Detenuto in attesa di giudizio***, la 7, ore 21,10.
Commedia all’italiana che svolta in dramma, impegnata com’è a sensibilizzare il pubblico sulla malagiustizia (no, non quella di adesso: qui siamo ancora nei primi anni Settanta). Dirige Nanni Loy, Alberto Sordi è un uomo qualunque che finisce nel tritacarne kafkiano di una detenzione senza motivo. Allora fu un enorme successo, anche sull’onda dell’indignazione collettiva di quei tempi post-sessantottini contro il cosiddetto sistema, di cui era considerata parte integrante e pilastro la magistratura. Mica come oggi che ai giudici si guarda (qualcuno guarda, anzi molti guardano) come baluardo estremo della democrazia. Sordi che poiega se stesso all’impegno, in uno dei suoi ruoli che esondano nel registro drammatico. Come, più tardi, in Un borghese piccolo piccolo di Monicelli.
Gli asterischi:
* da evitare
** evitabile
*** vedibile
**** da vedere
***** indispensabile
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