Colpo rovente, Iris, ore 2,40.
Un cult, ma per davvero. Uno dei film più anomali e inclassificabili del cinema italiano, e uno dei più rimossi e incompresi. Lo firma nel 1969 Piero Zuffi, scenografo soprattutto di messinscene operistiche, ma anche di fim di Rossellini e Fellini, e chiama a interpretarlo nientemeno che Carmelo Bene (insieme a Barbara Bouchet, e già questo lo rende incredibile). Storia dura e quasi già pulp-cannibale di un killer della mafia e delle sue nefandezze (Carmelo, of course, però doppiato da Ferruccio Amendola). Il décor è fiammeggante-pop, di uno stile assolutamente internazionale che lo apparenta a altri film italiani del tempo come La decima vittima di Elio Petri o L’urlo di Tinto Brass. Piero Zuffi sarebbe poi sparito nel nulla e il film pure, fino al ripescaggio che ne faranno Marco Giusti e Luca Rea per una rassegna a Venezia 2004. Imperdibile.
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