I leoni di Castiglia, 7 Gold, ore 21,10.
Produzione spagnola del 1963 che mette in scena un episodio di storia patria ai tempi della Reconquista contro i Mori. Film a medio-basso costo, che si inserisce nella scia del kolossal apripista El Cid di due anni prima, anche quello ricostruzione di un pezzo di storia feudale iberica, però con i capitali americani di Samuel Bronston e due divi massimi di allora come Charlton Heston e Sofia Loren. Ma I leoni di Castiglia, diretto da Xavier Seto, pur nei suoi limiti dichiarati e obbligati, ha il profumo degli incantevoli B-movie storici e di cappa e spada di quei primi anni Sessanta, un genere a suo modo glorioso che diede vita anche a un piccolo capolavoro di gran culto come I cento cavalieri di Vittorio Cottafavi. Il valoroso e intrepido Fernan Gonzales vuole riunire gli eserciti di Navarra e Castiglia, regni allora separati e anche in conflitto, per far fronte comune contro i Mori che stanno avanzando. Ma complotti e intrighi lo fermeranno e decreteranno la sua rovina. Ma si rialzerà, per poter finalmente combattere la battaglia decisiva contro il nemico. Cast internazionale che riunisce un ex top actor di Hollywood, Broderick Crawford, a Cesar Romero, alla nostra Alida Valli (e già la sua presenza vale la visione), a quel Fernando Rey che di lì a qualche anno svolterà grazie a Luis Buñuel (Tristana, Quell’oscuro oggetto del desiderio). Ma il motivo di gran culto è, nel ruolo protagonista, Frankie Avalon, attore ma soprattutto cantante di quell’onda musicale american-pop tra anni Cinquanta e Sessanta che ebbe in lui, Paul Anka, Bobby Darin e Neil Sedaka i suoi massimi rappresentanti.
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