Confessioni di una mente pericolosa, la7d, ore 23,20.
Film scicchissimo che segna, nell’anno 2002, l’esordio alquanto ambizioso alla regia di George Clooney. Il quale ricorre a una sceneggiatura di Charlie Kaufman, talentuoso (geniale?) anche se contorto autore di cinema – quello per capirci che ha partorito Il ladro di orchidee e Se mi lasci ti cancello -, e già questo svela tutta l’intenzionalità e anche la pretenziosità alto-fighetta dell’operazione. Il plot poi, è qualcosa che più engagé non si potrebbe, la vera storia, anche se un filo fictionalizzata, di un conduttore-autore televisivo con vita segreta di agente e killer per conto della Cia. Qualcuno potrebbe immaginare qualcosa di più sottile e perfido per gettare ulteriori ombre e sospetti sul già demonizzato medium televisivo? Insomma, doppia vita, io diviso, schizofrenia, e dove sta signora mia la vera identità? Tardi pirandellismi in salsa hollywood-americana con il marchio di garanzia Kaufman e l’imprimatur liberal di Clooney. Il risultato è buono, anche se con un che di cerebrale, anche di artificioso. Il protagonista è Sam Rockwell, bravo ma non proprio carismatico, mentre Clooney si riserva un ruolo collaterale. Amici e amiche di George intervengono e danno un mano riducendosi il cachet: Drew Barrymore, Julia Roberts e perfino Matt Damon e Brad Pitt. Clooney dimostrerà di essere un buon regista anche con i film successivi, Good Night, and Good Luck e Le idi di marzo.
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