FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 10 (martedì 28 giugno 2011)

I migliori film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per la programmazione completa delle varie reti, consultare Film.tv.it. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.00. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare. Buona visione.
La scritta FREE indica i canali non a pagamento.

1. Senso, Sky Cinema Classics, h. 0,40.
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Del 1954 ma sempre meraviglioso, è il mio Visconti preferito insieme a Rocco e i suoi fratelli (guilty pleasure: La caduta degli dei). Racconto dell’amour fou – matto e disperatissimo – nella Venezia ancora di Francesco Giuseppe della contessa Serpieri per un ufficiale austriaco troppo bello e troppo giovane. Mentre i patrioti brigano per portare la città sotto sovranità italiana, lei tradisce la sua classe, la sua identità, la sua appartenenza culturale per amore di un odiato straniero occupante. Melodramma di passioni e Risorgimento (confrontare con Noi credevamo di Mario Martone) di insuperato furore, non per niente ai dialoghi collaborò Tennesseee Williams. Alida Valli è meravigliosa, al punto più alto della sua carriera – in un altro personaggio risorgimentale dopo quello di Piccolo mondo antico – e non fa rimpiangere Ingrid Bergman, che era stata la prima opzione di Visconti. Farley Granger, marmoreo e inespressivo, lui sì che fa rimpiangere Marlon Brando, cui il ruolo inizialmente doveva andare. Da vedere e rivedere in questo 2011 in cui si celebra il 15oesimo dell’unità d’Italia.

2. Le iene, Rai4, h. 23,10. FREE
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Signori, il primo Tarantino. Una spietata crime-story in forma di kammerspiel, con dialoghi magnifici (Tarantino è innanzitutto un sublime sceneggiatore, poi un regista). Film povero e di pochi mezzi, ma il genio si vede già tutto. Tesissimo, appassionante. Quentin è anche attore (forse per risparmiare?). Del 1992, Le iene è l’incunabolo non solo del cinema del suo autore, ma anche di parecchio cinema futuro.

3. La ciociara, Rai Movie, h. 1,05. FREE
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Pochi film come questo riescono a commuovermi. Grande Sofia Loren che si prese giustamente l’Oscar, in una parte inizialmente destinata ad Anna Magnani. La ciociara, ricca vedova bottegaia con figlia a carico su cui riversa tutte le sue ansie di riscatto sociale, lascia la Roma dei bombardamenti e dell’occupante tedesco per sfollare sulle montagne del Lazio. Troverà un ragazzo che smuoverà il suo cinismo (Jean-Paul Belmondo), incapperà in uno dei più tragici e sottaciuti episodi accaduti in Italia durante la guerra, gli stupri di massa da parte delle truppe marocchine al seguito degli alleati. Regia di Vittorio De Sica, capace come nessun altro di raccontare – e rispettare – gli umiliati e offesi dalla Storia. Riportato recentemente a teatro da Roberta Torre nell’adattamento scritto nei primi anni Settanta da Annibale Ruccello: uno spettacolo assai degno con un’impavida Donatella Finocchiaro che non teme di confrontarsi con Sofia.

