L’ultima missione, Iris, ore 1,09.
Film del 2008 del re del nuovo polar francese, Olivier Marchal, già poliziotto, poi sceneggiatore e regista. Uno che ha raccolto, ma per davvero, l’eredità dei signori del polar francese del passato come Jean-Pierre Melville e Jacques Deray. Un’altra delle sue storie di flic disillusi e perduti, alle prese con un mondo sporco e senza pietà di povere anime alla deriva e di carnefici capaci di ogni abiezione. Daniel Auteil dà la sua faccia asimmetrica e attonita a un poliziotto che i tristi casi della vita hanno condotto all’alcolismo e alla disillusione. Finchè non gli affidano un caso che per lui diventa l’occasione del riscatto. Intorno poliziotti corrotti e marci, come nel capolavoro di Marchal 36, Quai des Orfèvres. Stavolta però non siamo a Parigi, ma in una Marsiglia altrettanto ambigua e pericolosa, livida e spettrale nonostante il sole del Mediterraneo. Da non perdere. Marchal è grande, è un autore dal segno forte, e in Italia troppo sottovalutato.
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