Easy Rider, Iris, ore 0,34.
Il film che ribaltò Hollywood e vi impose – almeno per l’espace d’un matin – una nuova leadership e un altro cinema. Easy Rider, con i suoi due frikkettoni che percorrono gli States con le loro Harley Davidson e, volendo vivere la propria libertà, si troveranno a scontrarsi con l’America profonda e le sue intolleranze, fu un clamoroso successo e diventò il simbolo (uno dei simboli) di una generazione e di una rivoluzione sociale e di costumi. Era il 1969. Oggi quel film che stabilì Dennis Hopper e Peter Fonda come icone imperiture, è da vedere come un oggetto alieno che viene dal passato, come lo specchio di un’epoca. E chissà se è ancora sopportabile. Dennis Hopper non si sarebbe più ripetuto. Il suo successivo The Last Movie sarebbe stato un insuccesso clamoroso che lo avrebbe tagliato fuori per una decade. E però sulla scia di Easy Rider sarebbe venuta l’Hollywood liveral a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, con nomi quali Mike Nichols, Hal Ashby e Robert Altman.
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