The Hurt Locker, Rai 4, ore 23,20.
Si è portato via nel 2010 qualcosa come sei Oscar, compreso il più importante, quello del miglior film. Però val la pena ricordare che quando fu presentato in prima mondiale a Venezia 2008 non se lo filò nessuno (e non ebbe nessun premio), anzi l’accoglienza fu glaciale, soprattutto da parte della critica italiana, forse perché The Hurt Locker non era quel manifesto contro la guerra in Iraq che molti si aspettavano. Kathryn Bigelow, la più virile delle donne registe e non solo delle donne, non giudica, non stigmatizza, non emette proclami. Si limita a fare benissimo il suo mestiere e a raccontare le avventure di un pugno di uomini duri, gli artificieri americani incaricati nella sporca guerra intorno a Baghdad di disinnescare gli ordigni sospetti degli attentatori. Un film che non dà tregua, uno dei migliori bellici delle ultime decadi, te lo guardi col cuore in gola senza mai dare un’occhiata all’orologio. Ma che, nonostante (o forse proprio per) l’alto tasso di spettacolarità, fa capire benissimo cosa sia la guerra asimmetrica e combattere contro un nemico che si può nascondere ovunque e in chiunque. Almeno una scena non si dimentica, ed è quella del povero kamikaze. Jeremy Renner è il tostissimo protagonista. Lanciato da questo film, è oggi uno dei miglior attori della generazione dei trentenni (vederlo in The Town di Ben Affleck per credere, ed è bravo pure in Mission: Impossible – Il protocollo fantasma).
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