Sembrava perduto al cinema migliore, Matthew McConaughey, sempre più risucchiato nel suo ruolo di figacciano anche troppo palestrato, equamente diviso tra commedie di medio successo (e tutte dimenticabili), e campagne di modellume glamorous per Dolce & Gabbana. Sempre più levigato, sempre meno buon attore. Invece, sorpresa, rieccolo nel noir di William Friedkin Killer Joe, appena visto qui alla Mostra in proiezione stampa. Un noiraccio sporchissimo con una famigli di mostri che si autodivorano, e con protagonista lui, Matthew, nella parte di Joe, killer di professionista, ma anche giustiziere a modo suo. Compare tutto vestito di nero, capellaccio compreso, e fa paura. Una parte sgradevole e lontana dai piacionismi dei suoi ultimi film. Ci voleva del coraggio a mettere in gioco la propria immagine, Matthew McCoaunghey questo coraggio l’ha avuto. Ottima performance la sua, e grande film. Scena spinto-perversa che farà discutere: Joe/Matthew che si piazza tra le gambe una coscia di pollo fritto e costringe Gina Gershon a un simil-rapporto orale, garantisco che si tratta di una delle sequenze più grottesche e perverse di questa mostra.
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