4. A Single Man, Sky Cinema Passion, h. 23,10.
Con il suo bell’Oscar in mano appena guadagnato con l’interpretazione di Il discorso del re, la notte del 27 febbraio Colin Firth ha ringraziato anche Tom Ford per averlo chiamato per il suo primo film da regista: questo A Single Man, che tra l’altro già l’anno scorso aveva portato Firth in zona Oscar procurandogli la nomination. Film dalla storia interessante. Quando ancora era lo stilista di Gucci, Tom Ford continuava a ripetere ai giornalisti che la sua vera passione non era la moda ma il cinema, e che un giorno avrebbe girato un film. Nessuno lo prendeva sul serio, naturalmente, sembrava la civetteria dandistica di un uomo al culmine del successo. Invece no, a un certo punto il fashion-designer americano si è ritirato da Gucci e, pur senza abbandonare la moda, si è dedicato al cinema realizzando questo A Single Man. Sorpresa doppia. Perché Mr Ford decide di fare cinema sul serio, e perché sceglie come soggetto del suo film un libro meraviglioso ma poco conosciuto e considerato minore di Christopher Isherwood. Un uomo solo è il romanzo-quasi verità di un omosessuale di mezz’età dietro cui è facilissimo scorgere lo stesso Isherwood che, nella California primi anni Sessanta, cerca di elaborare come può il lutto per la scomparsa del compagno di una vita (fatto accaduto allo stesso Isherwood). Libro scabro, senza autoindulgenze e senza vittimismo, di un dolore pudico e per così dire minimale, sommesso, trattenuto, come una scia di malinconia che segna ogni momento della giornata, ogni passaggio esistenziale. Il film riprende questa stessa traccia, e intorno al professore protagonista fa muovere una vecchia amica e uno studente che incomincia a fare i conti con la propria omosessualità. Difficile capire come mai una materia così privata e volutamente sommessa, così lontana da ogni accensione melodrammatica ma anche da ogni possibile glamourizzazione, abbia attratto Tom Ford. Sì, c’è l’omosessualità, ma nulla che assomigli pur vagamente alla smagliante, narcisistica, spettacolare gaytudine del fashion-system e delle passerelle. Eppure, nonostante questa distanza, il film che ne è uscito è buono, qua e là molto buono. Certo, chi ha amato il libro di Isherwood fatica un po’ a riconoscerlo nella perfetta confezione formale, accuratissima, che ne dà Tom Ford, nella levigatezza dell’operazione. Anche l’enfasi sulla crisi missilistica di Cuba (siamo nel 1962, presidenza Kennedy) non corrisponde a quanto c’è nel libro. Diciamo che il film è di molto superiore a quel che ci si aspettava da uno stilista che mai aveva fatto cinema, ma è un po’ inferiore alle ambizioni dello stesso Tom Ford. Che si rivela essere un regista vero, non un calligrafico illustratore, ma che non riesce del tutto a emanciparsi e liberarsi dalla maledizione che perseguita i professionisti della moda – stilisti e fotografi – che decidono di passare dietro alla macchina da presa, cioè un eccessivo formalismo, una cura maniacale dell’immagine a detrimento della narrazione. Diciamo che Tom Ford è di gran lunga meglio di altri del fashion system passati al cinema, ma ancora appesantito da un eccesso di estetizzazione. Il film, presentato in prima mondiale a Venezia 2009, è andato piuttosto bene al box office e ha portato parecchie soddisfazioni a Colin Firth . Ottima la perfomance di Julianne Moore nella parte dell’amica (e, nella vita, amica vera e sodale di Tom Ford. Erano insieme anche poche settimane fa a Londra sul red carpet dei Bafta, gli Oscar inglesi). A questo punto la curiosità è vedere cosa farà Tom Ford con il prossimo film.
5. La casa dei giochi, MGM Channel, h. 22,40.
Virtuosistica prova di abilità del gran commediografo David Mamet qui alla sua prima regia cinematografica, oltre che ovviamente autore del testo. Una psicanalista e un truffatore. Lui, Joe Mantegna, ha abbastanza charme da intrigarla e coinvolgerla nel suo mondo. Lei, Lindsay Crouse (allora, 1987, moglie di Mamet), è abbastanza curiosa e non convenzionale da farsi coinvolgere e accettare un giro nei bassifondi. Incomincia una partita tra loro due, forse una guerra, con inganni, doppi giochi, spettacolari rovesciamenti di fronte. Chi manipola chi? Un thriller psicologico, avvincente come pochi. Rivisto oggi, un film dalla costruzione perfetta, da manuale.
6. Shutter Island, Premium Cinema, h. 21,00; Sky Cinema Max, h. 22,40.
Quale mistero nasconde quell’isola maledetta? Che cosa succede ai (presunti) malati di mente che vi sono ricoverati? Il detective Leonardo DiCaprio indaga con l’aiuto Mark Ruffalo (però, che coppia). Grandissimo thriller dell’anno scorso che, chissà perché, è stato maltrattato da gran parte dei critici, in particolare italiani. Forse non si perdona a Martin Scorsese di aver girato un film deliberatamente (anche cinicamente) mirato al box office (e difatti Shutter Island ha incassato molto bene, quasi 300 milioni di dollari worldwide). Ma che importa. Come gira un film lui non lo sa girare nessuno, e anche questo, pur tra qualche eccesso da primo della classe, è da manuale, anzi da lezione di cinema. Poi, scusate, il gran colpo di scena finale io non me l’aspettavo proprio, mi ha spiazzato, pensare che di un thriller azzecco quasi sempre la soluzione a metà. Tratto da un romanzo del Dennis Lehane di Mystic River e The Town, che stavolta crea fantasmi della mente peggiori di ogni tortura fisica. DiCaprio come in Inception pencolante tra realtà e sogno-incubo.
7. Lezioni di piano, Sky Cinema Passion, h. 21,00.
Nell’Ottocento una donna inglese affetta da mutismo approda in Nuova Zelanda con la figlia di sei anni e l’adorato pianoforte per sposare un farmer che neanche conosce. Spaesamento e una passione inaspettata. Intorno, una natura brumosa e romantica che avrebbe fatto impazzire Caspar Friedrich. Un film che è non solo il vertice di Jane Campion, il suo più famoso e premiato, ma anche apice del cinema al femminile, ammesso che questa controversa categoria abbia un senso. Sentimentalmente muscolare, virilmente femminile (Campion è così: non conosce smancerie, rappresenta le passioni senza alcun filtro, perfino con brutalità). Adorato dalle donne di tutto il mondo. Harvey Keitel si consolidò come sex symbol intelligente. Palma d’oro a Cannes, Oscar alla protagonista Holly Hunter.
8. The Manchurian Candidate, Sky Cinema 1, h. 21,10.
Jonathan Demme resta sempre un regista assai rispettabile, anche se i suoi maggiori successi (Il silenzio degli innocenti, Philadelphia) sono ormai lontani. Con questo The Manchurian Candidate rifà nel 2004 un mitologico film del complottismo politico (e delle teorie cospirazioniste), vale a dire Va’ e uccidi di John Frankenheimer. Durante la Guerra del Golfo un soldato viene salvato da un commilitone. Costui, un ragazzo di buona famiglia, rienterato in patria si dà alla carriera politica facendo leva anche sulla fama conquistata con la sua eroica azione di guerra. Ma nella mente del salvato si affollano incubi e strani fantasmi. Cosa c’è sotto? Cosa c’è dietro? Complotto? Nonostante la sua paranoia cospiratoria (che personalmente detesto), un film avvincente come pochi, un thriller della mente e sociopolitico che non dà un attimo di tregua. Gran trio di interpreti, Liev Schreiber, Denzel Washington e Meryl Streep quale diabolica madre manipolatrice dell’aspirante politico.
9. Miriam si sveglia a mezzanotte, Rai4, h. 0,50. FREE
Esordio di Tony Scott, è un film che come pochi sa restituire il gusto dei primi anni Ottanta. Catherine Deneuve e David Bowie sono una coppia di vampiri newyorkesi che adesca ragazzi nei locali gothic e se li porta a casa per succhiarne il sangue. C’è anche Susan Sarandon in questo film che è diventato un manifesto dell’estetica di quel tempo, molto influenzata dal maledettismo tardo-punk, dalla mistica del sangue e della ferita, e tesa a recuperare ogni precedente bohème e decadenza. Amato dai fashionisti, un film il cui status è irresistibilmente cresciuto nel tempo.
10 ex aequo. La setta, Iris, h. 0,50. FREE
Firmato da un piccolo grande maestro dell’horror italico quale Michele Soavi, un film de’ paura del 1991 con una setta assassina che vuole (ri)mettere al mondo l’Anticristo, dunque adocchia una ragazza perché rimanga incinta del demoniaco essere. Insomma, un Rosemary’s Baby tardivo de’ noantri, però girato da Soavi con classe e senso dello stile. Dario Argento produce e fornisce il suo marchio di fabbrica.
10 ex aequo. Bon Voyage, Rai Movie, h. 23,10. FREE
Uno dei patriarchi del cinema francese, il glorioso Jean-Paul Rappenau, dirige nel 2003 questo film ambientato a Bordeaux negli anni di guerra, una città diventata rifugio e racconta di tutti coloro che stanno scappando per i più svariati motivi dalla Francia di Vichy e dall’occupante nazista. Il solito, anche prevedibile viluppo di misteri, intrighi, identità celate, derive esistenziali, anime perdute, sradicati di ogni sorta, che però Rappenau orchestra benissimo, in un film dall’andamento classico e dallo stile squisitamente francese. Qualcosa, anche, tra Casablanca di Curtiz e Salonicco nido di spie di Pabst, con le ambiguità, le ombre e le penombre, i giochi inconfessati. Cast di lusso con Gérard Depardie, Isabelle Adjani quale famosa attrice in fuga che ha qualcosa da nascondere, Virginie Ledoyen, sempre bellissima.

