardier di Barillet-Grédy e quello fassbinderiano, citazionista, ultracinefilo e ultracamp di Ozon.
15. Accadde una notte, Sky Cinema Classics, h. 0,50. Ah signoria mia, quelle commedie di una volta. Non ci si stanca mai di meraviglie come Accadde una notte, annus mirabilis 1934, regia di Frank Capra. Lei viziata ereditiera percorre le strade dell’America della Grande Depressione (in Greyhound!) per sfuggire al padre e raggiungere l’ostacolato amore a Miami, lui giornalista scavezzacollo e indisciplinato la riconosce e la aiuta sperando nello scoop. Convivenza forzata tra i due con battibecchi, musi, bronci, riappacificazioni, insomma tutto il repertorio della guera dei sessi secondo la comedy di Hollywwod. Lui è Clark Gable, la miglior canaglia e faccia da schiaffi mai vista sullo schermo, lei è Claudette Colbert, femmina grintosa che si diceva fosse l’amante di Greta Garbo. Indimenticabili “le mura di Gerico”, il separé che i due tirano su alla bell’e meglio per dividere i letti quando sono costretti a dormire nella stessa camera. Mura che poi cadranno. Adorato e adottato subito dal pubblico, e pioggia di Oscar.

SEGNALAZIONI
16. Scommessa con la morte, Retequattro, h. 23,55. FREE
17. The Ring, Sky Cinema Max, h. 0,35.
18. Il padrone e l’operaio, MGM Channel, h. 0,50.
19. Ricatto d’amore, Sky Cinema Family, h. 21,00.
20. The Boxer
, Cult, h. 23,00.
21. Braveheart
, Sky Cinema 1, h. 21,10.
22. I tre giorni del Condor
, Cult, h. 21,00.
23. Il mio amico Eric
, Sky Cinema 1, h. 0,10.
24. Tre fratelli
, Sky Cinema Passion, h. 0,40.
25. Per favore occupati d’Amelia, Rai Movie, h. 0,25. FREE
26. Questione di cuore
, Sky Cinema Passion, h. 21,20.
27. Plenty
, Studio Universal, h. 21,00.
28. The Italian Job
, Sky Cinema Hits, h. 0,50.
29. Gioco a due
, Sky Cinema Max, h. 21,00.
30. Una pallottola spuntata 2 e ½ – L’odore della paura
, Sky Cinema Comedy, h. 22,50.
31. Harry Potter e il Principe Mezzosangue
, Premium Cinema Energy, h. 21,00.
32.
Get Shorty, Sky Cinema Comedy, h. 21,00.
33. Tortilla Soup
, MGM Channel, h. 21,00.

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