Tarantola, Rai Movie, ore 0,50.
Adorabile fantascientifico del 1955, di quei B-movies fatti con pochi mezzi (mica c’era il digitale allora) e molta invenzione e arte di arrangiarsi, senza ubbie autoriali e con il solo obiettivo di catturare, spaventare, comunque appagare il pubblico. Eppure da film come questo di Jack Arnold, lo stesso regista del Mostro della laguna nera, sono usciti propotipi e idee che son stati replicati e copiati infinite volte nei decenni successivi di cinema fantastico e orrorifico. Qui si mettono insieme due illustri sottogeneri, quello del mad doctor dedito a strani quanto pericolosi esperimenti, e quello del gigantismo, del colossale e del fuori misura, applicato perlopiù a creature mostruose o a normali esseri che però, a dimensioni moltiplicate, mostruosi lo diventano. Stavolta ad essere in scala gigante tipo King Kong è una tarantola, uscita per errore dalle alchimie folli di uno scienziato dislocato nelle lande desertiche dell’Arizona. Cadaveri misteriosamente dilaniati e sfigurati, e la minaccia del velenoso maxi-ragno che incombe su uomini e cose. Fino allo scontro finale. Motivo ulteriore di culto: un giovane Clint Eastwood in un ruolo secondario, già assai macho. Sul film ha scritto un fondamentale articolo Andrea Bruni: Tarantola, pubblicato nel 2006 nello speciale Le dimensioni contano della rivista Nocturno.
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