E ancora
11. Basic Instinct
, Premium Emotion, h. 21,00.
Sharon Stone accavallò le gambe e fu subito mito.
12. Le più belle truffe del mondo
, Sky Cinema Classics, h. 22,40.
Film a episodi francese degli anni Sessanta, quattro storie in altrettante città del mondo per altrettanti registi. Imperdibili Chabrol e Polanski. C’era anche Godard, poi mannaggia l’han tagliato.
13. Il crimine di Padre Amaro
, Cult, h. 22,45.
Melodramma messicano con il pretino Gael Garcia Bernal che fa perdere la testa alle parrocchiane e deve vedersela con la corruzione dei superiori.
14. The Descent
, Fantasy Channel, h. 23,40.
Non scendete in quella grotta: horror de’ culto assai interessante.
15. Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?
, MGM Channel, h. 0,25.
Billy Wilder a Ischia con Jack Lemmon in una delle sue solite commedie ciniche (però ha fatto di meglio).
16. Ricatto d’amore
, Sky Cinema Hits, h. 21,10.
L’odiosa manager canadese Sandra Bullock sposa un suo sottoposto per poter avere il permesso di soggiorno negli Usa: si detestano, si ameranno.
17. Quel treno per Yuma
, Sky Cinema Classics, h. 21,00.
Western leggendario, bellissimo, di Delmer Daves: un brav’uomo deve scortare un fuorilegge in carcere e vedersela con i suoi compagni che vogliono liberarlo.
18. Will Hunting genio ribelle
, Rai Movie, h. 21,00.
Ragazzino disadattato e difficile (Matt Damon agli esordi) ha il genio della matematica.
19. Stregata dalla luna
, Studio Universal, h. 21,10.
Cher giovane vedova innamorata del cognatino panettiere (Nicolas Cage): così brava da prendersi l’Oscar.
20. La zona morta
, Cult, h. 0,45.
David Cronenberg incontra Stephen King, e sono orrori d’autore.

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