Cinema stasera sulle tv gratuite: LA NOTTE DEI VAMPIRI su Rai Movie, quattro film su Dracula e affini (venerdì 20 aprile 2012)

La notte dei Vampiri. Da Bram Stoker in poi. Con i film:
1) Dracula, di John Badham, ore 23,40.
2) Les dents de la nuit, di Stephen Cafiero e Vincent Lobelle, ore 1,40.
3) Martin, di George Romero, ore 3,10.
4) I vampiri, di Riccardo Freda, ore 4,45.
Cent’anni esatti fa, il 20 aprile 1912, lasciava questa valle di lacrime Bram Stoker, scrittore irlandese che quasi nessuno ricorda, ma di cui tutti ricordano il romanzo più famoso, Dracula, geniale invenzione di un personaggio destinato a installarsi nell’immaginario globale e non andarsene più via. Ispirato alla lontana alla figura storica di un torvo aristocratico transilvanico dalla crudelissima fama di impalatore, Dracula è diventato ciò che sappiamo, un archetipo del terrore e la fonte di infinite successive rivisitazioni e narrazioni letterarie e cinematografiche. Rai Movie ha deciso stanotte di omaggiare Bram Stoker con quattro film vampireschi, tra gli infiniti prodotti dall’industria del cinema sul tema.

1) Si incomincia con Dracula, girato nel 1979 da John Badham (quello per capirci della Febbre del sabato sera) e gran successo e gran culto sul mercato anglofono, meno da noi. Il conte dai canini aguzzi stavolta lascia la sua cupa Transilvania est-europea a e si trasferisce – siamo nel 1913 – nel countryside inglese a far la vita del signorotto di campagna. È di modi distinti, ottima cultura e larghi mezzi, sicchè non tarda a conquistare la società locale, le signore in testa. Ma naturalmente il suo obiettivo è il solito, trovare sangue fresco. Frank Langella è il vampiro, Laurence Olivier il suo implacabile nemico Van Helsing. A conti fatti, uno dei migliori Dracula di sempre. Caldamente consigliato.

2) Segue Le dents de la nuit, produzione franco-belga che appartiene al filone piuttosto nutrito della commedia con vampiro, quella dell’insuperato Per favore non mordermi sul collo di Roman Polanski o dell’imminente Dark Shadows (nei cinema dal 13 maggio) di Tim Burton con Johnny Depp (indovinate in quale parte). Qui siamo nel genere goliardico-demenziale, con un gruppo di ragazzotti che, invitati a una festa al castello, scopriranno di essere finiti nella tana di un clan vampiresco. Sarà una notte agitata e, per lo spettatore, molto divertente.

3) Un vero culto è Martin, intelligentemente inserito in questo speciale palinsesto di Rai Movie. La firma è quella di George Romero, il padre nobile degli zombie cinematografici degli ultimi decenni, quello che con La notte dei morti viventi ha reinventato il genere. In fondo, anche il vampiro è un mai-morto, e dunque anche stavolta Romero non si allontana troppo dalla sua ispirazione e dai suoi fantasmi. Questo film del 1978, che di quella decade riflette molte ossessioni a partire dalla droga, ha avuto uno strano destino. Poco visto, rimosso, ha finito con il condurre un’esistenza catacombale negli archivi del cinema. La sua ambizione la dichiara fin dal titolo, che in originale è Wampyr, chiaro omaggio al capiolavoro muto Vampyr di Carl Theodor Dreyer. Stavolta il vampiro è un ragazzo degli anni Settanta che narcotizza le sue vittime femminili per poi inciderle con una lama e succhiarne il sangue. Lo zio, un immigrato lituano cattolico, si convince che il nipote sia un indemoniato. Fuga di Martin in città, e suo viaggio nel sottomondo dei tossici e degli spacciatori. Il vampirismo come metafora della dipendenza da droga, in particolare l’eroina? Forse. Martin con il suo vampiro adolescente afflitto da nevrosi anticipa anche i Twilight e i Lasciami entrare di questi nostri anni.

4) Ma l’apice di questa sanguinante notte di Rai Movie è I vampiri di un maestro del nostro cinema di genere (fantastico, avventuroso, storico, peplum), Riccardo Freda, purtroppo trasmesso davvero a un’ora da vampiri, le 4,45. Girato nel 1957, è un classico del nostro cinema-bis, adorato da schiere di estimatori in tutto il mondo, compreso Martin Scorsese. A Parigi si susseguono alcuni misteriosi omicidi di donne. Si scoprirà che dietro c’è un sinistro uomo di scienza e un’ancora più sinistra dama nera. Rilettura molto libera e inventiva della storia-leggenda macabra della baronessa ungherese Elizabeth von Bathory, adusa a immergersi nel sangue di fanciulle. Protagonista la musa di Freda di allora, Gianna Maria Canale. Titolo fondativo dell’horror made in Italy tra Cinquanta e Sessanta, che troverà poi in Mario Bava il suo più alto esponente, e proprio Bava qui è il direttore della fotografia e, pare, anche regista aggiunto per alcune scene. Un classico.

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