Roberto Succo ****, Iris, ore 21,07.
Ispirato alla storia vera del killer multiplo Roberto Succo, un ragazzo di Mestre che incomincia la sua carriera criminale uccidendo il padre e la madre. E che, internato, riesce a fuggire e rifugiarsi in Francia dove commette altri assassinii, compresi quelli di due ragazze. Vicenda tra anni Settanta e Ottanta di cui in Italia non si ricorda più nessuno, ma entrata nell’immaginario francese al punto da ispirare un libro, da cui poi è nato questo film, e soprattutto un celebre play del 1988 del maudit Bernard-Marie Koltès, Roberto Zucco (con la Z per non incorrere, suppongo, in guai legali). Cédric Kahn, uno dei migliori registi francesi – autore che sa esprimere nel suo cinema il disagio, l’ombra, il male – gira nel 2001 questo film allarmante per come sa insinuare la paura nella normalità. Con Stefano Cassetti, un ragazzo italiano che non aveva mai fatto cinema e arruolato dal regista dopo averlo visto in un bar, e che poi ha fatto strada. L’abbiamo visto di recente nel corale, notevole polar di Maïwenn Polisse premiato aa Cannes 2011 e in Sette opere di misericordia, esordio nel lungo dei gemelli De Serio, presentato in concorso a Locarno un anno fa. Quanto al regista Cédric Kahn, allo scorso festival di Roma è stato proiettato il suo ultimo film, Une vie meilleure (A better life).
valutazione in asterischi:
* da evitare
** evitabile
*** vedibile
**** da vedere
***** indispensabile
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