Miss Magic, Iris, ore 23,22.
Qualcuno un giorno o l’altro dovrà pure dedicare un po’ di tempo e di studio alla carriera di Clare Peploe, sceneggiatrice e regista di qualche film, più conosciuta però come moglie di Bernardo Bertolucci. Un nome così ingombrante da aver stritolatola sua identità professionale. Eppure Peploe è autrice interessante di un cinema tra l’altro molto diverso da quello dell’illustre marito e per niente influenzato da lui. Il suo film migliore resta Alta stagione, suo debutto registico del 1987, una commedia di intrighi tra il giallo e il sentimentale ambientata su un’isola greca popolata di expat anglofoni, qualcosa di lieve e ambiguo che ricorda Graham Greene e un po’ Lawrence Durrell. Ma anche questo Miss Magic, del 1995, merita di essere visto. Tratto da un noir assai stravagante di James Hadley Chase (quello di Niente orchidee per Miss Blandish), racconta di una ragazza in fuga verso il Messico dopo che il mago di cui era assistente è stato ucciso. Sulle sue tracce un detective, di cui finirà con l’innamorarsi. Ma non sarà così semplice, e la realtà si rivelerà più inquietante del previsto. Un film anomalo, che guarda al cinema del passato, alla coppia Bacall-Bogart, a Howard Hawks e Alfred Hitchcock. Lei è Bridget Fonda, lui un Russell Crowe prima della svolta di Il gladiatore.
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