FILM STASERA IN TV: gli imperdibili 10 (martedì 12 luglio 2011)

I migliori film della sera e della notte tv: la scelta è personale. Per la programmazione completa delle varie reti, consultare MyMovies Tv. Si prendono in considerazione solo i film che incominciano tra le 21.00 e la 1.00. Attenzione, la programmazione potrebbe cambiare. Buona visione.
La scritta FREE indica i canali non a pagamento.

1. Io sono l’amore
, Sky Cinema Passion, h. 23,05.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=v7O6Kj_BUwA&w=560&h=349]Adesso anche in tv il film di Luca Guadagnino che è stato la grande sorpresa dell’anno scorso (e un caso esemplare di nemo proheta in patria). Proiettato a Venezia 2009 e accolto distrattamente dai critici italiani tra i soliti sbadigli e mugugni, uscito nelle nostre sale totalizzando un incasso misero di soli 25omila euro, è, come ben si sa, poi esploso in America sorretto da critiche molto positive e realizzando un incasso nel circuito art-house di quasi 6 milioni di dollari, risultato assolutamente eclatante per un prodotto del nostro cinema. È seguito analogo esito sugli altri mercati, dalla Gran Bretagna alla Germania alla Francia, con nomination a tutti i premi maggiori, dai Bafta ai Golden Globes (e nomination all’Oscar per i migliori costumi), mentre qui ai vari David di Donatello e Nastri d’argento non se l’è filato nessuno. E faceva impressione, a fine anno, vedere come molti critici di lingua inglese della stampa e del web lo avessero inserito nella lista dei migliori titoli del 2010 mentre qui, al solito, silenzio. Un caso clamoroso di strabismo, una case history che andrebbe studiata nella scuole di cinema e non solo. Domanda fondamentale cui rispondere: come mai questa abissale differenza tra Italia e resto del mondo? È che in America si è apprezzato l’italian style di tutta l’operazione, il gusto della messinscena, la fotografia perfetta e accurata, la location (la milanese Villa Necchi, capolavoro del razionalismo), l’eleganza di scenografia e abiti, la storia che richiama il grande cinema classico italiano, massimamente quello di Visconti (Ritratto di famiglia in un interno, La caduta degli dei) e Pasolini (Teorema, cui Io sono l’amore sembra ispirarsi esplicitamente). Crisi e decadenza della famiglia borghese lombarda dei Necchi, dinastia tessile alle prese con i problemi della globalizzazione e soprattutto con inquietudini e fratture psicologico-affettive interne. A incarnare queste sotterranee pulsioni destabilizzanti è Emma, la nuora del patriarca, di origine russa, dall’aria aristocratica e dall’eleganza irreprensibile. L’equilibrio familiare-dinastico si spezza quando entra in scena un giovane chef, Antonio, amico di uno dei figli di Emma, di cui lei si innamorerà, in una misalliance che la perderà, e perderà (forse) l’intera famiglia. E non si può non pensare appunto a Teorema di Pasolini e al suo ospite-angelo seduttore e distruttore. Certo, il film di Guadagnino è talvolta fastidiosamente pretenzioso, sfiora qua e là pericolosamente il kitsch, ma è anche un generoso tentativo di dar vita, non senza un qualche risultato, a un cinema italiano degno del suo grande passato, di forti ambizioni, ancora voglioso di cimentarsi con i grandi temi e spudoratamente attratto dal Sublime, anche a rischio di qualche caduta (e in questo ricorda Liliana Cavani e Giuseppe Patroni Griffi). Un piccolo film che pensa in grande, e che ha vinto, almeno sul mercato internazionale, la sua scommessa. Merito anche di Tilda Swinton, produttrice di Io sono l’amore, musa di Guadagnino, e ipnotizzante protagonista. Adesso aspettiamo la prossima mossa del regista. Girerà in Italia o in America? E che cosa girerà?

