Venezia 2011. Il vincitore Sokurov: Ho parlato con PUTIN (e gli ho detto di sostenere la cultura)

“Prima di venire qui da voi in conferenza stampa ho sentito il primo ministro Putin, gli ho parlato della necessità che ci sia un sostegno da parte dello stato al cinema, alla cultura”.
Così ha detto Alexander Sokurov, 60 anni, bella e larga faccia da russo, fresco vincitore del Leone d’oro con il suo ardito Faust, nella conferenza stampa che si è svolta poco dopo la cerimonia di premiazione. Accanto a lui c’è un Darren Aronofosky, presidente di giuria, con occhialoni, senza baffetti e molto smagrito. Sokurov the winner è torrenziale, irrefrenabile, prende la parola e non ce n’è più per nessuno. Con quella frase buttata lì con nonchalance ci ha fatto intanto sapere che uno dei potenti della terra, appunto il signor Putin, gli ha appena gentilmente telefonato e si immagina gli abbia fatto le congratulazioni per la vittoria (e se Putin si scomoda, vuol dire che il Leone d’oro conta ancora qualcosa, giusto?).
Però, come la mette giù dura Alexander Sokurov, esimio autore di Faust. Tutto un discettare di Arte e di Cultura, tutto un librarsi nelle rarefatte atmosfere del Sublime disdegnando i bassifondi del mercato e del cinema commerciale. Pur fresco vincitore qui a Venezia, pur osannato da tutti i festivalieri, parla male dei festival di cinema: “Bisogna cambiarli, bisogna che le mostre tornino ad essere mostre di arte cinematografica, di film artistici. Basta con le fiere delle vanità” (evidentemente si riferisce al red carpet, alle star, ecc). Vien da dire: Maestro, perché sputa nel piatto in cui ha appena mangiato, e molto bene? E poi tutto un lamento sulla cultura che signori miei ormai è negletta, dimenticata, una povera orfanella di cui nessuno si cura più, che se va avanti così sparirà. “Gli stati devono spendere in cultura, per il cinema (solo il cinema d’arte, si intende, ndr), devono finanziare le istituzioni culturali. Altrimenti saremo inghiottiti e annientati: dobbiamo lottare. Ormai nessuno stato ha più il Ministero della Cultura (errore, signor Sokurov, l’Italia purtroppo ce l’ha, ndr)”. Ripristinare ovunque quei ministeri? Vengono i brividi sentendo un simile discorso, si pensa all’Unione Sovietica in cui lui è cresciuto e dove il Ministero della Cultura c’era eccome, si pensa al dirigismo culturale dei regimi peggiori del secolo scorso.
Poi, parlando di Faust: “Non pensavo di essere capito, non pensavo che questo film sarebbe stato capito, invece è successo. Ringrazio tutti, il pubblico, la giuria, anche i giornalisti russi di tutte le tv, che mi hanno molto supportato”. Sdegnosamente dice che si rifiuterà di “investire denaro e fatica” nella promozione del film, un’incombenza evidentemente troppo mercantile e volgare per un Grande Maestro e un Sublime Artista come lui: “Il film dovrà andare avanti da solo”. Però, un po’ contraddicendosi, dice anche: “Spero che il film verrà trasmesso in Russia dalla tv”. E ci concede una frase scolpita nel marmo: ” Al film non serve lo spettatore, è lo spettatore che ha bisogno del film”. Però, in fatto di ego mica si scherza. “Un ultimo appello ai potenti italiani. Sostenete la cultura, noi russi abbiamo bisogno della cultura europea, non sapete quanto sia importante per noi”. Usciamo dalla conferenza stampa più prostrati che dopo la visione delle due ore e venti del capolavoro annunciato e confermato Faust.

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