SIGNORI, IL PALMARÈS E QUESTO. Scelta molto discutibile, anzi decisamente infelice, quella di assegnare il Pardo d’oro al francese La fille de nulle part di Jean-Claude Brisseau. Neanche un premio minore a Padroni di casa di Edoardo Gabbriellini, unico film italiano in concorso e tutt’altro che da buttare. Ma prima di addentrarci nei commenti, ecco la lista dei premi più importanti.
CONCORSO INTERNAZIONALE
PARDO D’ORO
La fille de nulle parte di Jean-Claude Brisseau, Francia.
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA
Somebody up there likes me, di Bob Byington (Stati Uniti)
PREMIO PER LA MIGLIOR REGIA
Ying Liang per Wo Hai You Hua Yao Shuo (When The Night Falls) Corea del Sud/Cina
PARDO PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE FEMMINILE
An Nai per Wo Hai You Hua Yao Shuo (When The Night Falls) Corea del Sud/Cina
PARDO PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE
Walter Saabel per Der Glanz des Tages (The Shine of Day)
MENZIONE DELLA GIURIA
Menzione speciale al personaggio CANDY nel film A Ultima Vez Que Vi Macau
CONCORSO CINEASTI DEL PRESENTE
PARDO DEI CINEASTI DEL PRESENTE – PREMIO GEORGE FOUNDATION
Inori di Pedro Gonzalez-Rubio, Giappone
PREMIO PER IL MIGLIO REGISTA EMERGENTE
Joel Potrykus per Ape (Stati Uniti)
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA CINE+ CINEASTI DEL PRESENTE
Not in Tel Aviv di Nony Geffen, Israele
MENZIONE SPECIALE
Tectonics di Peter Bo Rappmund, Stati Uniti
OPERA PRIMA
PARDO PER LA MIGLIOR OPERA PRIMA
Ji Yi Wang Zhe Who (Memories Look At Me) di Song Fang, Cina
MENZIONE SPECIALE
Ape di Joel Potrykus, Stati Uniti
PIAZZA GRANDE
PRIX DU PUBLIC UBS
IL VARIETY PIAZZA GRANDE AWARD è assegnato a
Camille redouble di Noémie Lvovsky
Per i Pardi di domani, assegnati ai corti, e per altri premi di giurie indipendenti, cliccare sul comunicato ufficiale o andare sul sito del festival.
Comunicato Palmares12
COMMENTO (PERPLESSO)
Pardo d’oro immeritato. Verdetto shock, almeno per me che avevo messo il film vincitore, La fille de nulle part del francese Jean-Claude Brisseau (il più âgé degli autori in concorso, classe 1944) all’ultimo posto della mia personale classifica. Mai mi sarei aspettato gli dessero il Pardo d’oro. D’accordo, ci sono film che possono essere buoni, magari ottimi, ma che non riescono ad andarti giù, è come con certi cibi, certi sapori, certi odori. Ecco, può darsi che con La ragazza venuta dal niente (mia libera traduzione del titolo) mi sia scattato un rigetto simile. Però, anche ripensando razionalmente al film, non riesco proprio a capire, resto basito, anche un po’ indignato. Apichatpong Weerasethakul, il regista thailandese il cui cinema adoro ma che come presidente di giuria di questo Locarno mi ha deluso, ha detto, a proposito del Pardo a Brisseau, che è il film che ha messo d’accordo un po’ tutti. Che quando lui e gli altri giurati si sono chiesti quale avrebbero voluto vedere again and again, si sono risposti che era La fille de nulle part. L’ineffabile Apichatpong ha anche aggiunto che il film pardato affascina, pieno com’è di echi e rimandi al grande cinema del passato, ed è l’unica cosa su cui sono d’accordo. Il ricalco di La donna che visse due volte è evidentissimo e parecchio pedestre (colpa anche dell’attrice, priva di ogni pur minimo fascino). Si è detto pure, sempre in conf. stampa di annuncio del Palmarès, che Brisseau si è mostrato tra gli autori più giovani, nel senso di aperti al nuovo. Trasecolo. Poi penso alla storia eccentrica di questo regista sulfureo, irregolare e circondato di una cert’aura di maledettismo, che in passato ha pure avuto guai con la giustizia per molestie sessuali a due attrici, e che quella storia l’ha in parte tradotta in un film, Les Anges exterminateurs. Ecco, penso che la tentazione di premiare finalmente un autore fuori dai ranghi come Brisseuau, uno che tante, troppe ne ha passate, forse si è fatta sentire. Prendiamolo insomma più come un premio all’autore che al film, che così almeno mi si smaltisce un po’ la rabbia.
