Spider, Iris, ore 0,42.
Mentre sta per partire alla Cineteca-Oberdan di Milano un ciclo dedicato a David Cronenberg, maestro del perturbante in cinema (ecco il programma), ri-vediamoci in tv questo suo film del 2002, nel quale il Gran Canadese si ritrova alle prese con una materia come quella della follia a lui congeniale. Tutto ruota intorno a Denis Cleg, paziente inglese (trattasi di Ralph Fiennes, difatti) appena dimesso da un ospedale psichiatrico a Londra e inserito in una struttura di recupero ‘sul territorio’ di marca post-basagliana. Ritrova i luoghi di quand’era piccolo, e nella sua mente scissa, nei suoi deliri da schizofrenico, tornano tutti i ricordi, ma sconnessi e riconnessi secondo la logica sui generis della pazzia. C’è un padre puttaniere, c’è una madre uccisa. C’è insomma anche materia da thriller in questa storia tratta dal romanzo di Patrick McGrath, lo stesso che già ci aveva dato il bel Follia. Cronenberg può sfrenarsi al suo meglio nel dare vita, carne e immagini agli incubi di Denis, dominati da una grande ragnatela. Fantasmagorie visionarie, qualcosa alla William Burroughs, qualcosa anche alla Stati di allucinazione del sottovalutato (sì, Andrea B. hai ragione) Ken Russell. Da vedere, se appena si può.
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