Rambo, Retequattro, ore 21,10.
Chissà perché viene considerato/è diventato il paradigma del cinema fascio-reazionario-macho-muscolare-viriloide, e il povero Stallone dileggiato come un minus habens gonfiamuscoli. Rambo è invece un bellissimo film e un film epocale, e il suo protagonista un eroe anarco-popolare di enorme potenza e impatto. Rambo, che si ribella alle vessazioni, scappa e tiene testa a chi gli sta dando la caccia grazie alle strategie di sopravvivenza apprese nella giungla vietnamita, è un uomo solo contro tutti che lotta disperatamente per salvare la dignità e la pelle. Come si fa a non stare dalla sua parte, a non identificarsi in lui? Dice, ma è un fascio-reazionario-reaganiano. Suvvia, Rambo è un eroe proletario, un reduce dalla sporca guerra vietnamita che rappresenta l’America bianca più profonda, povera e derelitta, quella che sprezzantemente viene liquidata come white trash. Ormai fa parte della mitologia contemporanea, cosa volete che siano le misere etichette ideologiche e politiche con cui si cerca di deturparlo. Vero, poi il personaggio nei vari sequel si imbastardirà e si ridurrà a una torva e ottusa macchina da guerra. Ma questo primo e fondativo episodio (diretto da Ted Kotcheff nel 1982) è una pietra miliare del cinema popolare. Io lo adoro.
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