Italia premi zero. Eppure era piaciuto, il film di Gabbriellini Padroni di casa. Un noir piuttosto anomalo per il nostro cinema. In fondo qualcosa gli potevano dare, una menzioncina di quelle che non si negano a nessuno, un premio per l’interpetazione alla coppia Germano-Mastandrea. Macchè. Ignorato. Asfaltato. Non lo dico per becero nazonalismo come spesso si fa in questi casi (ai festival ultimi si son visti film italiani ignobili eppure sempre difesi dalla nostra stampa, se non acclamati come capolavori), ma perché qualcosa meritava.
Due premi al film cinese When the Night Falls. Ma sì, va bene. Questo doc ficitionalizzato è molto buono, onesto, oltretutto ricostruisce un caso di malagiustizia cinese che è giusto che il mondo conosca. I due premi (al regista e all’attrice) possono aiutarne la circolazione, però francamente uno bastava e avanzava. Era meglio lasciare una casella libera per altri.
Il miglior attore. Anche se il film Der Glanz des Tages, nella sua convenzionalità, non mi è piaciuto, il suo interprete Walter Saabel questo premio se lo merita (era anche ampiamente previsto). A me spiace solo per Toby Jones, grandissimo in Berberian Sound Studio.
Gli (ingiustamente) sconfitti. Tanti. Dell’italiano Padroni di casa si è detto. Il portoghese L’ultima volta che vidi Macao, che si meritava il Pardo, ha ottenuto una strana menzione al personaggio di Candy, il travestito che appare all’inizio e poi scompare (in ogni senso). Ora, vi pare sensato che si dia una menzione a un personaggio e non all’attore-attrice? Un’eccentrictà che non è l’unica di questo pazzo e molto discutibile Palmarès e che suona come una riparazione nei confronti di un film che meritava molto e non ha avuto (quasi) niente. Proprio niente invece per il formidabile Leviathan, uno dei pochi vertici veri di questo festival, ed è uno scandalo. Altro sconfitto l’indie-americano Starlet, tra i favoriti del pubblico. Altro film piallato via ingiustamente dal Palmarès è il belga Mobile Home, una commedia molto inteligente e divertente, con ottimi attori e una storia scritta come Dio comanda. Ma forse questi sono stati visti come gravi limiti, vuoi mettere come son più fini i fantasmi che goffamente punteggiano La fille de nulle part?
Bene invece il premio speciale della giuria. Somebody up there likes me è tra le cose migliori viste, una commedia strepitosamente ben scritta.
Quanto ai Premi della sezione Cineasti del Presente, che dire? Troppi film anomali, nessuno che si staccasse nettamente sugli altri, tutti premiabili nessuno premiabile. Quello che si è portata via il pardo di questa sezione, il giapponese Inori, è un buon doc su una comunità rurale del Giappone a rischio estinzione. Dignitosissimo, certo, ma di cose così e anche migliori se ne sono viste tante a questo Festival. Ape, premio al suo regista come miglior autore emergente e anche premio opera prima, è un film folle, sbilenco, urtante, però interessante, e allora ci può stare. Lo stesso per Not in Tel Aviv, indeciso tra troppi registi però abbastanza sovversivo anche nel linguaggio.
2 risposte a Festival di Locarno: niente all’Italia, PARDO D’ORO a un francese. Ecco vincitori e vinti