Hardcore, Rai Movie, ore 1,15.
Il secondo film come regista di Paul Schrader, gran sceneggiatore di film altrui (Toro scatenato, Taxi Driver) e autore notevolissimo di film in proprio. American Gigolo, girato nel 1980, due anni dopo questo Hardcore, resta il suo più famoso e di maggior fortuna commerciale, un titolo così esemplare del suo tempo e con un Richard Gere così iconico da aver oscurato tutto il resto del lavoro di Schrader. Che, studioso e ammiratore del cinema ostico, austero, sublimato e rarefatto di Bresson e Ozu, ha sempre percorso una strada molto personale e molto anomale nel panorama del cinema americano, producendosi in opere assolutamente non mainstream, molto autoriali, contrassegnate da una forte carica etica, con uomini e donne abitati dal senso della colpa, del peccato, e dal bisogno della redenzione. Hardcore si inserisce perfettamente in questo cammino, ne è uno dei film manifesto. Un bravo padre di famiglia, un americano molto medio di solidi valori, parte alla ricerca della figlia misteriosamente scomparsa durante un convegno religioso. Scoprirà dolorosamente che è stata ingoiata dall’industria semiclandestina del cinema porno, e quella del buon padre di famiglia (George G. Scott, attore immenso) sarà una discesa all’inferno e l’esplorazione di un universo parallelo di cui non poteva nemmeno immaginare l’esistenza. Il Bene e il Male, semplicemente, come spesso nel cinema di Schrader. La normalità insidiata e corrosa, e corrotta, dall’altro da te, dal rimosso, dall’oscuro. I film di Paul Schrader sono trattati morali, e questo lo è più di tutti.
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