Amadeus – Director’s Cut, la7, ore 20,30.
Venti minuti in più di scene tagliate nella prima versione, nuovo suono, nuovo doppiaggio. Ma nonostante i restauri filologici, non riesco ad amare questo film di Milos Forman molto celebrato, molto premiato e molto sopravvalutato. Mozart genio inconsapevole presentato come un ragazzetto lascivo è una di quelle idee piccole e facili e banalizzanti che però sembrano grandi, e destinate a farsi largo ben oltre i propri meriti. Vero, i dati storico-biografici ci presentano un Mozart ben lontano dall’immagine apollinea e sacrale del Musicista Sublime, però il film, tratto da una pièce di immensa fortuna, forza parecchio ed estremizza. Quando mi capita di rivedere Amadeus mi viene da fare il tifo per il povero Salieri, che si è visto rovinare per sempre l’immagine da questo finto capolavoro così ruffiano, così furbetto. Certo, c’è la musica di Mozart, c’è la sapienza tutta ebraico-mitteleuropea di Forman di ricostruire il mondo perduto dell’Austria imperiale. Sembrò per Tom Hulce, sboccato Amadeus, il decollo verso una carriera memorabile, di lui invece si sarebbero poi perse le tracce. Sulla distanza avrebbe stravinto il suo antagonista Murray Abraham.
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