2. Romeo e Giulietta, MGM Channel, h. 22,20.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=QStyTHHoTYs&w=425&h=349]Sì, c’è stato un tempo in cui Franco Zeffirelli girava bei film. Diciamo a metà degli anni Sessanta quando riuscì a ricavare da Shakesperare con risultati memorabili prima La bisbetica domata con la gran coppia Taylor-Burton in versione quasi autobiografica e poi questo Romeo e Giulietta. Un testo messo in scena mille volte, usurato e abusato, ma che uno Zeffirelli in stato di grazia (come non era mai stato prima, come non sarebbe più stato in seguito) rivitalizza aggiornandolo al giovanilismo e al clima di quei ribelli anni Sessanta londinesi. Difatti il cast è tutto inglese, con caschetti molto beatlesiani e rollingstoniani, e tutti i ragazzi, compresi i protagonisti Olivia Hussey e Leonard Whiting, sono poco più che adolescenti, e sembrano appena usciti da una sfilata di Biba o Mary Quant. Incantevole, fragrante, velocissimo. Un film che restituisce come pochi l’air du temps, pur essendo in costume. Davvero Zeffirelli, al di là di ogni possibile retorica, ci fa sentire Shakespeare nostro contemporaneo (contemporaneo a ciò che noi eravamo, ci sentivamo allora). Alla fine si piange, si piange davvero. Memorabile musica di Nino Rota. Un film che adoro. Romeo+Juliet di Baz Luhrmann non esisterebbe senza questo Zeffirelli del 1968.

3. Parenti serpenti, Premium Cinema Comedy, h. 0,28.
[youtube http://www.youtube.com/watch?v=lwBysqo5Ro8&w=425&h=349]L’ultimo vero, grande film di Mario Monicelli, datato 1992, dunque parecchio oltre la stagione dei suoi capolavori conclamati (I soliti ignoti, La grande guerra, L’armata Brancaleone ecc.). Tratto da una commedia teatrale sconosciuta ai più ma tesa e acuminata, e di costruzione perfetta, il film è quintessenzialmente monicelliano nella sua spietatezza e nel suo disincanto. Una black comedy che fornisce un quadro devastante della famiglia italica ai tempi dei consumi di massa e del narcisismo arrembante. Ritorno nella natia Sulmona di un nucleo di fratelli (con tanto di mogli, mariti e figli al seguito) per festeggiare il tradizionale Natale con mamma e papà ormai parecchio in là con gli anni. Cade la neve, ci si prepara alla festa, ma tutto esplode (letteralmente) quando gli anziani genitori comunicano ai figli esterrefatti che, non potendo più stare da soli causa impedimenti dell’età, si faranno ospitare a turno da loro. Figurarsi. Nessuno li vuole tra i piedi, ed è una gara all’ultimo egoismo per scaricare sugli altri l’imminente e insostenibile peso. Finirà in modo cruento. Di una ferocia raramente raggiunta nella pur cinica commedia all’italiana. Si ride, ma amarissimamente.

