I cannibali, regia di Manoel de Oliveira). Rai Tre (Fuori Orario), ore 1,15.
Prosegue il prezioso, ultracinefilo ciclo di Fuori Orario che ogni lunedì presenta un film del gran vegliardo del cinema Manoel de Oliveira, 104 anni e tuttora in attività (a Venezia si è visto il suo nuovo Gebo e l’ombra, prontamente trasmesso qualche giorno dopo in tv proprio da Fuori Orario). I cannibali è del 1988, quando de Oliveira aveva solo, diciamo così, ottant’anni, ancora un ragazzetto insomma. Difatti sperimenta e perfino folleggia, divertendosi a percorrere strade poco praticate dal cinema e nuove anche per lui. Prende una partitura musicale preesistente e la usa per montare questo film-opera, in cui ogni parola non è pronunciata ma cantata, con quell’effetto di straniamento e incantevole artificio che è dei (rari) film-melodramma e dei (meno rari) musical. Pesca come spesso gli capita dal serbatoio della letteratura portoghese, in autori che spesso non hanno varcato i confini nazionali dunque sconosciuti al resto del mondo, e stavolta a ispirarlo è un racconto di uno scrittore di metà Ottocento, Álvaro do Carvalhal. Strana storia, con risvolti gotici e macabri e surreali che la apparentano a certo Edgar Allan Poe. Margarida si innamora follemente di un Visconte, respingendo e facendo ingelosire Don Joao. Ma dopo le nozze il visconte si rivela essere mezzo uomo e mezzo macchina (però, anticipatorio di molta letteratura tenebroso-fantastica) e, per la disperazione procurata alla neomoglie, si uccide. Margarida, mentre fugge inorridita, muore anche lei. Diventeranno carne per un banchetto dei parenti, inconsapevoli cannibali. Ora, una storia che giustamente qualcuno ha definito buñueliana e in apparenza poco congeniale al più probo e classico de Oliveira, e che nelle sue mani diventa un melodramma composto e anche freddo sull’impossibilità e gli inganni dell’amore. Leonor Silveira per la prima volta recita in un film del grande portoghese: diventerà la sua attrice feticcio, quasi sempre presente nei lavori successivi. Luis Miguel Cintra, altro attore feticcio deoliveiriano, è lo sfortunato Visconte.
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