Stasera in tv due film con VINCENT LINDON, un attore che vale

Anything for her (Pour Elle), Rai Movie, 23,10.
L’amore sospetto, Rai Movie, 0,55.

in 'Pour Elle'

E lo chiamavano Carolino. Questo era il suo nomignolo, pronunciato in tono sprezzante da intellos e non solo, ai tempi remoti (early Nineties) in cui ebbe un love affair con quell’icona gossip che è Carolina di Monaco. Abbiamo poi imparato con il tempo che Vincent Lindon è soprattutto un attore, e di gran levatura. Allure aristocratica e capacità di trasmettere attraverso l’interpretazione le vibrazioni più impercettibili del sentire. Chi l’ha visto, stropicciato e però mai domo, nel bellissimo Welcome, uno dei film migliori sui migranti insieme a Miracolo a Le Havre di Kaurismaki (che qualcosa gli ha preso), sa cosa voglio dire. Stasera, non so se per caso o per scelta, Rai Movie manda in onda in sequenza due suoi film, e vale la pena dare un’occhiata non distratta. Pour Elle, il primo, è un noir francese del 2008, duro ma con finestre aperte sull’interiorità e l’anima. Un uomo si vede portare via in carcere la moglie, accusata di omicidio: farà di tutto per liberarla. Lei è la sempre bellissima Diane Kruger. L’anno scorso è uscito il remake americano, The next three days, diretto da Paul Haggis e con Russell Crowe nel ruolo protagonista. Però Lindon batte Crowe, non c’è gara. L’amore sospetto è invece un ambizioso film di surrealismo quotidiano non del tutto riuscito, ma che proprio grazie a Lindon (e agli altri interpreti, i meravigliosi Emmanuelle Devos e Mathieu Amalric) riesce a farsi guardare. Si parla di un uomo che un bel giorno decide di tagliarsi i baffi (La moustache difatti è il titolo originale), solo che nessuno si rende conto del cambiamento, anzi tutti, a partire dalla moglie, sostengono che lui i baffi non li ha mai avuti. Viaggio nell’assurdo e nella piccola follia di gusto molto cerebral-francese, dunque non digeribile da tutti. Ma anche qui c’è lui, Lindon, a riscattare anche l’improbabile e l’impossibile. Intanto aspettiamo di ritrovarlo in Pater di Alain Cavalier, sempre che qualcuno lo distribuisca da queste parti. Chi l’ha visto a Cannes e la scorsa settimana al festival di Torino, parla di un Lindon grandissimo.