Oscar 2012: ancora polemiche intorno alla shortlist per il migliore film straniero. I promossi e gli esclusi eccellenti (non Terraferma, però)

Ce l'ha fatta: l'iraniano 'Una separazione'

Non ce l'ha fatta: 'Miracolo a Le Havre' di Kaurismaki

In attesa che martedì 24 gennaio, il Nominations Day, ci dicano dall’Academy losangelina quali sono i cinque candidati finali al migliore film in lingua straniera, diamo un’occhiata alla prima scrematura che è stata fatta sui 60 e passa titoli in lizza in origine (ogni paese designa il suo rappresentante, e i paesi al mondo sono tanti, pensate all’Onu). Scrematura che ha prodotto una shortlist di nove titoli da cui, scandalo sui giornali di casa nostra, è stato lasciato fuori Terraferma (leggi recensione) di Emanuele Crialese. Come ho già scritto, le sue chance erano quasi nulle, come si intuiva dall’indifferenza con cui era stato accolto dalla stampa americana specializzata che non l’ha mai, dico mai, inserito nell’elenco dei probabili. Se polemica c’è stata da quelle parti intorno alla shortlist, e c’è stata eccome, mica è scoppiata intorno alla bocciatura di Crialese di cui non importa niente a nessuno, ma a quella di altri film considerati invece altamente meritevoli. Ben rappresenta l’incandescenza del dibattito un pezzo dell’Hollywod Reporter online, secondo cui anche quest’anno si sono ripetuti per la categoria Best foreign language movie gli errori, le sviste, le approssimazioni di sempre, e nonostante che dal 2008 sia attiva una speciale commissione di 20 esperti incaricata di vagliare e correggere le scelte più discutibili dei votanti dell’Academy. Meccanismo che funziona così: dei nove titoli della shortlist sei vengono decisi dalla commissione, gli altri tre sono aggiunti dai precedenti giurati. Ma, lamenta The Hollywood Reporter, neanche questa precauzione stavolta è bastata, sicchè non si capisce perché accanto a film su cui nessuno ha niente da ridire – l’iraniano superfavorito Una separazione (leggi recensione), Pina di Wenders (leggi recensione), l’israeliano Footnote, il canadese Monsieur Lazhar (leggi recensione) – siano stati inclusi anche altri che non brillano per meriti particolari o comunque mai entrati nel totovincitori, come il danese Superclásico, il belga Bullhead, il taiwanese Seediq Bale (leggi recensione). Titoli che hanno lasciato esterrefatti anche i più sgamati Oscar watchers, quelli che un giorno sì e l’altro pure ci regalano anticipazioni e prediction. Si chiede ancora tHR perché mai siano stati fatti fuori film che avevano convinto tutti, critici e addetti ai lavori, in testa E ora dove andiamo? della libanese Nadine Labaki, uscito due giorni fa anche in Italia (leggi recensione), il quale dopo la vittoria al Festival di Toronto sembrava avviato verso una sicura nomination all’Oscar. Invece niente. Fuori pure altri film eccellenti: il formidabile La guerra è dichiarata della francese Valérie Donzelli, l’ungherese Cavallo di Torino di Bela Tarr, un maestro, perfino Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismaki (leggi recensione), e la cosa grida vendetta. Proseguiamo con altre trombature eccellenti: C’era una volta in Anatolia del gran turco Nuri Bilge Ceylan, il cinese La guerra dei fiori di Zhang-Yimou (con Christian Bale), il messicano Miss Bala di Gerardo Naranjo, considerato dai critici Usa una delle cose migliori viste nel 2011. Mica finisce qui. Io aggiungerei il greco Attenberg, l’hongkonghese A Simple Life visto a Venezia, un piccolo capolavoro (leggi recensione), il rumeno Morgen (premiato a Locarno 2010). Altro che piangere per Terraferma.

Ecco la shortlist ufficiale. Martedì 24 gennaio tra questi verranno scelte le cinque nomination.
Belgio: Bullhead.
Canada: Monsieur Lazhar.
Danimarca:  Superclásico.
Germania: Pina.
Iran: Una separazione.
Israele: Footnote.
Marocco: Omar Killed Me.
Polonia: In Darkness.
Taiwan: Warriors of the Rainbow: Seediq Bale.

A questa pagina di IndieWire la lista completa dei i film designati dai vari paesi per l’Oscar al migliore film straniero.

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