Il concerto, La7, ore 21,30.
Dopo aver visto il suo ultimo La sorgente dell’amore, insopportabilmente politically correct, predicatorio e veterofemminista (è la solita storia di Lisistrata e relativo sciopero dell’amore, però trasportata ai giorni nostri in un ovviamente maschilista villaggio arabo da qualche parte del Nord Africa), verrebbe voglia di scappare di fronte al cinema di Radu Mihaileanu. Ci si chiede anche se le lodi degli anni passati per Train de vie, che lo rivelò in tutto il mondo, e per questo Il concerto non siano state malamente spese, e troppo affrettatamente. Bisogna riconoscere però che si tratta dei due film in cui l’ebreo di origine rumena Mihaileanu, oggi viaggiante tra Francia e Israele, ha dato il suo meglio, raccontando di mondi a lui vicini e non estranei come quello di La sorgente dell’amore, mondi che conosce assai bene in cui gli ebrei sono minoranza perseguitata o mal sopportata e devono arrangiarsi per la sopravvivenza. Sia in Train de vie che in Il concerto ci sono i temi della della simulazione e della messinscena, e anche della beffa: nel primo gli abitanti di uno shetl ebraico riescono a sfuggire alla deportazione nei lager spacciandosi per i loro persecutori nazisti in una geniale recita collettiva a parti rovesciate, nel secondo ci si sposta ai tempi dell’Unione sovietica, ma con toni analoghi. Un musicista, fatto fuori molti anni prima dall’ensemble del Bolshoi come altri trenta colleghi in quanto ebreo, e ormai ridottosi a uomo delle pulizie, intercetta un invito a Parigi per l’Orchestra di cui faceva parte. Chiama a raccolta gli amici di un tempo che, con lui direttore, si spacceranno per l’orchestra del teatro. Naturalmente a Parigi sarà un trionfo. Un film di immenso successo dappertutto, caricato di premi in Europa e America. Una storia perfettamente congegnata, anche se abbastanza prevedibile, che si lascia seguire senza troppa noia. Un altro successo per la Mélanie Laurent di Inglorious Basterds. Meglio che Mihaileanu torni a film così e lasci stare i manifesti emancipazionisti.
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