Dieci minuti fa è finita la prima proiezione stampa qui a Venezia di To The Wonder di malick. A più tardi la recensione. Applausi convinti, ma anche fischi e buuh del solito becerume romano, una cosca contro cui nulla si può fare purtroppo (“e quanto c’ha rotto i cojoni” è stato il commento dei suddetti). Malick è più che mai Malick, continua come in The Tree of Life a miscelare destini individuali, natura e cosmo, anche se in modo più fluido e meno programmatico. Entra definitivamente nella sua fase Ingmar Bergman: silenzio di Dio, crisi di coppia, incomunicabilità (dunque anche un po’ di Antonioni, anche per via di certi poeticismi alla Tonino Guerra purtroppo). Cameo tremendo di Romina Mondello. Ma film ennorme, meraviglioso, pur nei suoi squilibri. Se ne riparlerà.
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