‘Après Mai’. E il maggio cui allude il titolo del film appena presentato in Concorso è il Maggio francese, ovvio. Quasi due ore si è preso Olivier Assayas, il regista del celebrato e premiatissimo Carlos, per raccontare i primi anni Settanta di un gruppuscolo di ragazzini, tra voglie rivoluzionarie, sessualità scoperta, sogni di fare arte e cinema. Un racconto di formazione con immagino qualcosa di autobiografico. Assayas è l’unico che riesca a farmi digerire al cinema quegli anni anche assurdi e insopportabili, e lo fa qui con una ricostruzione perfetta, di chi li ha visti e vissuti davvero. Però quello che racconta non è così interessante. Applauditissimo dai molti nostalgici di quegli anni presenti qui a Venezia. Potrebbe anche prendersi un premio.
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