A inaugurare (fuori concorso) la 69esima Mostra del cinema di Venezia sarà, la sera del 29 agosto prossimo, il film The Reluctant Fundamentalist di Mira Mair, la regista indiana che a Venezia si è già aggiudicata il Leone d’oro 2001 con Monsoon Wedding. Alla base l’omonimo romanzo-bestseller del 2007 firmato da Mohsin Hamid, scrittore pakistano che ha vissuto a lungo tra America e Gran Bretagna, e pubblicato qualche anno fa in Italia da Einaudi. Una storia che mostra le tante contraddizioni del mondo dopo l’11 settembre, di un Occidente e di un Islam che faticano a parlarsi e che, se si parlano, rischiano di non capirsi. Protagonista e personaggio-simbolo è il pakistano Changez (per molti versi un alter-ego dell’autore). Lo vediamo mentre in un caffè di Lahore racconta la sua strana storia a un americano, partendo dai tempi felici di quand’era studente a Princeton, proseguendo con la sua assunzione in una prestigiosa multimazionale di consulenza finanziaria. È lì che Changez si trasforma in perfetta macchina da guerra del turbocapitalismo finanziario-globale, in un aggressivo tagliatore di teste e costi mandato in varie missioni qua e là per il mondo ad aumentare profitti ed eficienza. Ormai è perfettamente occidentalizzato. Ma arriva il maledetto 11 (settembre) e tutto rapidamente cambia, lui comincia a diventare sospetto agli occhi di colleghi e conoscenti, e lui stesso incomincia a percepirsi in un modo diverso. Seguirà l’abbandono dell’America, il ritorno in patria. Parabola grondante acidissima ironia sulla difficoltà o impossiblità di conciliare dentro e fuori di sè due mondi, due appartenenze, Il fondamentalista riluttante è stato uno dei libri che meglio hanno colto il malessere e anche l’isteria seguiti al crollo delle due torri. Coproduzione internazionale (ci sono anche capitali del Qatar), il film di Mira Nair esibisce un gran cast cast misto di attori anglopakistani, indiani e americani: Riz Ahmed, Kate Hudson, Kiefer Sutherland, Liev Schreiber, Martin Donovan, Om Puri, Shabana Azmi, Haluk Bilginer e Meesha Shafi. Commenta il neodirettore della Mostra, Alberto Barbera: “Mira Nair ha realizzato un’esemplare trasposizione cinematografica di un romanzo che affronta il tema, di grande attualità, dei fondamentalismi di ogni ispirazione e natura”. Di sicuro un lavoro rispettabile, però non si può nascondere una certa delusione. Per l’apertura di Venezia nuova gestione Barbera ci si aspettava un botto più forte, qualcosa di più clamoroso. A questo punto speriamo nel programma, che verrà annunciato tra pochi giorni, il 26 luglio.
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