Il tè nel deserto, Iris, ore 22,54.
(È il primo dei quattro film di Bernardo Bertolucci trasmessi in serata da Iris. Apre alle 21,02 The Dreamers – I sognatori, seguono Il tè nel deserto alle 22,54; L’assedio all’1,24; La commare secca alle 3,03).
Bertolucci, reduce dalla cascata di Oscar per L’ultimo imperatore, è all’apice della sua potenza quando, fine anni Ottanta, gira questo Tè nel deserto. Riesce ad avere due star come Debra Winger e John Malkovich e a trovare i finanziamenti per il progetto, che gli stava a cuore da tempo, di trarre un film dal romanzo abbastanza maudit di Paul Bowles, musicista-scrittore americano arenatosi a Tangeri negli anni Quaranta. Bowles, che compare anche nelle scene finali del film nella parte di se stesso, fu a partire dagli anni Cinquanta nella sua residenza tangerina punto di riferimento e modello di intere successive generazioni di autori-scrittori (Ginsberg, Burroughs, Tennessee Williams, Truman Capote) e rockstar vogliose di perdersi nei dedali marocchini. Dedali saturi di fumi di saturi di kif, sesso facile e vari piaceri allora proibiti in Occidente. Il tè nel deserto racconta di una coppia di americani (Malkovich e Winger) e un loro giovane amico (Scott Campbell) che arrivano in Marocco decisi ad addentrarsi nel deserto. Sarà una discesa nel profondo di sè e niente sarà più come prima. Tra avventure, malattie, amori berberi e paesaggi che Bertolucci riesce a far diventare sensuali, si compie il destino dei tre. Allora non mi piacque, ma oggi mi viene nostalgia di quel cinema bertolucciano magari pomposo, ma che riusciva a fare di un piccolo libro, marginale anche se di culto, un grande spettacolo per le platee mondiali. Occhio al ragazzo Scott Campbell: è adesso nei cinema – assolutamente irriconoscibile rispetto ad allora – quale padre di Emma Stone e capo della polizia di New York in The Amazing Spider-man.
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