Zucker! Come diventare ebreo in 7 giorni, Rai 2, ore 0,55.
Commedia ebraico-tedesca del 2005, e già questo è qualcosa di abbastanza sensazionale nel paese che ha generato l’Olocausto. Bisogna però ricordare che c’è una rinascita dell’ebraismo in Germania, soprattutto a Berlino, dove a rafforzare la locale comunità sono arrivati molti immigrati dall’Est Europeo. Dirige questo Zucker! Dani Levy, con una vena brillante e irriverente che viene dritta dalla tradizione yiddish, rivista e corretta nello humor ebraico-austro-tedesco borghese e cinico di marca Ernst Lubitsch e Billy Wilder. Due fratelli di famiglia israelita, uno abitante nella Germania Ovest, l’altro nella Germania Est comunista, non si sono mai parlati né tantomeno troppo amati, e non solo perché separati dal Muro. È che Samuel, l’occidentale, è ammodo e ligio ai dettami etico-religiosi, il fratello Jacob, l’orientale, è invece uno sregolato e arruffato donnaiolo e giocatore di visione assai laica e godereccia della vita. Naturalmente a muro caduto, e a mamma deceduta, i due si ritrovano. La genitrice ha difatti lasciato scritto nel testamento che potranno entrare in possesso dell’eredità solo se riusciranno a fare la pace dopo decenni di astio, e solo se entrambi osserveranno i rituali sette giorni di lutto per la sua morte. Sicché Jacob è costretto a ritrovare la sua ebraitudine dimenticata e perduta, il che, insieme al confronto-scontro tra i due caratteri opposti, costituisce il sale di questo film ed è una fonte inesauribile di situazioni comiche. Film che, oltre all’ebraismo, tratta un altro tema cruciale della Germania contemporanea, quello della spaccatura tra ex Germania Ovest e ex Ddr. Naturalmente quando è uscito in Italia non l’ha visto quasi nessuno, ragione in più per non perderselo stasera-stanotte in tv. Ci si diverte, e si entra in un mondo, quello dell’ebraismo tedesco-centroeuropeo, poi non così conosciuto da noi.
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