Queimada *****, Rai Movie, ore 10,35.
Dopo il trionfo globale di La battaglia di Algeri Gillo Pontecorvo se ne sta un po’ in campana, finchè non decide di girare questo stravagante film politico molto fine anni Sessanta dunque molto sessantottardo-rivoluzionario-terzomondista (siamo nel 1969) sul confronto-scontro tra Nord e Sud del mondo. Storia didascalica su un emissario inglese, che è addirittura Marlon Brando in versione biondissima, che cala su un’isola caraibica sotto dominio portoghese percorsa dalla rivolta per pilotare la situazione a favore della corona britannica. Manipolerà ai suoi fini un figlio del popolo, lo trasformerà in capo di una rivolta, ma la creatura sfuggirà al controllo del suo creatore. Colonialismo, imperialismo, sfruttamento dei dannati della terra. Una lezione indigeribile di teoria marxista-franzfanoniana che però produce inesplicabilmente uno spettacolo fiammeggiante e grandioso di passioni e pulsioni incandescenti. Un B-movie superpotenziato. Come un western di Sollima, ma elevato a paradigma assoluto del genere. Allora fu un flop, ma lo status di Queimada è cresciuto col passare dei decenni, grazie anche al solito Quentin Tarantino. Datato, datatissimo, per certi versi inguardabile oggi, ma indispensabile e anche divertente. Indimenticabile quel Valigia, señor? dell’inizio (e della fine), che allora tra i ragazzi del ’68 e dintorni divenne un tormentone. Lo statuario Evaristo Marquez incarna con la sua fisicità radicale il ribelle, e con lui tutta la mitologia terzomondista di allora. Sarebbe ripparso poi nel Dio serpente di Vivarelli.
La valutazione in asterischi:
* pessimo, da evitare
** evitabile
*** vedibile
**** da vedere
***** indispensabile
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