Brad Pitt contro George Clooney: per l’Oscar 2012 si profila un clamoroso duello

Brad Pitt in 'Moneyball'

George Clooney in 'The Descendants'

È tempo di previsioni per gli Oscar, che verranno assegnati la notte di domenica 26 febbraio 2012 (mentre l’annuncio delle nomination sarà il 24 gennaio). Già i siti americani specializzati in Oscar predictions impazzano, e si cercherà prossimamente su questo blog di dar conto di chi vien dato per favorito nelle varie categorie. Limitiamoci al momento a parlare dell’Oscar (ma il discorso vale anche per i Golden Globes) per il miglior attore protagonista, dove i meglio piazzati a tutt’oggi sembrano due superstar di Hollywood, anzi le due massime star maschili degli ultimi anni, George Clooney e Brad Pitt. Che sono stati anche amici e complici per parecchio tempo, compagni di set in film come Oceans’ Eleven e Ocean’s Twelve e poi nel coeniano Burning after reading. Poi pare che tra i due sia calato il grande freddo, dopo che – così almeno s’è letto su qualche sitarello di gossip – un George esaperato avrebbe decretato l’ostracismo dalla sua villa sul Lago di Come della troppo vivace tribù di marmocchi di Brad & Angelina. Sarà vero? Fatto sta che adesso i due (ex) amici rischiano di ritrovarsi l’uno contro l’altro nella corsa all’Oscar. I fatti. George Clooney a 50 anni giusti sta attraversando un gran momento della sua carriera. Con Le idi di marzo, di cui è regista e interprete (non protagonista però), ha ricevuto buone e ottime reviews (a partire da Venezia dove il film è stato presentato in prima mondiale) e buoni incassi sul mercato nordamericano: fino a oggi 40 milioni di dollari, che per un film di impegno come Le Idi non è niente male (a proposito, esce in Italia il 16 dicembre). Ma il botto lo sta facendo con The Descendants, diretto da quell’Alexander Payne che già aveva fatto centro con Sideways e A proposito di Schmidt. In TD Clooney è un uomo di mezz’età che vive alle Hawaii, alle prese con la vendita della tenuta di famiglia. La sua vita viene sconvolta allorché la moglie finisce in coma irreversibile dopo un incidente in mare, e lui, che è sempre stato un padre assente e sbadato e che della famiglia si è sempre occupato poco, si ritrova a doversela vedere con le due figlie, una di 17 anni e l’altra di 10, e sarà dura imparare a fare il padre in un momento così drammatico. Il film ha ricevuto recensioni poco meno che trionfali, Rotten Tomatoes per dire gli assegna un indice di gradimento (frutto del conteggio delle valutazioni positive o negative date da decine di critici) pari a 91 su 100, altissimo. Per George Clooney, i giudizi migliori della sua carriera. Uno tra i tanti, quello di Peter Travis su Rolling Stone: “(Clooney) delivers the finest, truest and most emotionally raw performance of his career”, Clooney ci consegna la migliore, la più vera ed emozionalmente genuina performance della sua carriera. Il risultato è stata l’inclusione immediata del suo nome tra i grandi favoriti per la stagione dei premi, dai Golden Globes agli Oscar. Oltretutto The Descendants si annuncia anche come un gran successo al box office. Uscito da sole tre settimane in America, e in un numero ancora ridotto di cinema (prima 390, adesso 574), sta registrando un’ottima media per-screen e un incasso di 18 milioni di dollari che potrebbero moltiplicarsi nel giro di poco tempo quando TD sarà distribuito a tappeto.
Però anche Brad Pitt se la passa bene, anche se un po’ più in ombra rispetto a George. Anche lui è sugli schermi americani in Moneyball (appena presentato tra l’altro al Festival di Torino: data di uscita in Italia ancora da stabilire) dov’è il manager di un team di baseball in crisi, che si affida per risalire la china a una nuova e discussa teoria di valutazione dei giocatori. Una storia molto americana di sconfitta e tentativo di riscatto che ha convinto i critici e il pubblico, sempre pronto ad accorrere quando c’è di mezzo Brad. Finora 75 milioni di dollari, parecchio per un film che tenta un approccio non classico al mondo dello sport. Applausi soprattutto per la performance di Brad, perfetto nel tratteggiare le inquietudini di un eterno sconfitto che cerca l’occasione della rivincita. Anche per lui, inclusione nella pattuglia dei probabili nominati all’Oscar. C’è da dire che Pitt, mostrando di essere uomo di cervello fine oltre che quel monumento di sex appeal che sappiamo e vediamo, negli ultimi anni ha via via affinato la sua capacità d’attore azzeccando un film dopo l’altro. Perché non dimentichiamoci che c’è anche The Tree of Life di Terrence Malick, a mio parere capolavoro di questo 2011, dove lui nella parte del padre militaresco ha fornito un’interpretazione grandiosa. La quale, secondo gli Oscar watchers, potrebbe portargli la nomination nella categoria miglior attore non protagonista. Sicchè non è escluso che Brad Pitt ottenga una doppia nomination, una come protagonista per Moneyball e l’altra come best supporting actor per il film di Malick.
Ma ad appassionare sarà il duello che lo vedrà opposto nella categoria maggiore a George Clooney. Già si stanno formando gli schieramenti, e le tifoserie (e le tifose) non tarderanno a farsi sentire. Intanto gli esperti danno in vantaggio Clooney, ma la corsa è ancora lunga e Brad potrebbe recuperare. Però occhio ai possibili rivali, come il Jean Dujardin del film muto francese The Artist, in America pompatissimo e lanciatissimo, e il Leonardo Di Caprio di J. Edgar, biopic sullo storico e discusso direttore dell’Fbi Edgar Hoover diretto da Clint Eastwood. Poi naturalmente c’è il Michael Fassbender di Shame. Io faccio il tifo per lui: con tutto il rispetto per George e Brad, si intende.

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