4. Il Decameron, Cult, h. 0,35.
Il primo film della pasoliniana Trilogia della vita, cui sarebbero seguiti I racconti di Canterbury e Il fiore della Mille e una notte. Ma il Il Decameron resta il prototipo, quello in cui si fissa il modo di Pasolini di intendere la rappresentzione dell’eros al cinema, un eros veicolo di vitalità e distruttività, sublime e laido. Il film fu anche il maggior successo commerciale dello scrittore-regista, un successo di proporzioni inaudite e imprevedibili, e fondò il genere decamerotico, centinaia di imitazioni affollate di madonne e messeri assatanati di sesso. Ma quello di Pasolini è altra cosa, un’operazione geniale che trasporta il Decameron in una Campania tardomedievale più solare, tellurica e istintuale della Toscana boccaccesca. Popolarissimo e colto. A vederlo oggi si rimane imbarazzati e impietriti dall’estremisimo erotico, ma anche ammirati per la consapevolezza figurativa, letteraria, antropologica. Sbalorditivo, se confrontato a certo cinema italiano piccino e senza ambizioni di oggi.
5. Orgoglio e pregiudizio
, Premium Cinema Emotion, h. 23,20.
L’ultima versione cinematografica (anno 2005) del romanzo di Jane Austen, ritornato a essere (e sarebbe interessante indagare peché) un culto per le nuove generazioni di ragazze. Addirittura c’è chi lo considera il libro che ha germinato Sex and the City e gran parte delle narrazioni (cartacee, televisive, filmiche) al femminile di oggi. Stavolta c’è Keira Knightley, che è sempre un incanto. Confezione impeccabile. Poi Jane Austen è sempre Jane Austen. E Orgoglio e pregiudizio un vertice della letteratura di ogni tempo.
6.
The Descent – Discesa nelle tenebre, Rai4, h. 22,50. FREE
Non snobbiamolo, per favore: è uno dei migliori horror della scorsa decade. Un gruppo di ragazzi scende in una grotta dei Monti Appalachi (ma non sanno che la zona è pericolosa? non hanno mai visto Un tranquillo weekend di paura che si svolge proprio da quelle parti?) e ne succedono di ogni, come il canone dell’horror esige. Però questo non è per niente dozzinale. Anche qui, come nello spagnolo La notte dei girasoli, torna il topos letterario della grotta come luogo di disvelamento dell’inconscio e del non detto, vedi Passaggio in India di Edward Forster e Il labirinto oscuro di Lawrence Durrell.
7. Mare dentro
, Rai5, h. 21,10. FREE
Ispirato alla vera storia di uno spagnolo che, rimasto tetraplegico in seguito a un incidente in mare, chiese per anni l’eutanasia senza che gli venisse concessa. Il film è la drammatizzazione di queste istanze diverse, di chi vuole che la fine-vita (come oggi ipocritamente ed eufemisticamente si dice, ed è l’ipocrisia peggiore) possa essere una libera scelta e chi non lo ritiene eticamente accettabile. Era il 2004, e il film prefigurava quello che nel giro di qualche anno sarebbe diventato uno dei temi più controversi in Occidente, anzi un vero scontro culturale. Pur girato con sapienza e sensibilità da Alejandro Amenabar e interpretato alla grande da Javier Bardem, il film ha un che di didascalico, di predicatorio, di programmatico e rischia di scivolare da racconto di una vicenda umana a spottone pro-eutanasia.
8. La meglio gioventù
, Rai Premium, h. 21,00; h. 0,35. FREE
Fluviale film televisivo che uscì anche in due parti al cinema e che si pigliò premi ovunque. Il meglio di un regista discontinuo e mai compiutamente realizzato come Marco Tullio Giordana. Una saga che va dagli anni Sessanta al Duemila che racconta di una esemplare famiglia italiana, esemplare perché destinata ad attraversare i grandi fatti collettivi della nostra storia recente. Si parte con l’alluvione di Firenze, si prosegue con le lotte operaie e studentesche nella Torino tra anni Sessanta e Settanta, si prosegue con il terrorismo. Un po’ troppo didascalico, ma di una indubbia efficacia assicurata dal mestiere degli sceneggiatori Rulli e Petraglia. Un cast da far cadere in deliquio il pubblico che un tempo si sarebbe detto radical-chic (e oggi?): Luigi Lo Cascio, Maya Sansa, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco. Ma la meglio è sempre lei, Adriana Asti. Titolo diventato proverbiale.
9. Il maratoneta
, Sky Cinema Classics, h. 23,00.
Quando John Schlesinger era un autore che non sbagliava un colpo. Ci riesce anche con questo thriller del 1976 su uno studente ebreo (Dustin Hoffman) che se le dave vedere con un criminale nazista (Laurence Olivier) approdata a New York per mettere le mani su un tesoretto. Il trapano del dentista diventa strumento di tortura in una scena celebre. Occhio, c’è Marthe Keller nei suoi giorni più belli.
10 ex aequo. Terminator 2 – Il giorno del giudizio
, Rete4, h. 21,10. FREE
Il sequel di uno dei successi più colossali della storia del cinema. Ancora James Cameron alla regia, ancora Schwarzenegger nella parte del cyborg micidiale macchina per uccidere. Però stavolta se la deve vedere con un altro Terminator buono (sempre Schwarzie, of course). Tripudio di effetti speciali. Buono, ma l’originale resta irraggiungibile.
10 ex aequo.
Cosa voglio di più, Premium Cinema, h. 23,07.
L’ultimo Soldini, una storia d’amore milanese working class (di quel che resta della working class) tra Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino. Interni ed esterni di periferia. Rohrwacher bionda.

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