Il fantasma dell’opera (di Dario Argento), Iris, ore 0,47.
L’ennesima cineversione (1998) del romanzo di Gaston Leroux, stavolta trattato dal regista romano in chiave ultrabarocca. Solo per appassionati di Dario Argento. Io lo sono. Da non confondere con le altre trasposizione fatte per il cinema, da Il fantasma del palcoscenico di Brian De Palma (meraviglia) al film tratto dal musical di Andrew Lloyd Webber. Argento naturalmente enfatizza e moltiplica gli elementi orrorifici più esteriori sacrificando la discesa negli abissi psichici del misterioso protagonista. Film che esula comunque abbastanza dal canone argentiano, con slittamenti nel fantastico e nel surreale, per via probabilmente della presenza alla sceneggiatura del polanskiano Gérard Brach. Molti i tradimenti rispetto all’originale, il maggiore è che il fantasma (Julian Sands) non è deturpato. Asia Argento è la ragazza per cui il chiamiamolo mostro perde la testa. Intanto, sta per arrivale nei cinema il Dracula 3D del nostro maestro dell’orrore. A Cannes, dov’era in prima mondiale, non è stato accolto bene.
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