GIORNO DELLA MEMORIA 2012: tutti i film in tv (seconda parte: dalle h. 21,05 alle h. 1,10)

27 gennaio 2012, Giorno della Memoria. Molti i palinsesti, di tv sia gratuite che pay, che in questa speciale giornata danno spazio a film che, in vari modi, riguardano l’Olocausto. In un precedente post trovate l’elenco dei film trasmessi tra le ore 14,05 e le 19,00. In questa seconda parte, quelli compresi tra le 21,00 e la 1,10.

The Reader – A voce alta
, Rai 3, ore 21,05.
Nel dopoguerra tedesco un ragazzo conosce una donna più grande di lui: ne diventerà l’amante e il lettore privilegiato, colui che introduce lei, rozza popolana, ai piaceri della letteratura romanzesca. La ritroverà molti anni dopo, scoprendone il passato di carnefice in un lager nazista. Oscar a Kate Winslet.
Il giardino dei Finzi-Contini, Sky Cinema Classics, ore 21,10.
L’ultimo vero capolavoro (1970) di Vittorio De Sica, che non sembrava all’inizio il regista più adatto per la versione cinematografica del best-seller di Giorgio Bassani. Invece ne trasse un film che vinse il Festival di Berlino e poi l’Oscar, e che ancora oggi commuove. Un classico. La famiglia ebraica ferrarese dei Finzi-Contini, con al centro la giovane, bella, altera Micol di cui tutti si innamorano, raccontata negli anni che vanno dalle leggi razziali alla deportazione nei lager nazisti. Amori, vita quotidiana, illusioni e disillusioni prima della tragedia che tutto cancellerà. Uno dei rarissimi film sull’ebraismo italiano (io non ne ricordo molti: L’oro di Roma, Hotel Meina, Vaghe stelle dell’Orsa, Tutti a casa). Micol è una strepitosa Dominique Sanda, qui nella sua fase magica di musa del cinema engagé italo-francese tra anni Sessanta e Settanta.
Train de vie – Un treno per vivere, La7d, ore 21,10.
La folle idea germina in uno shetl ebraico dell’est europeo che sta per essere spazzato via dai tedeschi: fingersi nazisti che deportano degli ebrei su un treno, ingannare il nemico e scapparsene via. Ce la faranno. Gran commedia di Radu Mihaileanu che riprende la lezione di Vogliamo vivere! di Lubitsch. Secondo passaggio televisivo in questo Giorno della memoria.
Schindler’s List, Premium Emotion, ore 21,30.
Non c’è molto da aggiungere su quanto è già stato detto e scritto di questo film, un kolossal dell’anima firmato Steven Spielberg, un holocaust-movie che appassiona, avvince, commuove e riesce a tenersi alla larga dalla retorica e dai toni predicatori. Merito anche della straordinaria figura del protagonista, un tedesco dei Sudeti che si prende un gruppo di ebrei da impiegare nella sua fabbrica e li difende con tutte le forze dalla deportazione: per umanità o per interesse personale, per avere manodopera sottopagata e sempre disponibile? Schindler è un collaboratore dei nazisti che però non si piega al Male, forse più per dandismo che per profonda convinzione etica. Ma che importa, lui riuscirà a salvare mille e più uomini e donne dallo sterminio. In questa ambiguità sta la forza drammatica del personaggio, che sottrae il film all’agiografia.
Amen., Rai Movie, ore 22,45.
Ma il Vaticano sapeva? E cosa fece per fermare l’Olocausto? Domande che si fanno dal dopoguerra e che sono sfociate spesso in esplicite accuse al pontefice di quel periodo, Pio XII, per non essere intervenuto come sarebbe stato necessario e doveroso. L’acme fu raggiunto negli anni Sessanta, con la pièce-scandalo Il Vicario del tedesco Rolf Hochhuth. Questo film del 2002 di Costa-Gavras, storico maestro del film politico di denuncia fino dagli anni Sessanta, riaffronta il problema e rinfocola la polemica sposando la tesi colpevolista del silenzio del Vaticano. Lo fa attraverso una narrazione fictionalizzata, fortemente emblematica e didascalica, di un tedesco che apprende dell’esistenza dei campi di sterminio e cerca di sensibilizzare il Papa. Si scontrerà con un muro di gomma e l’unico dalla sua parte sarà un giovane gesuita. Il massacro non cesserà. Furibonde polemiche alla sua uscita, anche per via del manifesto, firmato dal solito provocatorio (provocatore?) Oliviero Toscani, con una croce che diventa svastica. Da vedere, perché Costa-Gavras, pur se non avvezzo alle sottigliezze di racconto e alle sfumature, è un autore robusto che il suo mestiere lo sa fare egregiamente. Il pretino è Mathieu Kassovitz, un tempo grande regista. Ricordate L’odio?
Il maratoneta, Sky Cinema Classics, ore 23,00.
Quando John Schlesinger era un regista che non sbagliava un colpo. Ci riesce anche con questo thriller del 1976 su uno studente ebreo (Dustin Hoffman) che se le dave vedere con un criminale nazista (Laurence Olivier) approdata a New York per mettere le mani su un tesoretto. Il trapano del dentista diventa strumento di tortura in una scena celebre. Occhio, c’è Marthe Keller nei suoi giorni più belli.
Il servo ungherese, Premium Emotion, ore 0,45.
Un piccolo, e male accolto, film italiano del 2004 diretto da Massimo Piesco e Giorgio Molteni. In un lager mimetizzato da fabbrica il maggiore delle SS che lo governa sceglie tra gli internati un colto ebreo ungherese: diventerà l’educatore-precettore della moglie, ansiosa di ascendere al mondo della cultura e dell’arte. Ma non basterà ad evitare la tragedia. La Shoah vista attraverso un rapporto carnefice-vittima dall’apparenza civile e dal fondo crudele e feroce, anche non privo di ambiguità, qualcosa che ricorda in certi passaggi psicologici Il portiere di notte e i suoi epigoni anni Settanta.
Le non persone (documentario), Rai Uno, ore 23,45.
Nuovissimo docu di Roberto Olla, trasmesso in prima assoluta da Rai Uno nella serata del 27 gennaio al’interno dello spazio di Tv7. Girato in 3D, racconta il martirio ebraico ad Auschwitz avvalendosi della consuleneza e delle testimonianze di alcuni ebrei romani sopravvissuti al peggiore di tutti i campi di sterminio.
Arrivederci ragazzi, Rai Movie, ore 1,00.
Gran film di Louis Malle del 1987, Leone d’oro a Venezia. In un collegio francese retto da religiosi, al tempo dell’occupazione nazista e di Vichy, l’amicizia tra l’allievo Julien e il compagno di classe Jean. Tutto sembra svolgersi nella normalità, fino a quando Julien scopre che Jean è in realtà un ragazzo ebreo mandato lì dalla famiglia e ospitato sotto falso nome in collegio per sottrarlo alle persecuzioni. Ci sarà una soffiata da parte di un disgraziato mandato via dal collegio che si è lasciato manipolare dai tedeschi, e Jean verrà scoperto e avviato ai lager. Nonostante il rigore formale e il suo non cedere mai al lacrimevole facile, un film straziante. Un altro di Malle, dopo Lacombe Lucien, sulla banalità del male e sull’infamia qualunque e quotidiana nella Francia del collaborazionista Pétain.
La lunga notte del ’43, Sky Cinema Classics, ore 1,10.
Raro, imperdibile film del 1960 di Florestano Vancini. Un  austero bianco e nero per rievocare una fosca, nebbiosa storia di partigiani, ebrei e fascisti, tradimenti e inganni nella Ferrara repubblichina del 1943. Tratto da Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani, racconta di un omicidio, una resa dei conti tutta interna ai fascisti locali, la cui responsabilità viene dirottata su antifascisti ed ebrei: otto verranno fucilati lungo le mura del castello. Le immagini livide di Ferara all’alba sono indimenticabili. Suscitò feroci polemiche allora, perché era sì resistenziale ma non abbastanza patriottico, dipingendo come autori del fattaccio non in nazisti ma i fascisti della città. Cast grande: Gabriele Ferzetti, Enrico Maria Salerno, la povera, bellissima Belinda Lee. Perfino una esordiente Raffaella Carrà creditata ancora col suo vero nome di Raffaella Pelloni.

Questa voce è stata pubblicata in film in tv, Uncategorized e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.